Nei pressi di Savona sfocia a mare il torrente Quiliano che riceve l'acqua calda della centrale elettrica di
Vado.
Il torrente crea onde statiche che si sommano scontrandosi con i frangenti che arrivano
dal mare.
Andando li in mezzo in canoa l'effetto è molto divertente, vieni fiondato dalla
forza del mare contro le onde di corrente contraria, il tutto in acqua a
30°C...!
Just outside savona there is the Quiliano stream which takes the warm water from the nearby power station of Vado.
The stream generates some static waves which clash against the breaking waves from the sea.
To go there with a kayak is really fun, the power of the sea is sending you against the current...and the water is really warm (approx 30°C, 85F)!
Oggi Cesare (col Sirius S), Antonio (col Sirius S) ed io (con il Baidarka Explorer) abbiamo passato due piacevoli ore a misurarci con questo ambiente molto dinamico. Le chiglie a V profonda dei Sirius e del Baidarka ci hanno aiutato non poco!
Today Cesare, Antonio and myself spent two nice hours trying to cope with this dynamic environment. The deep Vee keels of the Siriuses and Baidarka helped us a lot!
Le prime surfate First surfing
Cesare in "acqua bianca" Cesare in "white water"
Ooops, l'onda!! Oppps da wave!!
Alla fine, neanche a dirlo, ha prevalso lo spirito IKDM... .giusto per la una siamo rientrati per mettere le gambe sotto il tavolo. Prosecco, acciughe fritte e stoccafisso sono state il giusto coronamento della giornata.
Eventually, you bet, the usual seafood-craving-mood of our club "IkdM" has led us, just around 1PM into a restaurant. Prosecco, fried anchovies and stockfish helped us to celebrate the day.
Ma che strana primavera !
Tu e Gaetano, ci metto anche Gaudenzio, siete privilegiati, la vivete da vicino, la toccate in terra e in mare tutti i giorni. Io le primavere in 34 anni di fabbrica le ho viste attraverso le finestre, dagli oblo' degli aerei, dai parabrezza delle auto. Poi qualche ora rubata all'alba, sul far della sera o quelle pochissime volte alla domenica... ma ritorniamo alla primavera di questo strano anno bisesto...
Io non ho ancora avuto il piacere di respirare quella sua aria particolare , appena calda , carica di umori di terra sovrastati dai profumi dei fiori. Non ho ancora sentito il ronzio monotono delle api e dei bombi , quando una fioritura esplosiva li manda in delirio . In mare non ho ancora avuto modo di pagaiare su quella distesa di acqua piatta, calma , pacifica , rilassata , annoiata , molle come un corpo morbido di una donna quando dorme . Non sono ancora stato accecato da quel sole del mattino ancora basso, quasi caldo . Non mi sono ancora fermato al largo di Camogli nell' aria tiepida , appoggiato su un mare come olio , cielo azzurro e montagne dell'entroterra con una sottile foschia di vapori notturni. Ho nostalgia di.....
....un'occhiata in giro , ..tappanaso e ...giu'! La pagaia e' lunga sul ponte , la testa alle ginocchia : in un secondo il mondo si e' capovolto .
La' sotto, stretto dentro al kayak, cerco la solidita' della materia con cosce e ginocchia per non perdere contatto con lo scafo. Tutto intorno e' fluido, morbido, molle. Mi guardo attorno , la vista offuscata . La luce e' tanta; quel sole che abbagliava in superficie , adesso e' qui sotto con le sue lame di luce che mi portano a guardare verso il basso. Mi giro , guardo questo spettacolo di contrasti : sotto profondita', colori scuri ,opachi e buio ;sopra azzurri, bagliori di argento e un tetto di luce . Quando mi sento bene , quando ho ripreso i ritmi del mare , del gesto e sono rilassato ,mi godo a pieno quella visione, come fossi li' solo da spettatore e non da protagonista. Mi sento impregnare di armonia , riaffiora da dentro la stagione della sonnolenza. Tardo ad emergere . Per pochissimi secondi che sembrano lunghi minuti , mi sento in pace ; una pace strana che si fa spazio nel pensiero,distende le ansie,ignora i malumori e cerca l'essenzialita' della vita: il respiro. Sto sprofondando in un me stesso diverso: non terrestre ,non bipede . Non ho il tempo per razionalizzare , non ho voglia di capire, preferisco godermi la magia di questo provvisorio stato di sospensione irreale . La felicita' e' anche questo,un profondo ed assoluto benessere , breve, intenso.
Manca il fiato !Di colpo i muscoli si tendono, partono in un movimento rotatorio: distendono le braccia, piegano e allungano la schiena . Mi fanno disegnare un arco all'indietro e toccare la con la nuca il ponte dietro al pozzetto. Le gambe danno efficacia alla rotazione del bacino , alla contrazione del fianco partita in contemporanea con lo scatto del primo muscolo.
Eskimo, ritorno al mondo.
Aria a pieni polmoni e qualche brivido a ricordare che l'acqua ha bisogno di tempi piu' lunghi dell'aria per riscaldarsi. Mi rimetto in assetto , mi risistemo sul sedile ,riallineo quello che avevo sul ponte , sputacchio , mi stappo le orecchie giusto in tempo per sentire la campana di San Rocco: armonia e melodia. Sensazioni ancora dentro e suoni che scendono , mi passano addosso ,si allungano correndo su quell'acqua tagliata di netto dall'orizzonte. Mentre mi ero assentato e' comparso un disegno geometrico dinamico: sulla superficie la scia del gozzo che va alla tonnara di Punta Chiappa...."mugugnando".. borbottando :.. saranno... lecce?... luassi?.. ancioe?...
Questa primavera non l'ho ancora vissuta cosi' e intanto lei se ne sta andando giorno dopo giorno . Le piogge hanno stressato alcune piante , che hanno foglie stentate , poco rigogliose, poco forti; alcune hanno evidenti i segni dei pidocchi . Prima chiedevano acqua , adesso sembrano chiedere sole ! Beh, consoliamoci , abbiamo davanti un'estate e ci sara' tutto il tempo per rifarci: raccogliere frutta matura ed eskimare in un mare in pace col cielo.
Corsica è un immersione nella natura selvaggia e incontaminata, vero e proprio cibo dell'anima, un viaggio capace di schiudere grandi emozioni in ciascuno di noi.
Corsica è lo sguardo che si perde in un mare carico di sfumature che oscillano tra il blu scuro e il cobalto, poi virano verso l'azzurro, il turchese e il celeste, e infine si macchiano di verde bottiglia e smeraldo.
Corse is an immersion in the wild and uncontaminated, real food for the soul, a journey that can open up strong emotions in everyone.
Corse is the look that gets lost in a sea full of shades ranging from dark blue and cobalt, then veering toward the azure, turquoise and aliceblue, and finally stained with darkseagreen and emerald.
In quel della Corsica, mentr'io spendea li giorni miei a studiar in terra d'Albione, l'IKdM compia la sua mission contra li venti di Bonifacio. Il buon Duilio tenea gli amici allegri e per il desinar non mancarono li pesci!
While I spent my days studying in England, in fair Corsica, the IKdM group was carrying out its a mission against the wind of Bonifacio. Duilio kept the friends happy and there was no fish shortage!
Yes Captain, I see them often, those guys a bit strange, now no more kids, with that spark of life in the eyes, spending their time to handle all those pretty colored kayaks, then they go into the sea to play as children and finally find themselves with a glass in hand in the usual tavern in the port .....
Atto Primo : L'incontro
Ogni azione umana ha un suo luogo ideale per esprimersi al meglio. Per noi allievi del Grande Gau", Marciana e' quel "dove" ogni cosa ritorna al suo posto. Riaffiorano ricordi nitidi di goffe pagaiate , affannati tentativi di appoggi, le paure di ribaltarsi, i primi eskimi non a buon fine e quel nuovo mondo liquido a portata di mano, con un "mare" di sensazioni forti .
E' venerdì' sera, si parla di meteo e luoghi dove andar a pagaiare. Previsioni pessime: scirocco sostenuto a partire da domattina e forse pioggia. Siamo in 9 attorno al tavolo ovale della pizzeria trattoria After Love. Il viaggio ha reso tutti un po' tesi , ogni idea/proposta ha le sue valide ragioni di essere e sarebbe bello realizzare quel pezzo di sogno che ognuno si e' portato fin qui. Gaudenzio verra' con noi e questo e' gia' un gran bel regalo!
Si andra' a pagaiare lungo la costa Nord, da poco dopo Portoferraio, fino alla punta estrema del versante nord est.
Questo per il sabato, mentre per domenica si vedra'domani sera ; io ho il chiodo fisso di onde e surf a Marina di Campo!!
Inizia la "Elba Closing Winter". Avevamo salutato l'autunno al Wiskie ed ora cerchiamo di chiudere la porta gelida di un inverno incerto, strano, pericoloso ed isterico. Siamo tutti un po' isterici, sara' una malattia del mondo contemporaneo?
Atto Secondo: il Sabato
Vento e pagaia, acqua limpida e rocce.
A chi il premio del miglior attore?
A loro : le rocce! Sono contorte, erose, rugose, sofferte; sono la pelle di un animale primordiale che di colpo si e' fermato per un Alt arrivato dall'alto. Sono rimaste li'sorprese, immobili, inerti, grevi, bloccate in un gesto estremo di forza immane .
Quei muscoli nascosti dentro quel suo corpo liquido , sono rimasti tesi , come quando alimentati da vene profonde, grige di falesia, nere di lava, rosse di ferro, giallastre di zolfo (scusami geo per l'ignoranza) , cercavano spazio verso un cielo che gli e' stato negato.
Oggi ciuffi incerti di rosmarino le stanno scalando e alghe verdi le stanno rodendo con la complicita' del mare. Gli occhi guardano quei monumenti tesi al cielo , merce povera e banale come un sasso, opera di Dio impastata di una bellezza imprendibile per un eccesso di normalita'.
Sono arte povera alla merce' dei venti e del tempo : le rocce stendono forme davanti a noi, che si moltiplicano in milioni di altre forme che la nostra fantasia espande all'infinito. Pagaiare oggi e' un sogno primordiale. Abbiamo pagaiato contro vento e ne usciamo stanchi, felici e con la voglia di fare quell'altro pezzo oltre Cavo e tutto attorno al Calamita, ma non domani, domani si preannuncia una lotta dura di onde e vento: vedremo.
Questa sera tutti a cena da Gau !!! Grazie Maestro, sempre massimamente signore ed ospitale !
Atto Terzo: la domenica.
Non so se ve lo abbia mai detto, ma quel fruscio ringhioso delle schiume che si frangono intorno , a me mette sempre un brivido. E' un soffiare di felino, e' un sibilare di serpente, e' una porta aperta tra me e l'inferno.
La spiaggia e' uno spettacolo di onde e schiume bianche. Loro , le onde, arrivano organizzate una dietro l'altra ed hanno una tattica terribile: una da' la prima mazzata di assaggio, l'altra colpisce ed arriva poi la terza che ti si avventa addosso ; segue una finta tregua.
Il gioco si ferma per poco e ricomincia da capo, comandato dalle bizze del vento . Se lui decide che quei pupazzetti si devono togliere di torno, alza di qualche tono il concerto e tra noi non ci si sente più'! Oggi vuol giocare e basta ,ma la battaglia pero' non manca.
Le prime surfate sono delle cannonate di adrenalina: vedo passare come siluri Duilio, Gaudenzio, Gaetano e poi Alessandro... Cesare.. Massimo; io e Tino stiamo ai margini , a studiare e guardando capire la forza del mare e le regole del gioco.
Io vorrei approfittarne per fare delle belle foto, ma stare in equilibrio con quelle onde arrembanti....Ci provo , tento, cerco un posto abbastanza vicino e accettabilmente tormentato. Mi ritrovo a surfare all'indietro, ma piano piano gli prendo le misure. Surfo ogni tanto anche io, ma non sono in gran forma e mi modero : tutto intorno e' uno spettacolo di "ragazzi" che giocano e fanno vedere uno spettacolo da palati fini.
Guardo e mi perdo in tutta quella confusione da sogno. Me la godo e mi ritrovo passeggero sul kayak di Duilio, su quello di Massimo, Alessandro, Cesare, Gau, Tino, Gaetano...corrono i miei occhi e il vostro gioco alimenta la mia gioia .
Qualcuno si ribalta, ha esagerato; qualcun altro parte a un quarto di miglio e cavalca la stessa onda fino a riva . Ci sono momenti in cui il mare e' solo schiuma..... : e' quello che sognavo! Domenica e' corta , Ale, Tino, Massimo lasciano la compagnia per primi ; domani sara' lunedì' e ricomiceremo a sognare .
Un grazie particolare in ordine alfabetico:
Ale per esserti districato tra mille impegni ed aver accettato il non campeggio, che prometto faremo alla prossima, prima occasione
Cesare per aver dato vita a pezzi di pietra fino a ieri materia inerte, dura, inanimata
Duilio per tutta la tua vitalita' simpatica, dirompente e guascona
Gaetano per averci messo un tetto confortevole sulla testa ed un caciocavallo sotto i denti
Gaudenzio per essere venuto con noi a giocare, averci ascoltato per ore parlare solo di kayak ed averci dato accoglienza caritatevole
Massimo per tutti quei brindisi che prima o poi spianano le montagne, accompagnati da sane risate rigeneratrici
Tino per saper mettere quella parola di pura tecnica , la' dove noi non sapremmo darci un perche'
Un grazie generale a tutti quanti , siete stati una splendida ed eccellente compagnia: vi abbraccio tutti ! Quando la prossima ?
Si narra che il sole ogni anno venga invogliato nella sua corsa celeste da 7 saggi che si recano in un punto del mare, ove egli va a tuffarsi la sera, 7 saggi i quali si avvicinano con una imbarcazione tipica del grande Nord e campeggiando (?) e mangiando e bevendo a più non posso, propiziano il ritorno della luce e del caldo, ricacciando indietro le streghe dell'ovest che portano invece il buio...
Data l'incresciosa assenza del Komandante che frenato da improvviso impegno si è dovuto ritirare ( però si è presentato all'imbarco e ci ha pre-occupato il parcheggio... grazie!!!...) mi trovo a dover fare io un minimo di resoconto.
L'uscita prevista a Recco l'abbiamo spostata in corsa su Sestri Levante (Recco chiuso per gara ciclistica) e nonostante le previsioni non si è visto vento... nemmeno un buffo a 3 km/h.
Piatta totale, sole, aria comunque fresca (perlomeno in mare, a terra tutti in T-shirt)
Consueto "delitto della dieta" consumato post pagaiata in quel della cantina.
Segnalo nuovo ceffo, quasi un bravaccio di Manzoniana memoria ...non fosse pe ril ciuffo... ;-)) che stava impassibile sulla scena del delitto, di fronte alla seconda bottiglia vuotata e al barattolino di zabaione depredato...
Che cricca di balordi che si incontra andando per mare!!
;-))
...ho scoperto un altro scafo dotato di V integrale per tutta la lunghezza dello scafo, semplicissimo, senza timone, nessuna vite, con fissaggi basati solo su legno e cordami.
L'avevo visto tempo fa in mare, veramente bello e filante, l'ho cercato in internet partendo da un vago "mah.. arrivano da Tahiti via Toulon.."
L'ho trovato e leggo le specifiche tecniche del modello "ARE" che sono "musica per le mie orecchie":
"The ARE design (V hull on the whole length) make it extremely fast on flat conditions while keeping great control and stability on bigger sea conditions.The sharper line of the ARE makes it perform great against the wind or to return into the swell."
Però... affanc... la legislazione italiana che li rende impossibili da muovere sul tetto di un'auto (7,23 mt!!)...zzo!!
Oggi si sono aperte le danze. Qualcuno ha ordinato "dancez...dancez...changez la dame", pardon, "le kayak"!
Cosi' e' stato : Alessandro sul mio Anas Acuta, Massimo sul Baidarka "Wee Daffin" ed io a cercare i miei limiti sul 515 ; Tino e Luca sui loro scafi "di ordinanza".
Oggi ti saresti divertito parecchio! Sul tuo Sirius S, seduto in poltrona, avresti fatto riprese memorabili. Pazienza, il mare e' sempre li' pronto a lanciare la sfida e noi,speriamo, pronti a raccoglierla !
Mondo grigio, mare a tratti color nero fumo. Atmosfera strana, niente di definito e nulla di prepotente, ma c'era nell'aria un po' di agitazione. La' fuori dal ridosso del porto di Sestri L, la faccia del mare era maligna. Non aveva la ferocia di quelle volte in cui senti scattare la potenza da sotto, in cui ci si sente piccoli piccoli.... Era un mondo di liquidi in movimento disordinato; un ribollire agitato e sconclusionato. Onde da tutte le parti, a volte importanti, altre risibili. Oggi il mare invitava al gioco, ma occorreva attenzione e soprattutto tecnica. Le regole le da' sempre lo stesso protagonista che ti ospita e si sa...:mai prenderlo con sufficienza. Ci siamo divertiti moltissimo, perche' ognuno ha dovuto darsi da fare e reagire a modo suo, nessuno escluso.
Le onde corte di superficie attaccavano da più' fronti: dx, sx,tre quarti prua, poppa..., con ogni tanto qualche bella collinetta da sud che arrivava al passo di carica, sormontata da mille sfaccettature e qualche schiuma. Che caos e che spettacolo di forme! Io con la mia acciuga ho vissuto la tensione della prima mezz'ora con molto impegno e pochissimo divertimento. Ale e' arrivato alla prima tappa nella Baia del Silenzio un po' contrariato. Massimo dopo aver apprezzato il Baidarka vintage, da un lato rimpiangeva tutte quelle surfate che avrebbe fatto con lo Xplore, dall'altro si compiaceva per aver sperimentato su un mare impegnativo uno scafo diverso e tecnico. Luca era soddisfatto del suo 536, anche se lo avrebbe preferito un po' più' reattivo e veloce; mentre il Tino aveva potuto prendere le misure al suo woody Baidarka...anche in condizioni particolari.
Avrai capito che tra le due baie, ognuno ha avuto qualche capello dritto in testa e qualche cosa a cui badare con sollecitudine. Io penso di essere stato il più' mal messo. Ho faticato parecchio a trovare il giusto ritmo e un equilibrio istintivo, come quello di chi va in bicicletta. Se penso che c'e' gente che con i surf sky fa gare in oceano...mi sento davvero scarso! I limiti non sono mai nello scafo, ma nella nostra testa, in quel timore atavico di ribaltarsi, che non ha ragione di essere per chi ha un eskimo sperimentato. Eppure e' misteriosamente cosi'!
Arrivati nella Baia del Silenzio ci siamo esibiti nella solita serie di eskimi a ripetizione...e misteriosamente qualcosa dentro di noi e' cambiato. Con l'eskimo avviene una specie di "reset", un rimettere a posto dei punti cardinali nel subconscio e poco dopo ci si sente completamente a proprio agio, la' dove poco prima si era tesi e a disagio! Misteri del mare e delle leggi dei liquidi dentro e fuori di noi. Quelle stesse onde che poco prima aggredivano e sbilanciavano, adesso arrivavano prevedibili e stimolavano al gioco.
Con una scelta di rotta ottimale "a zeta", siamo ritornati,sospinti da un discreto surf. Il disordine direzionale delle onde supeficiali, spesso impediva di avere una corretta visione, ma si sa : il mare si sente con "il fondo schiena". Oggi si doveva lasciare a lui il comando e proprio grazie a lui, ho fatto lunghi tratti di surf un po' "acciugoso", in bilico, ma esilarante..!! Stupendi i momenti in cui la prua sottile restava per lungo tempo sotto la superficie, tagliando come un coltello il cavo dell'onda, per poi riemergere, puntare verso l'alto e di nuovo rincorrere l'onda successiva....!! Mentre mi davo da fare, con la coda dell'occhio guardavo gli altri ; devo dirti che e' proprio bello tutto quel movimento: onde, cielo, mare grigio e kayak che emergono e scompaiono dietro colline di acqua. Vedevo gli amici scivolare veloci sui loro scafi quasi invisibili. Eravamo protagonisti di un mondo in movimento, un mondo da pittori futuristi, dinamico, con regole impossibili da capire per chi non
abbia sperimentato almeno una volta.
Cosi' e' finita la nostra pagaiata, a cui mancavi solo tu!
Ma non e' stato un finale banale, uno sbarco e basta. Ale ha dato il meglio: si e' fatto il giro completo del Anas e non contento si e' alzato in piedi !!! Grande! E' lui "our champion"!!!
Ciao Cesare, grazie ragazzi !! Mi raccomando...la prossima volta, venite numerosiiiii !
Antonio Colantuoni
PS: Antonio e Cesare... alla "Cantina dell'IKdM" mancavate solo voi!!!!
Entro dentro alla mia Meridian Kokatat nuova fiammante : confortevole, anche se l'avrei acquistata una mezza taglia più' grande. Quella successiva era troppo più' grande!
Siamo nel mio box, i kayak sono sul tetto della macchina, tutto e' stato caricato. Mi contorco e mentre mi infilo dentro a questa "camicia di forza", faccio un ultimo check dell'attrezzatura: i paraspruzzi...le pagaie..il paddlefloat..etc..etc.. quanta roba ci portiamo dietro? Non so, forse ha ragione la Alda: "abbiamo troppi aggeggi, o siamo troppo maniaci". A me sembra di aver bisogno di tutto e a NY lo scorso week end ho comperato un'altra borsata di ammennicoli, oltre a questo tutone rosso, che, una volta indossato, non mi accorgo di averlo addosso.
Il freddo oggi morde e le mani sono gelate. Riusciremo a farci una pagaiata rilassata e non sofferente? Boh?
Cesare e' gia' pronto , io armeggio... Alla fine si va! Peccato che Ale sia stato bloccato dal mal di gola e Massimo...Tino...con lui !
L'anno scorso avevamo tutti insieme rubato un giorno di primavera all'inverno. Quest'anno temo che si rifara' con gli interessi. Eravamo tutti quanti a Framura; tolte le tute stagne, si rimase in costume da bagno al sole ad asciugare pelli bianche ed attrezzature. Era stata una giornata di quelle da ricordare, un simbolo del nostro"kayak da merenda": il menu marino era ricco di.. salame.. polpette.. totanetti in umido... tomini di capra... e... dolci...!!! Fu una gran mangiata, dormita e una bella pagaiata.
Oggi litigo con il freddo, non mi garba. Sciavo senza guanti e adesso ad una temperatura ridicola rispetto a quelle...! Tempi, anni diversi...chissa'! Il freddo ormai mi priva di mobilita', le dita non articolano i movimenti, la forza scema e finisce chissa' dove. Mi sento come un marchingegno di ferro attaccato dalla ruggine: cigolo, sfrigolo, mi inchiodo.
Con il freddo entrare in acqua e' repulsivo. Cerchiamo un pezzo di risacca ,dove potremo bagnarci meno possibile e..
Ci siamo, la riva e' gia' sparita, si galleggia ; le leggi della fisica di colpo sono cambiate. Ero un bipede eretto in un equilibrio strano, lungo lungo appoggiato su un nulla; adesso sono un oggetto lungo ripiegato su se stesso , con il baricentro sotto il sedere.
Sono 15gg che non pagaio, ma non si giustifica questa disarmonia. Oggi non va per niente. Sara' il freddo, quel sentirsi uno stoccafisso...ma sono decisamente a disagio. Non dico nulla a Cesare, che e' gia' laggiu' a cercare soggetti per le sue inquadrature . Non "sento" l'acqua ! Maledizione, mi viene rabbia! Per fortuna non ho preso "l'acciuga" il 515! Mi sento poco sicuro... sull'Anas...che e' tutto dire.
Sfilo i guanti : trovato il colpevole! Mi mancava la sensibilita' della mano. Mi era gia' successo , ma non ci si pensa mai abbastanza . Mano e pagaia sono due sensori che trasferiscono i dati al cervello . Il mare racconta , la pagaia raccoglie il messaggio, la mano capisce e il cervello traduce e.... Quei guanti di "emme"..., e il racconto del mare si perdeva chissa' dove. Quante cose dice il mare alle mani? Senti la sua temperatura e la sua forza; lo senti sotto e lo senti sopra... Il padrone oggi non ha la voce rabbiosa, ha solo un po' i nervi tesi dal vento.
Le mani erano surgelate nei guanti, mi "facevano male": adesso l'acqua tiepida me le ha scaldate e sto meglio, riesco a pagaiare più' rilassato.
E' davvero disagevole sentire quelle stesse sensazioni dell'inizio: poco equilibrio, reazioni scoordinate, rigidita' di bacino, estraneita' liquida del mare... Quando stai bene il mare ti sembra " una superficie solida" a cui affidarsi...agganciarsi...appoggiarsi... Possibile che due guanti sottili...???
Bella, Ale, questa pagaiata di freddo e di inverno : ti sarebbe piaciuta parecchio!
Continuo usando i verbi al presente, mi aiuta a rivivere meglio le sensazioni vissute Foglie in acqua , vento nel cielo, mare agitato all'orizzonte, aria piena di umido: Camogli e' più' deserta che mai. Tutto il mare e' solo per noi.
Cesare pagaia su Xplore , io con il mio Anas; i nostri scafi rossi sono prigionieri di questo bozzolo grigio, si ribellano e sparano una brillantezza fluorescente. Strane quelle ondine che arrivavano da ovest. Da ovest? Vento medio forte da nord est e ...? "Cesare pensa cosa vuoi, ma a me non piacciono" . Sembrano scie di barchini, solo un po' sparagliate da increspature e qualcos'altro... Si va a Porto Pidocchio e qualcosa mi mette
in allerta. Guardo e non vedo , guardo e non capisco tutte quelle schiumette laggiu'. Le onde adesso fanno surfare e il gioco prevale sulla prudenza. Si corre, si scivola, si scherza. Quelle schiume la' in mezzo?
Sono li' a poca distanza e si stanno moltiplicando. Devo approdare a Porto Pidocchio per cause di forza maggiore . Mai più' qui, senza qualcosa da dare ai gatti! Quel micio grigio me lo portero' sulla coscienza , aveva una fame di quelle che cancellano ogni timore. Sarebbe venuto in kayak con me pur di salvarsi dal suo digiuno .
Adesso entrano onde anche qui ; usciamo da Porto Pidocchio e inizamo subito la salita. Dobbiamo scegliere una rotta diagonale: non si avanza ! Belle queste onde,.. averle da dietro..!!! La scelta e' efficace e la "Casa del Generale", quella bella signora del primo 900 seduta sulla scogliera, piano piano ci congeda: arrivederci contessa, spero di rivederla presto! Si pagaia di potenza e si spancia tra un'onda e l'altra: ci si diverte !
Kokatat e il suo goretex fanno il loro dovere ; le mani se tenute spesso in acqua se la cavano con un freddo accettabile . Guardo Cesare pagaiare, ha un movimento efficace, potente ; Xplore scivola, scorre. E' una "macchina moderna", rispetto al mio Anas che sembra un VW maggiolino; quello verde color pisello surgelato, che ha accompagnato i miei anni green. Il freddo non molla e lo sentiamo nonostante il pagaiare e tutto quello che ci siamo messi sotto. Si sta caldi con tuta e tanta roba sotto , come non avevamo mai messo.... Passera' anche questo febbraio e sara' marzo...aprile...
Davanti al mio box laviamo i due destrieri con la massima cura . E' finita anche oggi, peccato! Sono state due ore di svago, di cielo, di acqua e di sensazioni forti. Alla prossima e ...cercate di non mancare!!! Quando,
dove? In Corsica ad aprile ovvio!!!
...e quindi anche se il tempo si è messo al freschetto, questo week-end è stato comunque possibile fare una pagaiata di mantenimento giù al fiume Adda.
Massimo e io ci siamo concessi un paio d'ore da mezzogiorno alle due, nel momento più "caldo" (si fa per dire) della giornata. All'arrivo la temperatura era risalita a -3 -4°C che è freddo ma neanche impossibile
In effetti non è che si sia patito il freddo più di tanto, anzi, spingendo a risalire controcorrente ho anche sudato e la mani (chiuse nelle moffole) erano molto calde.
L'acqua era bellissima, molto trasparente, credo grazie alla neve/ghiaccio che blocca il dilavamento di acqua dai campi che portano morchia nel fiume.
Comunque, a dispetto dell'acqua pulita, eskimo non ne abbiamo provati... ;-))
Oggi è uno di quei giorni in cui i gatti stanno accoccolati vicino alla stufa. Scelgono una sedia, un cuscino e dormono un sonno interrotto ogni tanto da due leccatine ai polpastrelli, alle spalle, uno sbadiglio e poi ancora... nanna.
Noi siamo li' sulla spiaggia di Recco, sono le 9,45: piove. Sara' ancora pioggia per tutto il giorno e si parla di neve in estensione da nord verso sud. Tutto sommato sarebbe bello veder nevicare sui kayak mentre si è in mare...: idea balzana, ma molto greenland!
Oggi faremo del freddo e l'umido assorbito dalle mani si infilera' su per le braccia dentro i dry suit, lungo la schiena e dentro le ossa. Siamo li': io, Alessandro, Massimo, e Cesare. I kayak sono a dominate colore rosso: 2 Tide Xplore, un Anas Acuta e il Baidarka bianco di Ale.
Ale e Massimo sono arrivati: saluti, un abbraccio di benvenuto e poi cercheremo di fare in fretta, ma non troppo. Non si andra' lontano, un salto a San Fruttuoso e ritorno. Ogni movimento è un rito e il carica-scarica, porta in spiaggia-parcheggia, vestiti...ricordati la pagaia...sono tutti momenti da gustare. Oggi sara' compagnia e mare per poche ore: godiamocele tutte, non perdiamo un solo minuto!
Appena ci si vede inizia un dialogo fitto: idee, opinioni, scafi, onde, mare, vento e ricordi che si fanno largo nella memoria. Si pagaia gia' a terra!
Non c'è previsione di vento, il mare dovrebbe starsene in pace. L'occhio lo guarda e non gli crede. Lui sa essere più' furbo di noi. Abbiamo anche imparato a non credere troppo alle previ-meteo, qualcosa lo abbiamo gia' pagato e cerchiamo sempre di non pagarne ancora. L'orizzonte infatti parla di onde, anche se li' davanti è piatto. Una leggera onda lunga da sud racconta qualcosa che arriva stanco da lontano. Aldila' della "Punta" troveremo di certo un po' di mosso: ovviamente si parla di Camogli e di Punta Chiappa.
Gli umori del cielo e del mare sono gli stessi. Quando sei li' sulla spiaggia, li guardi entrambi e cerchi segni di lotta, di rassicurazione, o di allerta. Tutto è vestito di grigio scuro e argento. La' in fondo la linea dell'orizzonte indubbiamente è mossa: vedremo!
Dopo la "Punta" il mare non è mai quello che vedi aldiqua. L'arco della baia di Camogli è un piccolo laghetto nel grande mare, è cosi' protetto dai venti dei quadranti nord, sud ed est, tanto da creare un suo micro
clima.
Siamo in acqua, era ora!
Finalmente le mani toccano il mare e tutto dentro di noi inizia a cambiare.
Le prime pagaiate danno disagio, non hanno gli automatismi e l'armonia che troveremo tra un po'. Poche pagaiate e si entra nel porticciolo di Camogli. Ci infiliamo tra i gozzi ormeggiati; è uno zig zag tra cime, prue, timoni e catene di ancoraggi. Si respira puzza di gasolio, ma si vive quell'intimita' molto ligure, con quelle case dipinte che guardano lontano.
Oggi è giorno di pigrizia e non c'è nessuno in giro. Pippo deve aver trovato un amore stagionale e se n'è andato da questo autunno. Era più' di un anno che se ne stava li' a farsi coccolare dai pescatori e fotografare
dai turisti. Pippo ? Ah, gia', chi è? Un airone cenerino, che aveva occupato il vuoto lasciato da "Barbetta". Eh, beh, chi è...? Era un gatto nero e bianco, con mascherina bianca e pizzetto nero. Aveva il "suo"
pescatore, il decano di tutti quelli della cooperativa. Quando il gozzo del vecchio arrivava all'altezza del faro, Barbetta compariva, usciva dal suo rifugio. Gli andava incontro a suo modo, come sanno fare i gatti,
con quel finto disinteresse, movimenti lenti, dinoccolati, elastici.
Saltava su un gozzo ormeggiato, camminava in bilico su un remo, poi un altro salto su un timone e poi ancora un balzo su un'altra barca. Si fermava nel punto esatto dove si sarebbe fermato il gozzo in arrivo. In
cambio di tanta dedizione, lo aspettavano dei filetti senza lische di un pesce appena pescato! Vita da gatti e da aironi a Camogli!!!
Oggi il mare è da godere e non ci accorgiamo della pioggia. Per godercela tutta abbiamo scelto la rotta a pochi metri dalla riva. Giochiamo a passare tra gli scogli entriamo a porto Pidocchio. è sempre emozionante quel piccolo riparo, schiacciato sotto le pareti strapiombanti del monte di Portofino.
Lo Xplore di Massimo sembra un po' "appruato". Scopriremo che c'erano solo un paio di kg a prua, ma bastavano a modificarne il balance e renderlo meno giocherellone. Li metto nel day hatch e adesso Massimo mi sta attaccato alla poppa e giochiamo a ricamare tutta la costa a strapiombo.
Pagaiamo lungo quel confine precario tra l'onda che si schianta e la risacca di ritorno. è un gioco delicato, pericoloso, che va fatto con molta attenzione. I due Xplore sono incredibilmente maneggevoli: uno 5,50 di lunghezza, l'altro 5,30. Eppure si muovono agili come dei barchini.
San Fruttuoso è un luogo bellissimo, un angolo di storia struggente, remota e precaria. Quando non c'è nessuno ritorna un' abbazia-tomba, una chiesa di culto, un luogo di visita con un qualcosa di magico. Dobbiamo andarcene in fretta, un comignolo fuma una sinistra puzza di plastica che ci appesta. San Fruttuoso ci manda via...
Ritoniamo spinti da onde disordinate ma efficienti. Al ritorno sono sul Anas, che si esprime al massimo. Fila come un delfino: su e giu', su e giu'. Lo lancio spostandomi in avanti per pochi secondi: lo spingi in
scivolata solo quando ti butti tutto indietro. Arrivo ad alzarmi dal sedile pur di puntare i piedi e allungare la schiena indietro, continuando a pagaiare. è un gioco che mi diverte come un ragazzo. Oggi in mare
festeggio i miei 61 anni da ragazzo e questo surfare è un gran bel regalo!!!
Cesare sta sperimentando i nervi tesi di Xplore-s, Massimo lo vedo li' dietro, ma l'Anas non lo "becchi" se le onde sono importanti e rotte, Ale è la' fuori a frustare il suo Baidarka! Alèalèalè...!!!! Corriamo veloci e dimezziamo i tempi dell'andata.
Il Ikdm non puo' venir meno alla sua natura, al suo dna: si finisce con pizzata (incrocio tra pizza e focaccia al formaggio) e grigliatadi pesce.
Ciao ciao ciao... e...intanto...: W il kayak da merenda!!!!
Nelle ultime due settimane ho potuto testare il Greenland 550 con due uscite in mare e una sul fiume Adda dove è piatto, a Trezzo.
In the last two weeks I have tested the Greenland 550 twice in the sea and once in flat water (river Adda at Trezzo).
Le prime parole che mi vengono sono: agilità, sensibilità e velocità.
The first word which come to my mind are: agility, sensibility and speed.
Agilità perchè la barca risponde tantissimo all'edging e curva subito, sensibilità perchè lo scafo sente il mare, velocità perchè la barca è veramente scorrevole, specialmente in surfata.
Agility because the boat is reactive to edging and it turns quickly, sensibility because the boat feels the sea, speed because the boat glides easily, expecially in the surf.
La stabilità secondaria è buona, non ho fatto fatica ad usare la barca anche con un'onda media (1 m circa), anche se all'inizio i fianchi molto sfilati danno la sensazione di ballare (stabilità primaria bassa).
The secondary stability is good, I haven't had any problem with 1 m waves, anyway the first feel is of tippiness (primary stability low).
Rollare rolla bene... ma questo era scontato.
Great rolling machine, but this is obvious.
Non ho incontrato molto vento per cui non ho un giudizio in materia, comunque ponti bassi, hard chine e skeg dovrebbero permettere una buona prestazione.
I did not find much wind so I cannot judge the behavior in wind, anyway the low profile, the hard chine and skeg should allow a good performance.
Sull'acqua piatta (fiume Adda prima della diga) la barca non è così veloce come in mare, ma questo è tipico di tutti gli hard chine.
On flat water (river Adda on a lake before a dam) the speed is not so high as in the sea, but this is typical of all hard chined boats.
Il pozzetto è abitabile eccetto che per i piedi più lunghi, il mio 45 non ci sta se non a patto di inclinare un po' i piedi.
The cockpit offers lot of space except in the foot area, I have size 45 and I had to keep the feet tilted.
Non conoscendo la barca ho cercato di comprenderla anche attraverso un paragone con i design storici.
Farò delle grossolane semplificazioni ma credo l'idea di base sia buona.
Having little knowledge of this boat I tried to understand more through the hystorical design.
I will grossly approximate, but I think the basic idea is correct.
La barca è accomunabile ad un east greenland kayak, lunga, sottile, con i fianchi sfilati e un rocker basso-moderato.
The boat is similar to an east greenland kayak, long, fine, having flared sides and low-medium rocker.
Per chiarire cosa intendo, riporto qui sotto due esempi, presi dall'ottimo libro "KOG Kayaks of Greenland" di Harvey Golden
To clarify what I mean, I attach two plates taken from the very nice book "KOG Kayaks of Greenland" from Harvey Golden.
Il primo è un East greenland, kayak a cui assomiglia il 550, mentre il secondo è un West Greenland, kayak da cui discendono le canoe come l'Anas Acuta.
The first is an East greenland, similar to 550, the second is a West Greenland, the breed of the Anas acuta.
Si vede bene come l'east abbia fianchi sfilati, fondo quasi piatto e sia basso.
You can clearly see the difference of the east version in flared sides, almost flat bottom and low side profile.
L'avere velocità unita a manovrabilità è la caratteristica più strana del 550 (di solito le due cose non vanno assieme tanto facilmente). Credo questo sia una caratteristica del design east greenland. Questo vantaggio "si paga" di contro con una solidità di appoggio laterale più bassa rispetto ai west greenland come l'anas acuta e il kayak tende a bucare le onde anzichè saltarci sopra.
Having speed together with agility is the most strange characteristic of the 550 (the two things usually do not go easily together). I think this is a typical behavior of the east greenland design. On the other side the lateral support is more limited than the west greenland (eg the Anas acuta) and the 550 goes through the waves more than jumping on them.
In definitiva ho trovato una barca interessante dal punto di vista del design anche sotto il profilo storico e da un insieme non banale di caratteristiche quali velocità e manovrabilità.
So I found an interesting kayak both under the hystorical profile and having these two not-easily-put-together characteristics such as speed and manouvrability.
Giovedì scorso ho ritirato un Greenland 550 da CS Canoe (http:\\www.cscanoe.com) con l'intenzione di provarlo per decidere se acquistarlo o meno. Inizio a descrivere un po' la barca in attesa della prova in mare.
Last thursday I got a kayak model Greenland 550 from CS Canoe with the idea to test it and maybe purchase it. Some description before a test in the sea.
Si tratta di un kayak di concezione groenlandese ispirato al Qaanaaq ma decisamente diverso nelle misure (5,5 m and 50 cm)
This is a greenland kayak, looking quite similar to a Qaanaaq despite the different size.
Il gavone anteriore è da 24 cm perfettamente incassato.
The front hatch is 10" and is installed perfectly flush to the deck.
Il pozzetto è molto ampio, quasi un key-hole, aggancia molto preciso (anche se io preferisco l'oceanico...), ottimo il sedile fisso avvolgente.
The cockpit is a keyhole type, the fit is precise (I prefer the ocean cockpit anyway...), the seat pan is fixed and correctly shaped.
Il gavone posteriore ha il tappo ovale che permette di far passare gli oggetti più lunghi. Lo spazio sotto i ponti è comunque poco.
The rear hatch is oval and allows to fill larger objects. Anyway the storage space is limited.
Il rocker è medio, poppa e prua decisamente filanti.
The boat has a medium rocker, bow and stern are slim.
I fianchi sono ben sfilati, in accordo allo stile delle barche east greenland. Ciò dovrebbe conferire una buona velocità e capacità di risalire il vento. Idem per il rolling.
The sides are well flared, according the east greenland style. This should give a good speed expecially upwind. Same for the rolling, it should be quite easy.
Lo scafo è dotato di un generoso skeg, direi utile vedendo la sbananatura (rocker).
The hull has a generous skeg, which I suppose useful given the rocker.
Per la prova no ho resistito a togliere la barra dei piedi ed installare un tampone provvisorio.
To test the boat I preferred to remove the foot bar and to install a temporary plate.
D'inverno pagaio normalmente con un dry-suit cioè con un tutone monopezzo stagno, il tutto mi da grande comfort di movimento (meno freno dei movimenti rispetto alle mute di neoprene) e grande sicurezza (puoi saltare in acqua in ogni momento e non senti assolutamente il freddo).
L'unico problema è che queste tute non traspirano, se pagai tanto sudi e tendi a ritrovarti bagnato dalla condensa.
Al mare la cosa non è terribile, il clima non è poi così freddo, basta aprire la tuta una volta a terra e lasciare uscire la condensa
Se invece pagaio all'Adda, specialmente a Trezzo, l'arrivo è in ombra, spesso e volentieri con ghiaccio... li il freddo dovuto all'umidità lo senti subito. E' necessario cambiarsi in fretta.
Per questa evenienza abbiamo trovato un utile accessorio, ti tiene al caldo mentre ti cambi e ti evita l'arresto per nudità in pubblico.
Inoltre permette sceniche rappresentazioni di cappa e di spad...pagaia volevo dire!