sabato 19 febbraio 2011

Dotazioni di bordo

Ricevo e pubblico questa "nota tecnica"? che ho ricevuto da Gaetano... insuperabile! 

Ma voi siete proprio sicuri di avere a bordo TUTTE le dotazioni previste dalla Capitaneria?

Il mio amico Antonio, evidentemente ha deciso di attrezzarsi per la navigazione in acque internazionali, si è dotato di idonea scialuppa di salvataggio. Non fidandosi delle doti marine dell' Avanaq fast, ha pensato che se le cose si mettono davvero male, meglio abbandonare la nave e tentare uno sbarco con qualcosa di più adatto...e cosa meglio di un bel kayak da rodeo?

Non chiedetemi come veniva l'appoggio, ho insistito perchè lo facesse, ma si è  rifiutato!

Saluti a tutti

Gaetano



domenica 13 febbraio 2011

(E)Xplore(r)

In questi giorni è finalmente rientrato  in Italia il Riki, ne abbiamo subito approfittato per invitarlo all'immancabile pagaiata domenicale in Liguria a Sestri.

Il Riki si è portato il suo fido Romany Explorer e Antonio ha portato l'Xplore... abbiamo potuto così confrontare i due kayak che sappiamo nascono dallo stesso progettista e hanno una impostazione abbastanza simile.

La giornata era ideale, un po' di onda, un po' di mare confuso che permette di sentire come lavorano gli scafi.
Abbiamo girato tra la baia principale, la piscinetta, la baia piccola, la punta di Riva, la spiaggia di Riva, di nuovo la baia piccola, la piscinetta etc. sino a totalizzare più di 4 ore di pagaiata e con scambi di kayak ogni mezz'ora.

Il più contento era sicuramente il Massimo che ha potuto provare in un colpo solo 4 diversi scafi su cui non era mai salito, mi sbilancio e pubblico quella che credo sia stata la sua personale classifica:
n. 1 Xplore
n. 2 e 3 Sirius S e Romany Explorer a pari merito
n. 4 Baidarka

Di contro il Riki ha invece una classifica praticamente inversa, è rimasto infatti colpito dalle caratteristiche di appoggio e rigorosità di navigazione del Baidarka.

La mia classifica neanche ci provo a scriverla perchè tanto... chi m conosce lo sa... sono fissato.

Fisse a parte, ho potuto studiarmi per bene il Romany Explorer che conoscevo da tempo ma che non avevo mai usato in prove comparate ravvicinate con altri kayak (non essendo io molto costante nel feeling con il mare e le barche, per avere un giudizio preciso devo provare le barche tutte assieme sullo stesso mare cambiandole due o tre volte, solo così mi oriento).

Il Romany si è confermato molto facile, pacioso, prevedibile al limite dell'essere noioso.
E' un po' largo per i miei standard (53 cm) ed essendo una barca da carico, usata da vuota tende a spanciare sulle onde.
La manovrabilità è sempre molto alta, il kayak risponde preciso.
Il rolling è semplicemente fantastico, è un turacciolo, nemmeno l'Anas acuta o il Greenland della Tahe sono così semplici e leggeri da girare.

La versione del Riki ha il rope-skeg cioè uno skeg che scende spinto da un elastico e viene tenuto chiuso da una corda di richiamo.
Ha il grande vantaggio che se picchia si chiude (c'è solo un elastico a spingerlo giù) e la corda di richiamo si può riparare facilmente senza attrezzi (infatti il rope-skeg viene usato per le spedizioni)

Il pozzetto è molto ben fatto (è ispirato ai pozzetti da acqua bianca) è ampio, si possono tirare fuori le gambe in navigazione ma al tempo stesso ha due generose alette che permettono un aggancio potentissimo, stile kayak fluviali appunto.

Il Riki ha eliminato lo schienalino mettendo un poggiaschiena in espanso, la soluzione è molto pulita ed esente da manutenzione (gliela avevo infatti copiata per il mio Greenlander).
Il sedile è perfetto, stondato giusto e senza punti di pressione.


Un'altra bella caratteristica è la pompa a piede montata con tutti i tubi avanti, il pozzetto rimane sgombro, non ci sono intralci ma al momento della bisogna si ha una pompa molto efficace.


Non mi ha invece convinto del tutto il tappo del terzo gavone, è molto laterale, si apre e si chiude bene, ma in una prova di risalita sul kayak l'ho fatto saltare via


Il Romany è dunque un gran bella barca anche se il confronto con l'Xplore rivela che la barca della Tide race ha segnato una ulteriore evoluzione in termini di comodità di seduta, di precisione e di cura costruttiva (ma per quest'ultima caratteristica devo dire che pesa la versione carbon-pro ... che vede materiali più sofisticati).

In chiusura di pagaiata, stremati da cotante prove non abbiamo avuto altra chance che infilarci nella cantina del Polpo e chiedere di essere rifocillati per bene.... è stato fantastico, peccato solo non ci fosse Cesare che come me attendeva da qualche tempo la riapertura della cantina.
Non ci resta che ritornare!!!

venerdì 11 febbraio 2011

Un giorno rubato all'inverno..

... non trovo una definizione migliore per una giornata simile quando, nel bel mezzo dell'inverno, c'è il sole, 18 gradi e la gente in spiaggia a prendere la prima tintarella.

Mare calmo e cielo azzurro, abbiamo optato per un tranquillo giretto tra le due baie di Sestri.

Antonio, ha provato la pagaia aleutina che avevo modificato, ecco le sue impressioni:

*** La baia e' assopita con la pelle liquida tirata a lucido, percorsa da qualche raro brivido di brezza. Piatta totale e rare onde appena percettibili, respiro del gigante dormiente. Sopra di noi una trapunta di ovatta ingrigita dalla polvere del cielo. Eravamo solo in 3, mancava il quarto e il solito Mauro. Attorno ai kayak Sonia, Anna e i richiami all'ordine di Martino. Preparativi veloci, movimenti automatici; il piacere di toccare e soppesare le amate attrezzature. Una vestizione medio peso e l'immancabile dry suit a darci liberta' di movimenti e di scelta.
La Mitchell restera' in macchina e faro' onore al genio di Ale, alla leggendaria aleutina N1, modificata di recente, accorciata e con quell' intrigante sagoma a lancia. Mi sento quasi un vero Inuit.
Due pagaiate e....giu'...testa sotto.. ! La Ale/Aleut lasento galleggiare un po' meno della Mitchell, mordere l'acqua con dolcezza, scorrere veloce in superficie. Mi dico che dovrò far attenzione a non fare movimenti
lesti, ma controllati, magari un po' volutamente rallentati, soppesati.
Da la' sotto la luce del mattino mi sembra più' forte e la guardo attraversare la mia visione sfuocata. A testa in giu', sott'acqua, il tempo e' strano, i sensi ovattati, non siamo l'uomo bipede di poco prima e neppure qualcos'altro. In quel mondo diverso vorrei poterci stare quel tanto che mi faccia capire,  provare ad essere pesce. Quello stesso tempo fatto di attimi lunghissimi, di colpo si esaurisce e mi chiede urgenza e azione. All'improvviso la pagaia che impugnavo mollemente, ritorna appiglio di salvezza. Questa aleutina ha un'ottima impugnatura, la inclino per cercare di farle mordere l'acqua : direi che e' un po' sfuggente. Non c'e' altro tempo per capire di più' : mi comprimo contro il ponte, allineo le spalle parallele al kayak, guardo quel cielo pieno di acqua e parto in una rotazione che vorrei più' lenta, dando pressione alla pagaia verso il basso, ruotando verso poppa. Scorre, si immerge un po' troppo e a meta' rotazione mi da' qualche timore. Aumento un poco l' angolo e richiamo con urgenza la rotazione del kayak, puntando di brutto il ginocchio dx e richiamando il fianco dx. Sento l'aria sulla faccia, sono ancora inclinato, non e' ancora fatta. Mi inarco con la schiena e sento la testa vicino al ponte dietro, mentre ormai il kayak e' perfettamente ritornato in assetto. L'acqua ricade dappertutto come una cascata e tutte le volte mi chiedo come possa aderire cosi' tanto ad un corpo. Sembra fatta di mille mani microscopiche che non mi vogliono mollare; ero prigioniero e adesso sono un evaso, libero da quel possesso oppressivo...... Non mi sono piaciuto, l'eskimo e' movimento armonico e non mi piace "strapparlo". Tempo due secondi, un'occhiata al verde grigiato del fondo sabbioso, un occhio di fianco e...speriamo che non ci siano meduse. La seconda facciata di freddo mi ha preso la testa in una morsa. Ho da qualche giorno dolori alla cervicale..... Secondo, terzo, quarto...eskimi, appoggi continui... la pagaia c'e' ! ***

Per il resto, a parte girovagare, guardare i fondali, provare qualche eskimo ....non abbiamo fatto un granchè.



Alla baia del silenzio sembrava estate con tanto di bimbi a mezz'acqua e gente a prendere il sole in maglietta o a torso nudo. Sonia ed Anna hanno comperato delle provvidenziali focacce e abbiamo mangiato li, dove ho avuto un bel da fare per tenere buono il mio piccolo Martino con i castelli di sabbia (mestieraccio quando hai su il dry suit mezzo aperto e non ti vuoi insabbiare...)





E così, nel più totale relax, è trascorso anche il resto della giornata.

Come sempre, un arrivederci a presto, in acqua, pagaia alla mano!