Domenica 26 settembre abbiamo aperto la stagione di kayak autunno/inverno 2010 ritrovandoci (tanto per cambiare) a Sestri Levante.
Per l'occasione il mare ci ha ricevuto nella sua divisa da alto ammiraglio: blu scuro con bottoni dorati.
però il sole più basso all'orizzonte ha iniziato a dare quei riflessi dorati che sono tipici dell'inverno.
Assieme ad Antonio e Tino abbiamo pagaiato contro il vento di SE per poi tornare col mare in poppa verso Sestri Levante.
Io ero con il Baidarka e tenevo un buon passo e traettorie "di surf" molto rigorose, Antonio davanti a me con l'Anas acuta era anche più veloce ma con cambi di traettoria repentini.
L'Anas acuta... incredibile sto barchino, è un chiodo sul piatto ...ma aspetta che ci siano due ondine e fila come un siluro.
Dell'Anas ho i seguenti ricordi:
prima prova un paio di anni fa: entusiasmo per aver usato senza difficoltà un kayak da tutti ritenuto difficile, c'era un po' di onda a seguire e ricordo che lasciavo partire la barca, mini surfate e poi sterzate secche di 90° involontarie. Sembrava che dopo aver surfato la barca volesse girarsi per tornare indietro.
Ottima impressione di solidità quando l'onda ce l'hai al traverso.
qualche giornata con poco mare o ondina da 3/4... una palla da far andare, un chiodo, un continuo correggere di fianchi per tenere traettoria.
Ricordo l'attraversamento di un golfo di Riva Trigoso col Luciano e Antonio davanti a me, faticavo per tenere il loro passo (Sirius S e Viking).
Idem un giro sull'Adda sul piatto: comodo ma lentissimo
questa uscita: ritorno ad una situazione di mare mosso con però un paio di anni (miei) di abitudine all'hard chine.
Ebbene, sembrava un kayak da fiume, ho ripensato a quanto dicono gli americani "she turns on a dime" Al tempo stesso velocità di surfata e ottimo controllo tramite edging.
L'unica cosa le traettorie che fai non sono mai rettilinee, sono sempre degli archi, magari molto ampi ma la barca tende sempre a fare profili curvi.
Impressionante la solidità all'onda: fatta la surfata ti fermi e l'onda ti arriva addosso, come sei messo non importa, anche di traverso senti la chiglia squadrata che non vuole scorrere, sta li e tiene, e alla fine l'onda ti passa sopra.
Insomma una barca che non subisce il mare....al limite subisce il piatto!!!
PS: a proposito di "ricordi": memorabile il carpaccio di leccia con pepe rosa in salsa olio-limone che ci siamo mangiati poi al ristorante Polpo Mario!
L'Anas acuta... incredibile sto barchino, è un chiodo sul piatto ...ma aspetta che ci siano due ondine e fila come un siluro.
Dell'Anas ho i seguenti ricordi:
prima prova un paio di anni fa: entusiasmo per aver usato senza difficoltà un kayak da tutti ritenuto difficile, c'era un po' di onda a seguire e ricordo che lasciavo partire la barca, mini surfate e poi sterzate secche di 90° involontarie. Sembrava che dopo aver surfato la barca volesse girarsi per tornare indietro.
Ottima impressione di solidità quando l'onda ce l'hai al traverso.
qualche giornata con poco mare o ondina da 3/4... una palla da far andare, un chiodo, un continuo correggere di fianchi per tenere traettoria.
Ricordo l'attraversamento di un golfo di Riva Trigoso col Luciano e Antonio davanti a me, faticavo per tenere il loro passo (Sirius S e Viking).
Idem un giro sull'Adda sul piatto: comodo ma lentissimo
questa uscita: ritorno ad una situazione di mare mosso con però un paio di anni (miei) di abitudine all'hard chine.
Ebbene, sembrava un kayak da fiume, ho ripensato a quanto dicono gli americani "she turns on a dime" Al tempo stesso velocità di surfata e ottimo controllo tramite edging.
L'unica cosa le traettorie che fai non sono mai rettilinee, sono sempre degli archi, magari molto ampi ma la barca tende sempre a fare profili curvi.
Impressionante la solidità all'onda: fatta la surfata ti fermi e l'onda ti arriva addosso, come sei messo non importa, anche di traverso senti la chiglia squadrata che non vuole scorrere, sta li e tiene, e alla fine l'onda ti passa sopra.
Insomma una barca che non subisce il mare....al limite subisce il piatto!!!
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PS: a proposito di "ricordi": memorabile il carpaccio di leccia con pepe rosa in salsa olio-limone che ci siamo mangiati poi al ristorante Polpo Mario!
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