venerdì 28 settembre 2012

Libeccio & autunno



Ci sono cose che combaciano perfettamente e si combinano insieme naturalmente : la mano nella mano, le note nella musica, le carezze nell'amore, i fiori nell'erba, il grano nei campi, le castagne nel bosco, la neve in montagna, l'acqua nei torrenti... il sole nel cielo.

Nel Levante non abbiamo molto e c'e' poco da sposare insieme. La terra sassosa ci ha fatto parchi, bisogna far di conto di quel poco che c'e'. Per fortuna ci pensano gli altri: libeccio & autunno!



Loro si amano, si corteggiano, si inseguono: cielo di nuvole e mare di vento.

Noi dalla riva guardiamo a ponente e lasciamo che quel soffio tiepido ci entri dentro: pelle salata, vestiti, impregnati, casa umida. Tutto si appiccica , si impiastra, si mischia agli umori del mare. Alla fine e' come se fossimo tutti la' in mezzo alle onde.
Il mare non bussa alla porta , non chiede permesso , non teme di importunare : e'maleducato e prepotente. Entra in casa con la sua voce spinta dal vento, si infila dappertutto e impone il rumore della sua guerra. Secondo me il mugugno dei genovesi e' nato da questa dittatura di acqua. Borbottare perche'.... Si puo' urlare al mare? Si puo' ordinare al mare? Si puo' ignorare uno che ci perseguita ovunque, che ci cerca rabbioso in ogni dove , che ci salta addosso alla barca, si scaraventa sul molo? Non ci resta che il lamento rugginoso del mugugno!

Oggi governa la legge del mare che ruggisce e bagna dappertutto.

Libeccio & autunno da queste parti hanno scritto la storia della costa, disegnato ripari, distrutto sogni, affondato fortune.
Libeccio & autunno sono anche oggi protagonisti di questo giorno grigio che si sta spegnendo con quello strappo arancione all'orizzonte.

Scrivo e sento i sassi che scavano le loro trincee con unghie di pietra. Li ascolto mentre cercano una inutile resistenza nel vano tentativo di non ritornare sott'acqua. Hanno sonnecchiato caldi nei mesi di sole, grigi e pigri signori della spiaggia dell' estate. Hanno sopportato di tutto, visto gente , sentito confidenze, raccolto rumenta, annusato profumi. Stavano bene, erano felici, si sentivano belli, interessanti quando toccati da dita curiose di ragazze e accarezzati da occhi di fantasia di bambini. Adesso e' dura ritornare a lavorare per quel mare bastardo, che li vuole schiavi e li schiaccia, li frantuma. Loro vogliono restare umili sassi asciutti, grigi, opachi, disegnati dai disegni magici e misteriosi dei cataclismi millenari. Il loro lamento e' un urlo soffocato, confuso, affannato nel ribollire di acqua e materia che raschia , trascina, rimescola e affoga. Proprio adesso che si erano abituati alla morbida e tiepida compagnia mammifera, si vedono riprecipitare in una disperata esistenza caotica e precaria , in una corsa folle avanti e indietro al ritmo del ringhio della risacca infernale.

Libeccio & autunno oggi giocano tra loro e la' fuori il mare e' ritornato padrone. Non c'e' piu' spazio per nessuno; lui spazza le spiagge e fa scappare le barche. Il mare pensa : finalmente da solo! Io lo ascolto come un dottore con l'orecchio al petto del vecchio che ansima. Ascolto il suo respiro, sento il battito del suo cuore per capire come potrei ingannarlo. Per questa sera gli lascio credere che potra' godere della sua solitudine, ma.... lui conosce navi e gozzi , pescatori e marinai, molto meno i kayak e la fantasia folle dei kayaker del Ikdm !

A presto mare di libeccio & autunno.

Libeccio & autunno ragazzi fuori le pagaie !!!!!!!!!!

(testo by A. Colantuoni)

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