lunedì 31 dicembre 2012

Ultima pagaiata del 2012

Finalmente dopo una serie di uscite un po' cocciute di mare e onda, ieri ho pagaiato a Sestri col mare piatto, sole, cielo azzurro, aria morbida, niente vento.
Una vera pacchia!



Con me Massimo sul Nordkapp LV e Roberto col suo Inuk Evo.
Grazie a Roberto ho riprovato in mare l'Inuk Evo trovandolo molto scorrevole eppure anche manovriero.
Il kayak rolla anche bene, infatti al ritorno in una prova a riva, sono riuscito a girarlo velocissimo e preciso con la pagaia wing e senza paraspruzzi... il che è tutto dire, infatti io con la wing sono 'na chiavica.
Non nascondo che il primo tentativo di eskimo avevo impostato una spazzata tipo pagaia greenland... ho agganciato l'acqua in un modo che non avevo previsto e sono rimasto sotto! eh eh ...succede..
Poi, ferito nell'orgoglione, ho riprovato, bello secco a pala corta e mi sono stupito di come il kayak si sia rigirato veloce e docile.

Non mi resta che chiudere questo 2012 augurandovi buon anno nuovo!





mercoledì 26 dicembre 2012

Sestriland

Oggi : il grigio ci si e' spalmato addosso, e' entrato nell'anima. Il mare di ferro galleggiava nell'aria e il cielo era intriso di pioggia.

Oggi: mare in salita, mare duro come malta, pagaie come pale, acqua pesante come neve.

Non ci siamo risparmiati, testa bassa e giu' fino a punta Manara; cuore a ritmi da bicicletta, mare in salita e fiato corto. L' occhio ipnotizzato cercava ordine in mezzo a quel caos di forme e masse in movimento. Mare pieno di fantasia e poca energia,  onde incrociate, accavallate, debordanti, fruscianti .

Eravamo felici di essere li' in mezzo, forse non avremmo desiderato altro. Sentivamo i corpi snodati, adattarsi a quei movimenti, a quelle follie liquide. Avviene qualcosa dentro e tutto si azzera, si normalizza.

In mare c'era scompiglio, forme veloci comparivano e scomparivano, come le traiettorie evanescenti disegnate dalle foglie nel vento.  Il mare disegnava e noi restavamo attoniti di fronte a quel mondo di sagome liquide, veloci. Quel gran da fare stanca ed oggi l'artista sembrava spossato ,esausto. Le onde non arrembavano cattive prue e poppe; ci sbattevano contro ubriache, come chi barcolla alla ricerca di un giaciglio di pace e riposo. Non era un mare difficile, ma tecnico, serviva esperienza, quel tanto per goderselo e come sempre un amico ed un buon kayak di cui potersi fidare.

Abbiamo pagaiato nel vento da Nord Est per una paio d'ore e affondato le prue nelle onde da Sud Est. Il ritorno e' stato in meta' tempo, con rituale sosta alla "piscinetta".

Oggi era il mare ideale per una surf-session "Sestriland". Mi sono chiesto che cosa sara' mai oggi per un bambino Gardaland? Io da ragazzino perdevo la testa per le giostre .... oggi per Sestriland. Oggi c'era anche lei la' in mezzo, ..ma si'! La cassiera felliniana, tettona e chiapputa, quella  dell'ottovolante che guardavamo ridacchiando: .. ... "siori e siore...ragassi e ragasse...venghino...gh-e' posto per tuti ..."...onde e surfate garantite..." stave' tenti la' in fondo...forsza.. sta' n' coda..!!! ....fate prima il bilietto a la cantina del polpo.....e..."non urtatevi.....!!!"...

Sestriland forever !

Tenendo un buon ritmo e con le giuste accellerate di aggancio, oggi era un mare molto divertente. Pagaiavo "a manetta"e ad ogni aggancio perso mi dicevo, che forse sarei andato meglio con in mano un' incrociata e la sua tecnica . Xcite chiedeva potenza, velocita', tecnica ed un atteggiamento aggressivo, dinamico, fantasioso. Con il mio bio-greenland style...mi sono sentito un po'vintage e un po' pesce di marmo! Mi posso consolare, non avrei fatto molto di piu': avevo il cuore a ritmi off limits ed ho dovuto fare almeno 3 pit stop di recupero... Lo scafo e il mare chiedevano, ma la carcassa ...non ne aveva piu'!

La Sestriland di Alessandro oggi ci ha regalato un ennesimo giorno divertente e molto, molto, molto.. Xcitante...... scusa Ale...... Baidarkesco!!!

Testo by Antonio

domenica 23 dicembre 2012

Pippo


Lui e' Pippo, la mascotte dei pescatori di Camogli e amicone di Simone. Insieme pescano , o semplicemente dividono il pescato , se di gradimento al palato fine dell'airone! Venne da giovane lo scorso anno, spari' nel periodo della nidificazione ed e' ritornato in autunno per svernare qui da noi.



Quando Simone arriva in porto, dietro al suo gozzo vola un airone e quando esce di casa lo chiama e lui viene a posarsi vicino al gozzo. Dagli estranei si tiene a debita distanza e se lo trovo per mare lungo la costa a picco del Monte di Portofino, fugge come fa di norma un airone che si rispetti ! Ciao guaglioni...quando venite a Camogli? ....vi devo presentare a Pippo!!! 

Testo by Antonio


Oggi il mare? Un gatto..


Era un gatto con il pelo arruffato e la coda gonfia. Soffiava e ci diceva "occhio che potrei graffiare"! Aveva due occhi neri e sopracciglia folte...un "gatto mammone", un diavolo! Roba da leggende, streghe e medioevo. Io, Tino, Alessandro...i 3 cavalieri dell'apocalisse su chigliati destrieri , cavalcando pianure liquide e mosse acque grigio verde. Mare deserto e onde medie da sud est che si schiantavano a punta Manara. Ovunque c'e' un luogo che racchiude l'anima del posto e cosi' e'quella Punta. La' si incrocia un mare che si divide tra la baia di Sestri e quella di Riva. Le onde arrivano arruffate da lontanissimo, guardano la terra arrivare loro contro e si spintonano l'una contro l'altra. Alla fine perdono tempo a sgomitare, a saltarsi addosso una sull'altra e si ritrovano a doversi dividere un po' di la'e un po' di qua; il resto esplode sulla punta. Il risultato e' un mare che si incrocia e si accavalla, creando un parco giochi dove la giostra piu' usata e' quella delle "montagne russe".
Ci ha sbatacchiati ben bene e ci siamo divertiti parecchio. Anas, Manu2, Baidarka tra un salto e l'altro penso abbiano apprezzato anche loro una sana session ginnica e un 23 dicembre 2012 a 13/14 gradi.....


Testo by Antonio

domenica 16 dicembre 2012

Mare da guardare e da temere


Alessandro e' la' in fondo, un puntino piccolo, un niente. Io sono in cima ad una collina di acqua che gli piomba addosso e non mi vuole. Lo vedo pagaiare come un forsennato, sembra voler scappare. I suoi movimenti sono potenti ma di relativa efficacia. E' dentro al cavo di un'onda gigantesca, in un avvallamento in cui potrebbe stare comodamente un palazzotto di due piani, io sto sul tetto. Pagaio con tutta la forza che ho per lanciarmi verso di lui . Mi sento che siamo due topi tra le zampe di un gatto, che la sa lunga;  speriamo non abbia fame!






Ho il battito accelerato e non bastano tutte le altre cento volte per rassicurarmi sull'esito finale. Sono frazioni di secondo che sembrano ore. Alessandro retrocede senza accorgersene, l'onda montante lo risucchia con acqua della sua stessa base. Io ho preso poco slancio e quell'animale carico di follia mi passa sotto velocissimo, scivolo all' indietro e tra poco saro' nella stessa situazione di Alessandro. Spero che quella dietro non sia un'onda frangente , altrimenti finisco sotto. Sento lo scafo fremere, soffre, e' incerto. La sua potenza e' al limite, anche lui fa fatica a dare battaglia: il gioco si fa duro! Ci sono onde di rifrazione troppo potenti per passare senza lasciar traccia. Il mare e' incrociato, balordo, vigliacco. Xcite se la cava, io devo fare attenzione. Alessandro e Massimo li vedo a tratti e mi sembrano nella mia situazione, un po' tesi.  Ma intanto Alessandro e' sparito e Massimo che controllavo con la coda dell'occhio mentre surfava a sinistra , non lo vedo piu'.



Oggi e' mare da guardare e da temere. E' forse troppo potente, ci sono serie di onde che superano abbondantemente i 3 metri, che si alternano con altre piu' umane ma dotate della stessa potenza . C'e' corrente, ci sono incroci pericolosi e accavallamenti improvvisi. Sulla scogliera esplosioni di schiuma risalgono le pareti per parecchi metri . Avevo voglia di tutto questo e di sedermi qui in mezzo a sentire il soffio sinistro dei frangenti che esplodono vicino.  Ma oggi non e' giornata per giocherellare. Andiamo avanti e indietro , avanti e indietro, attenti a tenerci bene al largo, lontani dal frangiflutti. Sono salite e discese, curve larghe, derapate e scivolate a velocita' esagerata. Giu' lo skeg e su' lo skeg quando le onde diventano piu' abbordabili. Penso che con una pagaia incrociata ne avrei agganciate di piu' , forse troppe. Ma e' un alibi, faccio quello che posso!
Sento l'onda arrivare da dietro, un po' mi inquieta. Ci do dentro, aumento la velocita' piu' che posso. Mi dico che se sara' abbastanza ripida potro' agganciarla, ma in realta' so che passera' e cosi' succede. Sulla seconda do' un'ultima accelerata per agganciarla e Xcite decolla; la prua punta verso il basso a 30 gradi, il rullo lo sento appena dietro al sedile che spinge. E' una sensazione strana, come quella che deve provare chi cammina su una corda tesa. E' un equilibrio precario. Continuo a pagaiare mentre surfo, per aiutare il kayak a non perdere velocita'. L'acqua che poco fa era durissima , adesso e' molle e poi di colpo la pagaia gira a vuoto: il surf e' al massimo, la velocita' e' impressionante. Sento il vento nelle orecchie e lo scafo che spiattella sull'acqua dura. Pagaia nel vuoto, prua nel ferro e sembra possa durare in eterno. Sono felice e preoccupato assieme; non devo fare errori , non posso distrarmi e fare il presuntuoso. Di colpo l'incatesimo si interrompe, lo scafo rallenta, l'onda e' li' che corre all'altezza delle mie ginocchia. Tento di non perderla, pagaio all'impazzata, mentre ricado inesorabilmente indietro. Meglio cosi'! Ho il fiatone e fatico a riprendere un ritmo cardiaco decente. Mi passa per la testa che il surf e'roba da giovani, che sara' meglio non esagerare con la pompa centrale! Decido di pagaiare rilassato e godermi questo spettacolo di vita quasi animale. Fatico a vedere il mare solo come un liquido spinto dal vento. Il suo movimento, i suoi colpi di mano, le sue tattiche e le sue cattiverie, sembrano pensate sul momento, giusto per me, per farmi un esame attitudinale, per farmi capire che li' in mezzo ci sto solo se lo vuole lui. Guardo agli amici per distrarmi un po' e rassicurarmi che tutto stia andando per il meglio.

Ci intendiamo a distanza e basta un cenno per capire che anche loro sono sul chi vive. Poco fa c'erano dei delfini in caccia, schiene nere, ombre veloci, pinne ricurve. Volevo dedicargli piu' attenzione, ma il mare non me lo ha concesso. Avanti e indietro, avanti e indietro...oggi e' stato un mare bellissimo, beffardo; un mare selvatico da guardare e da...temere! Ciao Cesare, Xcite ti aspetta!

Testo by A. Colantuoni

sabato 15 dicembre 2012

Prime onde col Nordkapp LV

Oggi ho provato il Nordkapp LV in mare a Sestri Levante, c'erano delle onde abbastanza alte per la media del mediterraneo (il meteo dava 2,6 m) ma decisamente morbide e poco adatte ad essere surfate, assieme a me Antonio su Xcite S e Massimo su Xplore.
Today I tested my Nordkapp LV in the sea of Sestri Levante, there were waves of good height for the mediterranen average (the forecast said 2,6 m) but very smooth and not suitable to be surfed. Fellow paddlers Antonio on Xcite S and Massimo on Xplore.


Grazie all'occhio acuto di Massimo subito in partenza abbiamo avuto il piacere di vedere i delfini nella baia...
Thanks to Massimo's sharp eyes just at the beginning we enjoyed to see some dolphins in the bay...




Abbiamo speso un'oretta ad uscire e rientrare in baia prendendo le onde che arrivavavo diritte da sud ma il tutto con poca resa, come dicevo le onde erano poco pendenti e molto veloci. Nonostante si pagaiasse duro ne abbiamo agganciate poche e per poche decine di metri.
Per quel poco che ho surfato ho avuto l'impressione che il Nordkapp non sia molto planante, tende a piantarsi nell'onda ed alzare acqua a lato (si vede bene nella foto sotto)... mi sembra meno cattivo del Baidarka a cui sono abituato.
Di contro è una barca che rimane prevedibile e manovra molto bene, per tenere rotta all'inizio usavo lo skeg ma poi l'ho tolto del tutto, si guida bene dando pancia.

We spent an hour paddling in and out in the bay taking the waves arriving straight from south... anyway not very effective, as said the waves were not steep and very fast. Despite we tried hard we could surf only few of them and for few tens of meters.
From the little I surfed I had the impression that the Nordkapp is not much planing, tends to stay in the wave and raise water to the side (you can clearly see in the picture below) ... it looks like less aggressive than the Baidarka I'm used to.
On the other end it is a predictable boat very easy to manouver, to go straight at the beginning I used the skeg but then I closed it, you can steer the boat with edging.



In queste condizioni ho visto che nemmeno l'Xplore di Massimo o l'Xcite S di Antonio (barche dallo scafo tendente alla planata) riuscivano a fare delle belle surfate.
In this conditions I saw that neither massimo's Xplore nor Antonio's Xcite S (boats with hulls suitable for planing) could surf properly

L'umore era comunque ottimo come si può vedere dalle foto...
The mood was anyway good as you can see in the pictures...



Come al solito abbiamo chiuso la giornata in un buon ristorante, mangiando e bevendo troppo!!!
As usual we closed the day in a good restaurant eating and drinking too much!!!



sabato 8 dicembre 2012

Freddo e comodità...

Oggi ennesimo giretto in Adda, ambiente bellissimo, tutto coperto di neve, ghiaccio e brina, acqua fumante di nebbia e cielo azzurro.





Assieme a Massimo ho pagaiato per un paio d'ore in tutta tranquillità.


Provvidenziale il mio furgoncino che è servito egregiamente da "salottino di cambio" (a -4°C si apprezza...)


In mancanza dei riti "liguri" (Cantina del polpo, pesce, vino etc.) ci siamo rifugiati all'ottimo "Lavatoio" dove stufa a legna e calici di Prosecco hanno riscaldato il nostro dopo pagaiata.

Un brindisi!!

venerdì 7 dicembre 2012

Wiskie 2012

Luciano our dear friend
the invitation did send
so also this year
we picked up our gear
and feeling a little bit risky
we went to the Wiskie


Also with rainy weather
we felt light as a feather
and now I still remember
this nice december















The sea is our friend
and we enjoy it till year end
A nice xmas to you
all part of this kayak crew!



















lunedì 12 novembre 2012

Giretto in Adda a Trezzo


Ieri 11 Novembre, pagaiata solitaria sull'Adda, situazione di piena, corrente gonfia di fango e con diversi tronchi e rami che venivano giù in ordine sparso portati dalla corrente.
Turbini veloci e masse d'acqua che ribollivano da sotto il pelo della corrente
Sono partito sotto una pioggerellina leggera che poi è diventata decisa e battente per la metà del tempo.
Bellissimo.
Avevo dimenticato persino di mettere il disco orario alla macchina, ma in quelle condizioni di vigili non se n'è visti ed è andata bene...

venerdì 9 novembre 2012

XX miglia


Eravamo in pochi, mancavano tanti amici del IKDM. Sarebbe stato bello esserci tutti, ma ormai e' quasi impossibile. Mettiamo da parte i rimpianti e parliamo di quei 3 giorni di XXmiglia, passati a parlare di tutto e di niente, ospiti invadenti di Ermanno e del Professore.  

La Liguria del Far West scivola verso la Provenza, e' ancora Italia per pochissimi chilometri, non e' ancora Cote d'Azur, ma forse non e' piu' Liguria. In questi anni con l'euro sono spariti i confini degli stati, estinte le dogane, ma la differenza tra i Balzi Rossi e Menton  rimane qualcosa di solido. Non ci si e' ancora mischiati e forse non lo faremo mai. E'come l'estremo Levante, che respira aria di Lunigiana e di Toscana. Mi sono chiesto se questa provvisorieta' stia in quella forma a curva: una salita di qua ed una discesa di la'. Sara' perche' e' una regione stretta e lunga come una banana, sara' che si deve stiracchiare da tutto Est a tutto Ovest per star dietro al correre del tempo: la mia Liguria e' provvisoria e non saprei se e' mare o terra. Stare in Liguria e' guardare il mare dall'alto, seduti sotto un albero d'ulivo. Da li' ci si sente confortare dalla solidita' delle montagne, salvo poi vederle sciogliersi sotto le piogge torrenziali. Ed ecco ricomparire quella sensazione di provvisorieta' con cui si deve convivere per stare in Liguria. Sentimenti e pensieri che perseguitavano gli spalloni sui sentieri del contrabbando tra Latte e Menton. Chissa' quante storie e paure sono scritte in quelle montagne che sovrastano la bellezza solare dei giardini Hanbury a Mortola inferiore! 

Nel ponte di Ognissanti eravamo in cinque (io, Alessandro,Tino,Massimo,Ermanno). Si e' pagaiato da XXmiglia a Menton. Il mare ci ha regalato una tregua, un intermezzo tra una libecciata e un'altra . E' stato uno slot di poche ore e ne abbiamo subito approfittato. 

(il gruppo a Menton)

(la pagaiata di sabato)


Strano questo mare di confine, mi invita ad andare lontano. D'istinto pagaierei fin sotto l'Esterel e poi avanti verso ovest fino a Saint Tropez ...Maseille...St.Marie de la Mere..Costa Brava...Baleari...Gibraltar... Passerei in Atlantico e sarei eccitato a sentire la sua onda lunga come il respiro di un gigante addormentato. Certo in mezzo c'e' il Golfo del Leone...le correnti che spingono al contrario e il rigetto del grande oceano... Qui nell'estremo Ponente non si sa piu' dove si e' e per questo ho avuto la sensazione di dover passare da li' per caricare gli amici di XXmiglia e ...andare...andare...sparire in un altrove lontano e avventuroso.
 
Alla prossima ragazzi e un abbraccio forte agli assenti . La fotografia qui sotto e' il mio sguardo verso Ovest.... 


Grazie Ermanno, grazie Professore e un saluto speciale anche a Fernando!

(testo by A. Colantuoni)

venerdì 12 ottobre 2012

Leudo ligure del primo novecento


Caricavano di qua e andavano fin la': acciughe, vino...quello che poteva servire a barattare qualcosa per sopravvivere. A vela latina e quando serviva ci si dava di remo. Da Sestri Levante andavano all'Elba, alla Gorgona... Inseguivano i "balun de ancioe" nei mesi buoni; era una gara con i tonni, se le rubavano e facevano a chi ne catturava di piu'. Andavano poveri e ritornavano con l'idea di esserlo un po'meno. Il mare era una grande strada e una ruota della fortuna. Capelli neri, occhi di fuoco, barbe incolte, brache larghe, canottiere bianche, sguardo fiero. Incontravano amori e morte , felicita' e disgrazia. Andavano, che restare era come arrendersi e non si poteva con quelle famiglie piene di figli . Su quei legni sono sopravvissute generazioni di pescatori e commercianti. Adesso i leudi li ancorano come vedettes al Salone Nautico di Genova.




In mezzo a Yacht milionari loro dondolano quieti, scricchiolano , le cime gemono , forse ricordano con nostalgia quando piu' che ammirati da un popolo di incapaci, erano protagonisti della commedia della vita . Adesso sono li' inerti, imbellettati come vecchie bagasce ,accarezzati da panni soffici, profumati di vernice sintetica. Il loro odore di fatica lo ricordano con rimpianto: niente vino versato nella sentina, niente umore di pesce marcio e acqua salmastra putrida. Se ne stanno accaldati sotto a questo sole autunnale figlio di un'altra epoca. Immersi in una quiete da museo, attraccati dentro ad una darsena protetta, infilati all'interno del porto della Superba, sembrano ancora aspettare una partenza . Dovrebbero essere intimiditi dal viavai di tutti quei traghetti che passano e da quelle montagne di container che li sfiorano. Ma il loro vecchio legno sa che quando quelli non saranno che rottame da fonderia, a loro bastera' la mano di "Don Matteo" per ritornare a nuova gioventu'! ..."...Umbre de muri , muri de majne', .. duve ne vegni' e duve l'e' che anee ..." ( Ombre di facce, facce di marinai, da dove ne venite, dove andate)...lo cantava Fabrizio De Andre'. Al leudo piace quella musica e ricordare i suoi marinai, tutti diversi ma tutti con la pelle uguale, rigata dal sole e cotta dalla salsedine: erano forti, avevano muscoli di acciaio. Adesso sentono il passo di scarpe tecniche e voci di mezzi uomini con le braghe strette, che parlano con la "evremoscia" di cose che non conoscono. Dove sono quei piedi duri come cuoio e quelle mani forti come tenaglie? La vecchiaia accatasta ricordi e alla fine per qualcuno galleggiano quelli piu' rosa. Il tempo esige pazienza e pretende saggezza, ma l'anima di quelle tavole spesse non si arrende . La forza di quei vecchi alberi racconta una potenza mai domata e un desiderio di mare mai esaurito. La' in mezzo a quel brillare di cromature e sberluccicare sinistro di carbon kevlar, sanno di essere i piu' dotati per resistere all'assalto del libeccio e dello scirocco. Le loro forme accasciate sono grasse, tornite come le chiappe delle donne di un popolo che fu. Mezzi gusci di noci enormi spaccate in due, sono grembi materni nati per proteggere tutti i loro figli. I leudi sono barche senza tempo, scafi per sempre . Si fa tardi, il mio tempo e' breve , devo andare. So che non riusciro' mai a navigare su uno di quei leudi: peccato! Ciao amici! Non sapete chi sia Don Matteo? Chiedete a Gaetano....

Testo by Antonio



venerdì 28 settembre 2012

Libeccio & autunno



Ci sono cose che combaciano perfettamente e si combinano insieme naturalmente : la mano nella mano, le note nella musica, le carezze nell'amore, i fiori nell'erba, il grano nei campi, le castagne nel bosco, la neve in montagna, l'acqua nei torrenti... il sole nel cielo.

Nel Levante non abbiamo molto e c'e' poco da sposare insieme. La terra sassosa ci ha fatto parchi, bisogna far di conto di quel poco che c'e'. Per fortuna ci pensano gli altri: libeccio & autunno!



Loro si amano, si corteggiano, si inseguono: cielo di nuvole e mare di vento.

Noi dalla riva guardiamo a ponente e lasciamo che quel soffio tiepido ci entri dentro: pelle salata, vestiti, impregnati, casa umida. Tutto si appiccica , si impiastra, si mischia agli umori del mare. Alla fine e' come se fossimo tutti la' in mezzo alle onde.
Il mare non bussa alla porta , non chiede permesso , non teme di importunare : e'maleducato e prepotente. Entra in casa con la sua voce spinta dal vento, si infila dappertutto e impone il rumore della sua guerra. Secondo me il mugugno dei genovesi e' nato da questa dittatura di acqua. Borbottare perche'.... Si puo' urlare al mare? Si puo' ordinare al mare? Si puo' ignorare uno che ci perseguita ovunque, che ci cerca rabbioso in ogni dove , che ci salta addosso alla barca, si scaraventa sul molo? Non ci resta che il lamento rugginoso del mugugno!

Oggi governa la legge del mare che ruggisce e bagna dappertutto.

Libeccio & autunno da queste parti hanno scritto la storia della costa, disegnato ripari, distrutto sogni, affondato fortune.
Libeccio & autunno sono anche oggi protagonisti di questo giorno grigio che si sta spegnendo con quello strappo arancione all'orizzonte.

Scrivo e sento i sassi che scavano le loro trincee con unghie di pietra. Li ascolto mentre cercano una inutile resistenza nel vano tentativo di non ritornare sott'acqua. Hanno sonnecchiato caldi nei mesi di sole, grigi e pigri signori della spiaggia dell' estate. Hanno sopportato di tutto, visto gente , sentito confidenze, raccolto rumenta, annusato profumi. Stavano bene, erano felici, si sentivano belli, interessanti quando toccati da dita curiose di ragazze e accarezzati da occhi di fantasia di bambini. Adesso e' dura ritornare a lavorare per quel mare bastardo, che li vuole schiavi e li schiaccia, li frantuma. Loro vogliono restare umili sassi asciutti, grigi, opachi, disegnati dai disegni magici e misteriosi dei cataclismi millenari. Il loro lamento e' un urlo soffocato, confuso, affannato nel ribollire di acqua e materia che raschia , trascina, rimescola e affoga. Proprio adesso che si erano abituati alla morbida e tiepida compagnia mammifera, si vedono riprecipitare in una disperata esistenza caotica e precaria , in una corsa folle avanti e indietro al ritmo del ringhio della risacca infernale.

Libeccio & autunno oggi giocano tra loro e la' fuori il mare e' ritornato padrone. Non c'e' piu' spazio per nessuno; lui spazza le spiagge e fa scappare le barche. Il mare pensa : finalmente da solo! Io lo ascolto come un dottore con l'orecchio al petto del vecchio che ansima. Ascolto il suo respiro, sento il battito del suo cuore per capire come potrei ingannarlo. Per questa sera gli lascio credere che potra' godere della sua solitudine, ma.... lui conosce navi e gozzi , pescatori e marinai, molto meno i kayak e la fantasia folle dei kayaker del Ikdm !

A presto mare di libeccio & autunno.

Libeccio & autunno ragazzi fuori le pagaie !!!!!!!!!!

(testo by A. Colantuoni)

lunedì 10 settembre 2012

Can you capsize the kayak?

...also in the middle of the sea?

Sure!!

Have a look...


mercoledì 29 agosto 2012

Torrente Noce

Ebbene si.. dopo tanto tempo mi sono deciso... e ho dato ascolto agli amici del Trezzo Kayak Canoa Club Capriate.... e ho messo le chiappe in un torrente!

Tutti dettagli più sotto (testo e foto by Cortez)




Come ormai ben sanno i miei due lettori (erano tre, poi la Lorenza si è dissociata: restano il Presidente, per dovere istituzionale, e il Man of the Match, ma questa è un'altra storia), la mia personale battaglia con la normalità è irrimediabilmente vinta (ossimori, che delizia!), il che preclude il passo ad un chiaro ed esaustivo report e li infila (i lettori) nel solito gorgo di sintattica perfezione e assoluta inintellegibilità … io parto, Voi fate come volete, non dite però che non vi avevo avvisato

Dedica
<< La barca è più sicura nel porto. Ma non è per questo che le barche sono state costruite>> (da: "Il cammino di Santiago", Paulo Coelho")
Ad A. e tutti gli amici del Trezzo(sulNoce)Kayak Canoa Club Capriate (del Noce), con viva riconoscenza

Colonna sonora

LATO "A"
<< COSA IMPORTA SE E' FINITA 
E COSA IMPORTA SE HO LA GOLA BRUCIATA O NO 
CIO' CHE CONTA E' CHE SIA STATA 
COME UNA SPLENDIDA GIORNATA 
UNA SPLENDIDA GIORNATA 
STRAVIZIATA, STRAVISSUTA SENZA TREGUA 
UNA SPLENDIDA GIORNATA 
SEMPRE CON IL CUORE IN GOLA FINO A SERA 
FINCHE' LA SERA NON ARRIVERA' >>

LATO "B"

<>


Sinossi
"Destra o sinistra?"
"Destra e poi sinistra"
"DESTRA O SINISTRAAA?"
"PUNTA GIU', E PAGAIAAA!"
(tratto da "Due personaggi in cerca d'autore")

Capitolo 1
Agosto uguale Noce, punto.

Capitolo 2
Se vi fosse sembrato corto il capitolo 1, rileggetelo con più attenzione, essendo lo stesso durato ben ventidue anni (tipo la pioggia a Macondo), più di duecentocinquanta lune di questo incessante e inesorabile fluire d'acqua
Nell'ultimo lustro ho avuto il piacere e l'onore di condividere con il Neuen Prasidènt le discese ardite e le risalite, tra cui spicca il volo nel bianco dello scorso Ferragosto con l'idrometro a 100 (provare per credere … ieri stavamo a 40)
Quest'anno nuovo capitolo della saga, che intitolerò "A braccia aperte" per la fortunatamente numerosa adesione dei sodali trezzesi (Claudiomagno, Joseph,  Stefanino con mammà non pagaiante e babbo giammai pagaiante) aggiuntisi ai soliti amici di pagaia Steeve&family, Rinaldo e Paolo … mi pare di non avere dimenticato nessuno, ma qualcosa non quadra …

Capitolo 3

<< Fino a quando un grande uccello marino, chiamato l’Albatro venne a
ttraverso la nebbia di neve, e fu ricevuto con grande gioia e ospitalità>>
Fatti gli equipaggi, caricati i legni e le annesse carabattole sui carriaggi, la transumanza procede placida e senza intoppi: l'intento è raggiungere l'alpeggio per le 10-10.30 (canoistiche, giova precisarlo).

Sosta volante a Edolo, per unloading di San Flavio da Pontirolo il quale, con velocipedico destriero (il cavallo di San Flavio)  e riserva di potassio rinfoderata nel tascapane a guisa di pistola (leggasi banana), apprèstasi a sfidare le balze e le rocce che, abbandonata la Statale del Tonale, attraverso la Val di Pezzo lo condurranno al mitico Passo Gavia, duemilaseicentoefischia metri di altitudine, solitudine e, una volta arrivato, beatitudine.
Qualche ora dopo, a banchetto post-discesa iniziato, spunterà tra gli abeti il profilo del Santo, planato fino a noi dopo avere aggiunto il Tonale al Gavia … così, a occhio e croce, s'è fatto 4.500 metri di dislivello in circa 6 ore, e poi i matti sono i canoisti!!! 
[Nota per tutti: si scoprirà poi che trattavasi di ologramma del Santo: quello vero, arrampicatosi arrancando fino al centro di Ponte di Legno e buttata la bici in un vicolo, s'è ammazzato di polenta e cervo annaffiato con litro di rosso, sonnecchiando su una panchina all'ombra fino al rendez-vous a Edolo col resto della carovana … altro che erbivoro!]

Puntuali come orologi svizzeri, alle 11 abbondanti (le 10.30 canoistiche, appunto) siamo all'imbarco del tratto Monclassico – Ponte Stori, un evergreen del Noce
Presenti e pronti in acqua: 9P, Claudiomagno* (in trance preagonistica), Joseph* (alla decima sigaretta e quinto spuntino), Stefanino* (sceso dal carro già con casco in testa), Steeve Caprari il Duca di Montagna con il duchino Daniele, Rinaldo, Paolofacheris, Duilio del Martesana e Cortez, con battesimo del  Noce (se non erro) per i tre asteriscati … 

C'è un'altra presenza, almeno io la colgo, la vedo … spettrale, occhi di ghiaccio con una vena di lucida follia, brandisce e rotea una spada di legno allargata alle estremità, roba mai vista prima in fiume: mi scopro a fissare lo spettro, cerco di capire, mi ricorda fortissimamente qualcuno ma certo mi sbaglio, no, decisamente no, non può essere lui, tutti ma non "Lui",  gli altri paiono accorgersi di nulla, lo vedo io soltanto, novello Macbeth insidiato da uno spettro creato dal suo stesso misfatto, l'avevo detto che qualcosa non quadrava, ed eccomi servito.
Prendo il coraggio a due mani e gli rivolgo la parola, tendendogli la mano, lui me la stringe, una morsa ferrea, la pelle ruvida e le dita quasi nodose, mi ricordano quelle d'un marinaio … mmmmh … si presenta come "Ale" (o ha detto "Banco"?) e smozzica parole tipo "the bird of good omen" e "prua al vento" all'interno di frasi che non intendo, evito di approfondire per non contrariarlo, facciamo altre due chiacchiere di circostanza poi lo invito a seguirmi e m'imbarco, e lui dietro, a tiro di pagaia …

Primo tratto tranquillo, fino all'ingresso delle Gole Boschive, con spazio per entrate in morta, traghetti e compagnia… il fiume è sincero, la linea ben visibile da monte e senza grossi cambiamenti di direzione, qualche sassetto/buchetto da evitare ma comunque non tira tranelli (un po' come 9P, per chi lo conosce).
Cammin facendo, alle prese con inatteso spasmo lombare, procedo senza sbattermi più di tanto, tenendo la linea più opportuna e aprendo così la strada a chi segue e non conosce bene il fiume … Ale tiene botta, segue bene la linea, all'inizio gli occhi di ghiaccio sembrano schizzare dalle orbite, l'espressione è contratta dallo sforzo alla ricerca dell'equilibrio, un po' faticoso all'inizio e che poi diviene invece naturale conseguenza di un gesto tecnico via via più efficace ed armonioso.

Giunti all'ingresso delle Gole Boschive, ci attendono la Mosca atomica e la duchessina Valentina, canoista provetta (altro che il padre) ma inspiegabilmente al palo causa anno canoisticamente sabbatico: Daniele sbarca, ha già fatto (alla grande) un bel pezzetto, meglio evitare di rincarare la dose.
Si ferma anche Ale, già orgoglioso della sua prestazione: quasi a voler protrarre la mia agonia, in piena sindrome di Stoccolma, gli suggerisco di non mollare e imbarcarsi sotto la Millebuchi, per non perdersi la seconda metà della discesa
Tutti gli altri ripartono per il tratto più impegnativo del percorso: al pensiero che il figliolo si guarda bene dallo sbarcare e continuerà imperterrito la discesa, la Mosca perde una delle sue 43 vite (and counting) ma tosto si riprende e torna a sprizzare energia da tutti gli occhi. [Nota per la Mosca: in araldica, la mosca ha significato di spirito tenace e battagliero … sarà mica scappato un complimento?]

Prima di ripartire, botta e risposta con 9P:
"Ma, secondo te, Ale non ti ricorda qualcuno?" 
"Ale chi?"

Capitolo 4

<< Ed ecco! l’Albatro si dimostrò un uccello di buon augurio; e seguì la nave mentre ritornava verso nord attraverso la nebbia e il ghiaccio galleggiante>>

Le Gole sono sempre un bel vedere e un bell'andare, mezzo chilometro in cui il fiume cambia carattere e si innervosisce, si fa spigoloso pur restando sostanzialmente sincero (un po' come il Cortez, per chi lo conosce), le sponde si chiudono alte e frondose sulla testa del navigante e lo immergono nell'ombra, preludio e monito alle immersioni nell'acqua che tosto arriveranno … all'esperto si allargano la bocca e il cuore e in un sorriso alla "oooh, finalmente!", al diversamente esperto si stringono la bocca e il c… in un ghigno alla "ooc*$$oooooo!"

Cortez chiude il gruppo e si tira dietro Joseph bello tonico e combattivo, solita linea a sinistra poi taglio al centro e via, fermata in morta e poi la Millebuchi, sempre mille ma ben più pacifici che in altre occasioni: tutti pennellano alla grande, spariscono i ghigni e trionfano i sorrisi , TrezzoKayak uber alles!
Intermezzo di river-rescue, recuperiamo pezzi di canoa e di canoista di un paio di tizi che scendevano un po' abborracciati,  ripartendo poi compatti e pugnaci, sotto con le 3 Montagne e le altre attrazioni del parco giochi, giù il gettone, nuovo giro, nuovo regalo … 

Nell'ultima parte del percorso, crescendo rossiniano col Bus de le rane e la rapida di Ponte Stori:
- menzione per la lode a Claudiomagno che passa a destra (dove non si dovrebbe) e si dirige nel bel mezzo del Buco: quando siamo già pronti a raccattarlo, dopo il solito trattamento riservato dagli anfibi al malcapitato, il Nostro booffa alla grande e vola via … vai a sapere se se n'è accorto!
- frullatina a Ponte Stori per Stefanino, fin lì perfetto (compreso l'eskimo in uno dei tre spot), che incappa nello sgambetto di un masso e volteggia tra aria e acqua … tranquillo S., è come l'unico piattello mancato da Jessica Rossi all'Olimpiade

Allo sbarco, recuperati gli effetti personali, profusione di paccate sulle spalle di reciproci complimenti e sincera amicizia.
Mi trovo a tu per tu con Ale, lui e io soli, coi piedi ancora nell'acqua, ci fissiamo per un attimo, che a me pare lunghissimo: adesso è chiaro, è certo, non è Lui, se il mondo ha un senso non può essere Lui … 'sto tizio qua, impalato di fronte a me, a suo dire mai andato in fiume, si è sparato metà Noce senza un bagno, una sgarbellata alle mani, un momento di vera difficoltà, volando tra i massi e nei gorghi senza quasi bagnarsi il ciuffo e mi venite a dire che questo Ale è "quell'Ale"? Le ricordo solo io le smarronate di quell'Ale, le scuse patetiche da lui addotte pur di sottrarsi alle sue responsabilità, le lotte infinite e sfinite per trascinarlo in fiume, giurando e spergiurando che sì, era in grado di farlo e sì, l'avrebbe fatto in sicurezza e divertendosi? Solo a me sovvengono gli infiniti suoi trucchi per destabilizzare il club e salare chiunque passasse da Trezzo, vaneggiando di acqua calda e barche con chiglia e timone? Siamo seri, e che diamine!

Epilogo
Questo o quello, chiunque sia, non smette di fissarmi, le labbra leggermente increspate in un risolino sardonico, e mi tende la mano, a chiusura di un frammento di vita cominciato qualche ora prima con identica stretta di mano: allungando la mano, sostengo il suo sguardo, ricambio il sorriso  e dico: "La risposta, amico mio, soffia nel vento" … giuro che avrei voluto domandargli "Ma tu sei lui?", ma non ce l'ho fatta.

Cortez




lunedì 21 maggio 2012

Surfing the Quiliano bar

Nei pressi di Savona sfocia a mare il torrente Quiliano che riceve l'acqua calda della centrale elettrica di Vado.
Il torrente crea onde statiche che si sommano scontrandosi con i  frangenti che arrivano dal mare.
Andando li in mezzo in canoa l'effetto è molto divertente, vieni fiondato dalla forza del mare contro le onde di corrente contraria, il tutto in acqua a 30°C...! 

Just outside savona there is the Quiliano stream which takes the warm water from the nearby power station of Vado.
The stream generates some static waves which clash against the breaking waves from the sea.
To go there with a kayak is really fun, the power of the sea is sending you against the current...and the water is really warm (approx 30°C, 85F)!


Oggi Cesare (col Sirius S), Antonio 
(col Sirius S) ed io (con il Baidarka Explorer) abbiamo passato due piacevoli ore a misurarci con questo ambiente molto dinamico. Le chiglie a V profonda dei Sirius e del Baidarka ci hanno aiutato non poco!

Today Cesare, Antonio and myself spent two nice hours trying to cope with this dynamic environment. The deep Vee keels of the Siriuses and Baidarka helped us a lot!

Le prime surfate
First surfing

Cesare in "acqua bianca"
Cesare in "white water"
Ooops, l'onda!! 
Oppps da wave!!



Alla fine, neanche a dirlo, ha prevalso lo spirito IKDM... .giusto per la una siamo rientrati per mettere le gambe sotto il tavolo. Prosecco, acciughe fritte e stoccafisso sono state il giusto coronamento della giornata.


Eventually, you bet, the usual seafood-craving-mood of our club "IkdM" has led us, just around 1PM into a restaurant. Prosecco, fried anchovies and stockfish helped us to celebrate the day.


Ciao!



sabato 19 maggio 2012

Primavera


Ma che strana primavera ! 

Tu e Gaetano, ci metto anche Gaudenzio, siete privilegiati, la vivete da vicino, la toccate in terra e in mare tutti i giorni. Io le primavere in 34 anni di fabbrica le ho viste attraverso le finestre, dagli oblo' degli aerei, dai parabrezza delle auto. Poi qualche ora rubata all'alba, sul far della sera o quelle pochissime volte alla domenica... ma ritorniamo alla primavera di questo strano anno bisesto...    

Io non ho ancora avuto il piacere di respirare quella sua aria particolare , appena calda , carica di umori di terra sovrastati dai profumi dei fiori. Non ho ancora sentito il ronzio monotono delle api e dei bombi , quando una fioritura esplosiva li manda in delirio . In mare non ho ancora avuto modo di pagaiare su quella distesa di acqua piatta, calma , pacifica , rilassata , annoiata , molle come un corpo morbido di una donna quando dorme . Non sono ancora stato accecato da quel sole del mattino ancora basso, quasi caldo . Non mi sono ancora  fermato al largo di Camogli nell' aria tiepida , appoggiato su un mare come olio , cielo azzurro e montagne dell'entroterra con una sottile foschia di vapori notturni. Ho nostalgia di.....

....un'occhiata in giro , ..tappanaso e ...giu'! La pagaia e' lunga sul ponte , la testa alle ginocchia : in un secondo il mondo si e' capovolto . 

La' sotto, stretto dentro al kayak, cerco la solidita' della materia con cosce e ginocchia per non perdere contatto con lo scafo. Tutto intorno e' fluido, morbido, molle. Mi guardo attorno , la vista offuscata . La luce e' tanta; quel sole che abbagliava in superficie , adesso e' qui sotto con le sue lame di luce che mi portano a guardare verso il basso. Mi giro , guardo questo spettacolo di contrasti : sotto profondita', colori scuri ,opachi e buio ;sopra azzurri, bagliori di argento e un tetto di luce . Quando mi sento bene , quando ho ripreso i ritmi del mare , del gesto e sono rilassato ,mi godo a pieno quella visione, come fossi li' solo da spettatore e non da protagonista. Mi sento impregnare di armonia , riaffiora da dentro la stagione della sonnolenza. Tardo ad emergere . Per pochissimi secondi che sembrano lunghi minuti , mi sento in pace ; una pace strana che si fa spazio nel pensiero,distende le ansie,ignora i malumori e cerca l'essenzialita' della vita: il respiro. Sto sprofondando in un me stesso diverso: non terrestre ,non bipede . Non ho il tempo per razionalizzare , non ho voglia di capire, preferisco godermi la magia di questo provvisorio stato di sospensione irreale . La felicita' e' anche questo,un profondo ed assoluto benessere , breve, intenso. 

Manca il fiato !Di colpo i muscoli si tendono, partono in un movimento rotatorio: distendono le braccia, piegano e allungano la schiena . Mi fanno disegnare un arco all'indietro e toccare la con la nuca il ponte dietro al pozzetto. Le gambe danno efficacia alla rotazione del bacino , alla contrazione del fianco partita in contemporanea con lo scatto del primo muscolo. 

Eskimo, ritorno al mondo. 



Aria a pieni polmoni e qualche brivido a ricordare che l'acqua ha bisogno di tempi piu' lunghi dell'aria per riscaldarsi. Mi rimetto in assetto , mi risistemo sul sedile ,riallineo quello che avevo sul ponte , sputacchio , mi stappo le orecchie giusto in tempo per sentire la campana di San Rocco: armonia e melodia. Sensazioni ancora dentro e suoni che scendono , mi passano addosso ,si allungano correndo su quell'acqua tagliata di netto dall'orizzonte.  Mentre mi ero assentato e' comparso un disegno geometrico dinamico: sulla superficie la scia del gozzo che va alla tonnara di Punta Chiappa...."mugugnando".. borbottando :.. saranno... lecce?... luassi?.. ancioe?...

Questa primavera non l'ho ancora vissuta cosi' e intanto lei se ne sta andando giorno dopo giorno . Le piogge hanno stressato alcune piante , che hanno foglie stentate , poco rigogliose, poco forti; alcune hanno evidenti i segni dei pidocchi . Prima chiedevano acqua , adesso sembrano chiedere sole ! Beh, consoliamoci , abbiamo davanti un'estate e ci sara' tutto il tempo per rifarci:  raccogliere frutta matura ed eskimare in un mare in pace col cielo.
Ciao , buon week end .

Antonio Colantuoni