martedì 16 agosto 2022

A lezione da Bruno

Ferragosto a Moorea, il tempo è decisamente brutto, piove, non dovrebbe essere così, gli isolani dicono che è del tutto anomalo... 


... pazienza, oggi è comunque una bella giornata perché sono finalmente riuscito ad organizzare di fare lezione di conduzione di canoa Va'a.

Passa a prendermi la signora Gislaine in hotel e mi porta alla sede di We do Va'a dove conosco Bruno Tahuiro, un 40enne che è stato un grande campione di Va'a e che ora è campione dei master e trainer della mitica squadra della Shell V6.. decisamente esagerato per un principiante come me, ma è l'unico che ho trovato!

La sede è una casa fronte laguna con tanti outrigger appesi qua e la, Bruno è un po' timido perché avevo anticipato a Gislaine che non parlo francese e lui non sa come rivolgersi a me, allora io abbozzo comunque due frasi col mio francese maccheronico e subito ci troviamo a nostro agio.

Mi cambio, mi danno una bella maglia rosa con grafiche di Moorea e si parte con Bruno ed un altro ragazzo di aiuto (purtroppo non mi ricordo il suo nome!). 


Alla partenza i due mi stanno molto vicino ed attenti, ho la netta sensazione che si aspettino che io vada subito a bagno, invece me la cavo, inizio a spingere la barca tutto sommato diritta e si inizia quindi a pagaiare verso il largo.


La laguna è tranquilla anche se fuori frange una bella onda. Bruno mi spiega che sul V1 non esiste un numero di colpi predefinito da fare a destra e sinistra, quello c'è solo sui V6, sul V1 comanda il mare e "la glisse" bisogna sempre "voir la glisse".... termine che mi dirà 50 volte e che capirò poi a casa col vocabolario che intendeva "la scorrevolezza" :-)





Dopo un po' di giro in laguna Bruno mi dice "dai vai bene, ti porto fuori dal reef" e ci dirigiamo ad una bocca di laguna; a lato frangenti imponenti che si schiantano sul corallo affilato ma il canale di uscita è largo e facile da percorrere.


Usciamo dalla bocca e di nuovo il mare è tranquillo, respira di onde lunghissime, ma dato che non frange sembra quasi piatto. 


Il frangente sul reef è comunque sempre li dietro di noi, fa un po' impressione perché appena ti allontani dalla bocca non la vedi più, è nascosta dalle onde e se non sai che è li non la trovi, certi punti in alcuni momenti sembrano piatti, sembra di essere alla bocca ma poi vedi che di colpo si alza il frangente... immagino qui la navigazione non sia poi così banale.

Pagaiamo per un po' lungo il reef esterno scendendo a SE sino a che Bruno mi dice "adesso facciamo un po' di surf a tornare indietro". Ci giriamo, io sono un po' lento e il ragazzo aiutante subito mi fa vedere un interessante trick, mette un piede in acqua a fare perno e la sua canoa frenata da un lato gira più decisa, semplice ed intuitivo.

Il ragazzo mi spiega anche la posizione delle gambe facendomi vedere cosa fa lui, capisco che si possono spostare le gambe avanti e indietro a seconda della propulsione; peccato capirsi poco perchè mi sembra davvero volenteroso di raccontare la tecnica.

Torniamo verso la bocca di laguna ed effettivamente anche l'onda lunghissima spinge un minimo la barca, incredibile, sembra di stare sul piatto ma si va. La mente corre alle onde corte e ripide del mediterraneo e già sogno di surfarle in futuro con un Va'a di questi.

Al rientro stringiamo un minimo verso destra nel passare la bocca, in pratica anzichè stare nel centro che non ha onda ci teniamo dove rimane mezzo metro scarso del bel frangente che sul reef schianta rumorosamente.

Provo a prendere velocità e tenere la canoa perpendicolare all'onda ma una passa e mi scappa via, l'altra la prendo ma mi storta un poco, lavoro tanto di pagaia a frenare da un lato sperando di raddrizzare ma perdo solo velocità e di nuovo l'onda va via, mi rendo conto che la conduzione di sti siluroni è tutt'altro che semplice.

Bruno e il ragazzo mi guardano comunque facendomi capire che vado bene, gli chiedo sempre maccheronicamente "alor je peux acheter en va'a et alleè dans la mediterraneè??", loro ridono e annuiscono "oui, oui!!"

Andiamo verso terra che diluvia, sta passando un fronte di temporale anche se qui gli spazi sono tali che è tutto amplissimo e sarà una brezza da 10 nodi, comunque la canoa va facilmente al vento e questo mi fa pensare quanta tecnica ci vorrà da noi con vento più variabile e onde più corte.

A terra appendiamo le canoe e nella semplice ma ampia capanna mi offrono un pranzo a base della buonissima frutta locale, scopro un cocco molto morbido, buono e dolce.... mi spiegano che è quello poco maturo oppure non ho capito nulla della spiegazione franco - tahitiana ed è un'altra varietà :-)

Tutti i presenti ci tengono a farmi capire quanto Bruno sia importante a Tahiti, quanto sia un grande campione, mi fanno vedere dei video delle sue gare sui telefonini... io di contro mostro qualche foto dei kayak greenland che suscitano il loro interesse e così passiamo un'oretta prima di salutarci.

Il ragazzo che mi manderà poi le foto fatte in mare mi saluta dicendomi "il prossimo campione sarò io", Bruno ride ma annuisce dandogli delle pacche sulle spalle già belle robuste per il tanto pagaiare.





Che dire... ho speso un po' per la lezione ma ho fatto davvero una piacevole esperienza con due fortissimi pagaiatori locali, per tutto il resto c'è mastercard :-)





venerdì 12 agosto 2022

Paddling in Moorea

Dopo i giorni a Tahiti ci siamo spostati sull'isola di Moorea, qui ho potuto provare un outrigger da pesca messo a disposizione dal nostro hotel.

Divertentissima anche se son partito che era di poppa e l'ho pagaiata sempre al contrario, nel piatto della laguna va bene tutto.


Il bilancere è praticamente un ramo, quel poco che galleggia basta a tenere la barca stabile e il suo peso non ti fa ribaltare dall'altra parte.


La seduta è semplicissima, alta, si ha un bel contatto con le ginocchia e la barca si porta anche con le gambe.





E' una barca decisamente pesante ma comunque facile da usare... certo due santi quando la tiri a terra magari li invochi... ;-)




mercoledì 10 agosto 2022

Finalmente su un Va'a !

Dopo averlo messo tra i miei obiettivi 10 anni fa, quest'anno son riuscito ad andare (in viaggio di nozze) a Tahiti dove ho finalmente provato una vera canoa Va'a polinesiana.


Condivido pienamente e riformulo quanto scritto dal Gruppo Va'a Italia: 

Solo chi l’ha già fatto conosce la sensazione che si prova a pagaiare su un Va'a. Il gesto della pagaiata è paragonabile ad una danza, la delicatezza di sfiorare l’acqua con l'Ama in un difficile equilibrio di forza e tecnica, la compostezza della seduta alta con i piedi nel fondo dello scafo e la ritmica flessione del busto quando si va a cercare più acqua sotto la pagaia. Il senso di rinascita ogni volta che si passa da un lato all' altro nel pagaiare. Il sentire scivolare lo scafo sull’acqua cercando la perfezione della tecnica. L'inebriante spinta dell’onda catturata dopo aver pagaiato con potenza a cui segue la sfida di mantenere la traettoria timonando, non è solo uno sport, è uno stile di vita, è un'arte antica che ci hanno regalato le popolazioni del grande Oceano Pacifico.

I Va'a sono bellissime barche, molto filanti e rappresentano per l'Oceano pacifico quello che il kayak Greenland è per l'Oceano artico.

Pazzesche le misure, circa 7,2 metri che le rendono davvero difficili da trasportare (almeno in Italia, a Tahiti le vedi sul tetto delle Renault 5).

  

Interessante la legatura dell'ama ancora realizzata con gli elastici


Un poco di modernità: il pozzetto è dotato di paratie così la canoa è inaffondabile.

 


Non sono barche facili e nemmeno i Tahitiani ci tengono a modificarle, per quello ci han già pensato gli Hawaiiani che hanno creato le OC1 più sbananate e dotate di timone, le hanno rese divertenti e facili sulle onde. Io stesso ho una vecchia OC1 Tsunami Allwave che adoro ma devo dire che questi Va'a sono un ritorno alle tecnica delle origini, un po' come usare la pala greenland al posto della europea.

Io me ne sono innamorato, sono barche scorrono ma richiedono una pagaiata attenta, vanno facilmente al vento, prima di portarle fuori laguna serve una certa esperienza ma affascinano per la loro semplicità.

Una qualità inaspettata è che  hanno una seduta che permette di tenere la schiena diritta, le mie vertebre L4-L5 ringraziano :-))


Dopo questa prova spero tanto di poterne portare una in Italia in futuro.

Aloha!!