Domenica 22.12 ci siamo goduti una bella uscita a Sestri Levante con "i soliti" dell'IKdM ed alcuni amici appassionati di kayak greenland.
Eravamo:
- il N.1 su Xcite S
- io sul mio fido Baidarka II
- Cesare "peace and love" con il Sirius S
- Jonathan su Tahe marine un tempo appartenuto al N.1
- Max 5° dan su Xplore
- Elena su Qaanaaq
- Lorenzo su 550
All'inizio la baia era totalmente piatta e abbiamo pensato "oggi si pagaia giusto per fare un po' di km" invece fuori dal porto abbiamo iniziato a vedere delle belle onde all'orizzonte.
Verso punta Manara la corrente e le onde rifratte dentro il golfo creavano una zona perfetta per divertirsi a risalire le onde per poi ridiscenderle.
Lorenzo che è abituato al lago è partito con una certa prudenza e non era del tutto convinto di andare ad affrontare le onde, lo abbiamo dovuto invogliare ricordandogli che le onde corte del lago sono molto più difficili e che la temperatura dell'acqua era di 16°C, molto meno rischiosa degli 1-2 °C da lui affrontati pochi giorni prima al lago del Maloja.
Per non parlare del fatto che ha un buon eskimo e che quindi non ci sono problemi a rovesciarsi. Alla fine, se penso che ha messo assieme due variabili in un colpo solo = uscita su onde di mare con kayak non proprio stabilissimo, devo dire che ha navigato alla grande.
Elena era invece attirata dalle onde e da subito si è trovata bene, si è lanciata a punta Manara in più sessioni di aggancio delle onde in surfata, forse aveva una pagaia un po' troppo sottile per le accelerazioni necessarie ma se l'è cavata egregiamente anche contando che il Qaanaaq non è proprio una barca stabile. In baietta poi ci ha mostrato degli eschimi storm roll ben eseguiti ... io e il N.1 ci siamo detti "...ehhh questo è eskimare...".
Jonatahn che è un lupo di mare se ne andava a zonzo con il suo Tahe in totale relax, ma qui è scontato, essendo lui di Nervi giocava in casa su onde a cui è molto abituato.
Al rientro quattro chiacchere su eskimo, attrezzature, esperienze nonchè prove scambio di kayak e qualche tentativo di equilibrio (la panza incombe e il sottoscritto kayakista non è più agile come un tempo ... infatti in piedi sul ponte dietro non ci sto più.)
Preludio di finale con bottiglia di spumante offerta dal N.1 (grazie Antonio!) e gran finale mio e di Max alla Cantina del Polpo (menù: totani ripieni cotti al forno nel pomodoro, tagliolini al nero di seppia con limone, torta di mele, vino rosè insospettabilmente buono, caffè... così giusto in preparazione alle cene natalizie).
Speriamo di riuscire a fare una ulteriore pagaiata in queste vacanze e magari di provare un kayak nuovo....
Un augurio a tutti e arrivederci al 2014
giovedì 26 dicembre 2013
martedì 12 novembre 2013
Uscita con istruttori di Sottocosta
Domenica scorsa c'era una bella mareggiata sul mar ligure e con Antonio e Cesare si stava programmando una uscita nella amata Sestri Levante.
A gradita sorpresa invece assieme ad Antonio e Cesare sono stato invitato ad una session di allenamento degli istruttori di Sottocosta che si è tenuta a Varazze.
E' stato molto interessante partecipare ad un loro allenamento e vedere come Sottocosta, grazie al lavoro di istruttori come il Grugnola e il Benzi sia in costante miglioramento ed allineamento con gli standard applicati dalla BCU.
Cito la descrizione data da Guido (che ha coordinato il tutto) dopo l'evento:
"Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di uscire anche se non abbiamo potuto creare dei veri e propri casi di Incident Management molto vicino alla scogliera come avrei voluto: c'era troppo mare ed eravamo un gruppo numeroso. In questi casi è meglio privilegiare la sicurezza e dedicarsi ad altro. Abbiamo visto varie cose lo stesso (surf, traini lunghi e traini corti, kayak allagato, salvataggi assistiti, salvataggi assistiti con spalla lussata, mal di mare, ipotermia) e lavoreremo su altre la prossima volta."
Al ritorno nel porto di Varazze io e Cesare ci siamo dedicati a qualche surfata ed aggancio sulle onde che frangevano attorno ad un moletto, poi abbiamo lasciato il posto agli istruttori per un po' di sessioni di recupero su cui si sono allenati.
La gestione dell'uscita è stata ottimale ed è andata molto bene anche perchè le condizioni erano potenzialmente proibitive: molta onda sotto costa e vento forte di tramontana in arrivo. Fortunatamente la tramontana è arrivata solo in serata e ci siamo potuti divertire senza dover lottare con il grande nemico dei kayaker... il vento!
In serata è arrivata e non ha scherzato...
Ovviamente l'IKdM, ospite o no di Sottocosta... è sempre lo stesso e quindi non abbiamo trascurato il dopo pagaiata...
Dunque un grande ringraziamento a Guido e a tutti gli altri di Sottocosta per il gradito invito.
Alla prossima!
A gradita sorpresa invece assieme ad Antonio e Cesare sono stato invitato ad una session di allenamento degli istruttori di Sottocosta che si è tenuta a Varazze.
E' stato molto interessante partecipare ad un loro allenamento e vedere come Sottocosta, grazie al lavoro di istruttori come il Grugnola e il Benzi sia in costante miglioramento ed allineamento con gli standard applicati dalla BCU.
Cito la descrizione data da Guido (che ha coordinato il tutto) dopo l'evento:
"Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di uscire anche se non abbiamo potuto creare dei veri e propri casi di Incident Management molto vicino alla scogliera come avrei voluto: c'era troppo mare ed eravamo un gruppo numeroso. In questi casi è meglio privilegiare la sicurezza e dedicarsi ad altro. Abbiamo visto varie cose lo stesso (surf, traini lunghi e traini corti, kayak allagato, salvataggi assistiti, salvataggi assistiti con spalla lussata, mal di mare, ipotermia) e lavoreremo su altre la prossima volta."
Al ritorno nel porto di Varazze io e Cesare ci siamo dedicati a qualche surfata ed aggancio sulle onde che frangevano attorno ad un moletto, poi abbiamo lasciato il posto agli istruttori per un po' di sessioni di recupero su cui si sono allenati.
Foto by: Luca Benzi
In serata è arrivata e non ha scherzato...
Ovviamente l'IKdM, ospite o no di Sottocosta... è sempre lo stesso e quindi non abbiamo trascurato il dopo pagaiata...
Dunque un grande ringraziamento a Guido e a tutti gli altri di Sottocosta per il gradito invito.
Alla prossima!
sabato 2 novembre 2013
News da Ventimiglia...
Questa mattina vi pensavo, ricordate la mareggiata dell'anno scorso quando ci siamo visti? ... questa mattina era lo stesso.
Quando sono sceso dalla campagna ho visto il motoscafo della Capitaneria che ballava fra le onde: brutto segno! Infatti poi sulla passeggiata a mare a 200 m da casa uno yacht a vela di una dozzina di metri era lì spiaggiato, la gente come le mosche..... pomeriggio vado anch'io a vedere cosa è successo.
Peccato non poter uscire oggi, l'acqua è ancora calda, si sta benissimo senza neoprene ai piedi.
Ciao!
Ermanno
lunedì 21 ottobre 2013
Le acciughe fanno il pallone
Oggi il giorno e' lattiginoso, la nebbia delle pianure spinta dal respiro del nord ovest si e' staccata da terra, si e' avventurata oltre l' Appennino. Come nel romanzo "il deserto dei Tartari", anche lei attesa da molto tempo ha trovato il mare impreparato . Superato l'ultimo crinale ha incontrato l'aria tiepida del mare, che presa alla sprovvista si e' solidificata in una condensa sottile.
Sopra, attorno a noi la cortina opalescente ovatta tutto; sotto l'acqua cristallina, evanescente, e' di un celeste chiaro con sfumature verdine. Si pagaia piano in questa atmosfera speciale , rilassata, addormentata, autunnale, tiepida.
Siamo a Bergeggi e davanti a noi l'isolotto, piramide di sassi, e' residenza di centinaia di gabbiani . Di solito li si vede posati dappertutto, oggi sono in giro.
Con Cesare non gli prestiamo attenzione, non vogliamo distrarci, abbiamo voglia di goderci ogni metro di questa pagaiata . Ci limitiamo a farli involare quando le nostre rotte li incrociano.
Tanti sono giovani, marroncini , zampettano ingobbiti e tentano un'ultima questua ai tanti adulti intenti a scrutare l'orizzonte. Sembrerebbero tutti a riposo, ma questo di oggi sa di tregua armata.
Le aguglie sfrecciano , cacciano, hanno fretta. C'e' qualcosa nell'aria e non ci mettiamo molto a capirlo. Strilli, tuffi, voli radenti ....e' incominciata la mattanza: in acqua le acciughe con sotto pesci a pranzo e sopra pennuti affamati. A loro non resta che appallottolarsi , fare un'ammucchiata spessa come un unico corpo sgusciante, viscido, lucido.
Troppo per resistere, pagaiamo e ci finiamo in mezzo. La superficie ribolle di migliaia di pescetti, "le acciughe che fanno il pallone"..., che al nostro arrivo ondeggia, cambia sagoma e fugge, dandoci il tempo di mettere maschera e tappanaso. La' sotto la baraonda luccicante conosce chi le morde da sotto, chi le pinza da sopra, ma quel mostro con la pagaia non sanno proprio chi sia. Si inabissano, spariscono: e' stata una magia!
Bella giornata, grazie Cesare!
Ovviamente non ci rimane che spiaggiare e consolarci alla IKDM boys !
Un brindisi agli amici, in attesa di vedervi al Wiskie 2013 !!!
Sopra, attorno a noi la cortina opalescente ovatta tutto; sotto l'acqua cristallina, evanescente, e' di un celeste chiaro con sfumature verdine. Si pagaia piano in questa atmosfera speciale , rilassata, addormentata, autunnale, tiepida.
Siamo a Bergeggi e davanti a noi l'isolotto, piramide di sassi, e' residenza di centinaia di gabbiani . Di solito li si vede posati dappertutto, oggi sono in giro.
Con Cesare non gli prestiamo attenzione, non vogliamo distrarci, abbiamo voglia di goderci ogni metro di questa pagaiata . Ci limitiamo a farli involare quando le nostre rotte li incrociano.
Tanti sono giovani, marroncini , zampettano ingobbiti e tentano un'ultima questua ai tanti adulti intenti a scrutare l'orizzonte. Sembrerebbero tutti a riposo, ma questo di oggi sa di tregua armata.
Le aguglie sfrecciano , cacciano, hanno fretta. C'e' qualcosa nell'aria e non ci mettiamo molto a capirlo. Strilli, tuffi, voli radenti ....e' incominciata la mattanza: in acqua le acciughe con sotto pesci a pranzo e sopra pennuti affamati. A loro non resta che appallottolarsi , fare un'ammucchiata spessa come un unico corpo sgusciante, viscido, lucido.
Troppo per resistere, pagaiamo e ci finiamo in mezzo. La superficie ribolle di migliaia di pescetti, "le acciughe che fanno il pallone"..., che al nostro arrivo ondeggia, cambia sagoma e fugge, dandoci il tempo di mettere maschera e tappanaso. La' sotto la baraonda luccicante conosce chi le morde da sotto, chi le pinza da sopra, ma quel mostro con la pagaia non sanno proprio chi sia. Si inabissano, spariscono: e' stata una magia!
Bella giornata, grazie Cesare!
Ovviamente non ci rimane che spiaggiare e consolarci alla IKDM boys !
Un brindisi agli amici, in attesa di vedervi al Wiskie 2013 !!!
domenica 6 ottobre 2013
Pace 17 - Gaetano's test
Sono appena rientrato da una prova abbastanza esaustiva del Pace 17 e pensavo proprio di scrivervi due righe!
Dunque, cominciamo dicendo a cosa serve: non pensiona assolutamente l' Xplore, come dicevamo due giorni fa. Sebbene superiore in velocità e maneggevolezza, non lo è affatto in versatilità d'uso. Il materiale con cui è fatto, il Core Lite, sebbene rigido e leggero, pare sia difficile da riparare, pensate allora a uno sbarco sui sassi con quella prua appena stondata...oggi che c'era appena un po' di dumping wave ho preferito scendere in un metro d'acqua piuttosto che a terra, pensate a farlo su una spiaggia sassosa col kayak carico. Una bella prua slanciata con tanto di keel strip è un'altra cosa.
Veloce è veloce, nessun dubbio, ma con un mare 3 al lasco/traverso senza timone era peggio di una greenland style impazzita, magari carica il comportamento cambia, ma non ne sarei troppo sicuro. Col timone tutto ok, ma so come la pensate tutti riguardo al timone: non è nella nostra forma mentis. Certo un bello skeg... ma come si lavora 'sto Core Lite? Chi è in grado di applicarci lo skeg?
Questi i lati negativi, dei positivi, la maneggevolezza, la veocità e la stabilità, ne abbiamo già parlato, e concordiamo tutti nel ritenerla una barca eccezionale. La userei però per farmi tirate di 30 e passa miglia, magari con caffè a Positano, o aperitivo a Portofino, più che per campeggiare ad Agriates o a Ponza, una GT come usava una volta, più che una macchina da rally africano. Per me va benissimo, è quello che mi mancava in estate con mare piatto e maestralata pomeridiana, ma pensateci bene prima di pensionare gli Xplore!
PS: avendo provato anche Inuk sport e pro, Pace18, Epic... penso che questo discorso si possa più o meno fare per tutte, pregi e difetti delle singole barche a parte.
Gaetano
Nota di Alex: Gaetano è un kayaker di lunga esperienza (>20 anni), è istruttore di Sottocosta e, bontà sua, pesa 110 kg.
venerdì 4 ottobre 2013
Pontine 2013
Ponza, Palmarola ... wonderful islands!
Quest'anno, finalmente (era anni che ci pensavo), sono riuscito a partecipare alla manifestazione di Sottocosta alle isole Pontine.
L'ottima organizzazione di Fabio detto "Er Caciaro" ci ha permesso di goderci le isole al meglio... un sentito grazie!
Bellezza di rocce e acqua oltre ogni speranza, non a torto diversi kayaker mi avevano detto "vai a Ponza e Palmarola... sono tra le più belle di tutto il Mediterraneo"
Una nutrita compagine IKdM era li con me...
....e "o puoork 'aa soonaaato!! "
Quest'anno, finalmente (era anni che ci pensavo), sono riuscito a partecipare alla manifestazione di Sottocosta alle isole Pontine.
L'ottima organizzazione di Fabio detto "Er Caciaro" ci ha permesso di goderci le isole al meglio... un sentito grazie!
Bellezza di rocce e acqua oltre ogni speranza, non a torto diversi kayaker mi avevano detto "vai a Ponza e Palmarola... sono tra le più belle di tutto il Mediterraneo"
Una nutrita compagine IKdM era li con me...
....e "o puoork 'aa soonaaato!! "
Ciao!!
lunedì 1 luglio 2013
Guardare il mare
Oggi è uno di quei giorni in cui l'occhio non si stacca da li: cielo azzurro assoluto, mare frusciante color del cielo, brezza fresca, sole caldo splendente... E' il quadro di una bellezza strana, fissa, ripetitiva, sempre lei e sempre diversa, bella perchè uguale a sempre. Potrebbe essere il ritratto fisico della felicità.
Lo guardo e penso a quanti occhi lo abbiano consumato nei secoli. Odiato da tanti, amato da molti, temuto da altri. Erano occhi di chi arrivava, partiva, scappava, si nascondeva. Occhi nell'aria e occhi subacquei voraci di verdesche, spalancati di acciughe e innocenti di pulcini di gabbiano.
Il "Monte"anche oggi se ne sta un po'distaccato, impassibile alle chiappe dei turisti, a tutta la plastica galleggiante che lo assedia, ai ronzii dei motori che lo appestano. Lui è altero, barbuto, azzimato, ossuto; ha un carattere scontroso, non gli si garba mai. Da solo precipita la sua frana di verde brillante e scuro fino a sprofondarla in acqua. Ogni tanto esagera e lancia qualche masso, tanto per tener lontano qualcuno, l'ultimo grande come una stanza. Nel suo essere autistico, qualche messaggio cerca di darlo, con fatica cosmica allunga il dito di roccia di Punta Chiappa verso ponente. Lo fa convinto che quella specie di indice di conglomerato di Portofino basti contro il mare. La "ciappa", punta Chiappa, taglia, affetta sega il mare da ponente e si lascia scavalcare da quello tiepido di scirocco. Lo fa per ricordare tutti i suoi pescoei che lo hanno guardato con rispetto da sempre. Ricorda con nostalgia quelli burberi e romantici che hanno composto la poesia alla madonnina della Stella Maris.
Un giorno di qualche anno fa ero la a fotografare: nessuno, sole basso autunnale e una di quelle mareggiate di libeccio da leggenda. Mi è tornata in mano una di quelle vecchie foto durante il rovistare da trasloco. Ho rivisto quel gozzo all'ancora a Porto Pidocchio e me lo rivedo ancora salire e scendere da colline d'acqua, che si accavallavano e si azzuffavano ad onde di rimbalzo.... Era una visione infernale,magnetica, bellissima e feroce come la morte incombente.
Oggi nell'anfiteatro davanti a casa mia suona una musica dolcissima, allora era fragore e boati. Oggi sono note dei valzer per solo piano di Chopin e ieri percussioni di tamburi selvaggi di tribù in guerra.
Il mare e' uno spazio che non ci chiude mai gli occhi della fantasia. Lui ci richiama sempre altrove. E' strano, ma sulla riva del mare ci si sente inquieti, provvisori, si ha sempre la sensazione di qualcosa che deve accadere. Penso che sia lui che chiede attenzione e si diverte a metterci ansia. Quella sua linea dell'orizzonte oltre la quale c'e' sempre qualcuno che va e qualcuno che arriva, quel suo cielo strano pieno di sole e pieno di passaggi, sono bersagli mobili dove l'occhio si perde e la mente vaga.
La gente in spiaggia perde se stessa, diventa un manichino, un bipede ignudo, meschino, squallido. Diventa un uccello che perde il piumaggio colorato con cui si identifica e si porta in giro senza dignità tutti i difetti della sua specie. La genetica è piena di fantasia, spesso buffa, sadica, cattiva. La bellezza non sta a riva su due piedi, lei se ne sta seduta la in mare.
Forse ha ragione Cesare ad ammirare le falesie, a ricordare quello che testimoniano, andando oltre la bella cameriera del Laguna blu beach. Anche i nomi sono quasi sempre fuori luogo e mancano di senso del posto dove sono. Posticci come tutte le attività che assediano il mare. D'altra parte c'è lui che rende tutto provvisorio, monentaneo, aleatorio, precario. Così il Laguna Blu Beach della bella ragazza, alla fine ha ragione Cesare: meglio ricordare la palude che scivolava nel vallone dalle montagne fino all'attuale Sestri Levante e mischiava acque dolci e salmastre, come fanno i bambini che giocano con la sabbia. Parlare con Cesare fa sognare, sarà lui, sarà il mare, ma quelle dune, quelle canne e tutta la sua vita quasi le vedo, le sento!
Quell'orizzonte tira una linea curva celeste scuro , di la c'è il resto del mondo. Girato quell'angolo stirato a 180 gradi ci sono i quattro quinti liquidi del pianeta e miliardi di bipedi che tentano di guardare fin qua.
Guardare il mare, fiutare la sua aria, tirare un gran respiro e riposare dentro.
(testo by A. Colantuoni)
Lo guardo e penso a quanti occhi lo abbiano consumato nei secoli. Odiato da tanti, amato da molti, temuto da altri. Erano occhi di chi arrivava, partiva, scappava, si nascondeva. Occhi nell'aria e occhi subacquei voraci di verdesche, spalancati di acciughe e innocenti di pulcini di gabbiano.
Il "Monte"anche oggi se ne sta un po'distaccato, impassibile alle chiappe dei turisti, a tutta la plastica galleggiante che lo assedia, ai ronzii dei motori che lo appestano. Lui è altero, barbuto, azzimato, ossuto; ha un carattere scontroso, non gli si garba mai. Da solo precipita la sua frana di verde brillante e scuro fino a sprofondarla in acqua. Ogni tanto esagera e lancia qualche masso, tanto per tener lontano qualcuno, l'ultimo grande come una stanza. Nel suo essere autistico, qualche messaggio cerca di darlo, con fatica cosmica allunga il dito di roccia di Punta Chiappa verso ponente. Lo fa convinto che quella specie di indice di conglomerato di Portofino basti contro il mare. La "ciappa", punta Chiappa, taglia, affetta sega il mare da ponente e si lascia scavalcare da quello tiepido di scirocco. Lo fa per ricordare tutti i suoi pescoei che lo hanno guardato con rispetto da sempre. Ricorda con nostalgia quelli burberi e romantici che hanno composto la poesia alla madonnina della Stella Maris.
Un giorno di qualche anno fa ero la a fotografare: nessuno, sole basso autunnale e una di quelle mareggiate di libeccio da leggenda. Mi è tornata in mano una di quelle vecchie foto durante il rovistare da trasloco. Ho rivisto quel gozzo all'ancora a Porto Pidocchio e me lo rivedo ancora salire e scendere da colline d'acqua, che si accavallavano e si azzuffavano ad onde di rimbalzo.... Era una visione infernale,magnetica, bellissima e feroce come la morte incombente.
Oggi nell'anfiteatro davanti a casa mia suona una musica dolcissima, allora era fragore e boati. Oggi sono note dei valzer per solo piano di Chopin e ieri percussioni di tamburi selvaggi di tribù in guerra.
Il mare e' uno spazio che non ci chiude mai gli occhi della fantasia. Lui ci richiama sempre altrove. E' strano, ma sulla riva del mare ci si sente inquieti, provvisori, si ha sempre la sensazione di qualcosa che deve accadere. Penso che sia lui che chiede attenzione e si diverte a metterci ansia. Quella sua linea dell'orizzonte oltre la quale c'e' sempre qualcuno che va e qualcuno che arriva, quel suo cielo strano pieno di sole e pieno di passaggi, sono bersagli mobili dove l'occhio si perde e la mente vaga.
La gente in spiaggia perde se stessa, diventa un manichino, un bipede ignudo, meschino, squallido. Diventa un uccello che perde il piumaggio colorato con cui si identifica e si porta in giro senza dignità tutti i difetti della sua specie. La genetica è piena di fantasia, spesso buffa, sadica, cattiva. La bellezza non sta a riva su due piedi, lei se ne sta seduta la in mare.
Forse ha ragione Cesare ad ammirare le falesie, a ricordare quello che testimoniano, andando oltre la bella cameriera del Laguna blu beach. Anche i nomi sono quasi sempre fuori luogo e mancano di senso del posto dove sono. Posticci come tutte le attività che assediano il mare. D'altra parte c'è lui che rende tutto provvisorio, monentaneo, aleatorio, precario. Così il Laguna Blu Beach della bella ragazza, alla fine ha ragione Cesare: meglio ricordare la palude che scivolava nel vallone dalle montagne fino all'attuale Sestri Levante e mischiava acque dolci e salmastre, come fanno i bambini che giocano con la sabbia. Parlare con Cesare fa sognare, sarà lui, sarà il mare, ma quelle dune, quelle canne e tutta la sua vita quasi le vedo, le sento!
Quell'orizzonte tira una linea curva celeste scuro , di la c'è il resto del mondo. Girato quell'angolo stirato a 180 gradi ci sono i quattro quinti liquidi del pianeta e miliardi di bipedi che tentano di guardare fin qua.
Guardare il mare, fiutare la sua aria, tirare un gran respiro e riposare dentro.
(testo by A. Colantuoni)
I need to go down to the seas again....
Ermanno, grande lettore di avventure nautiche mi ha suggerito oggi una bella poesia di John Masefield..."Sea fever" ... ho seguito il suo consiglio e parecchio apprezzato!
Sea Fever
I must go down to the seas again, to the lonely sea and the sky,
And all I ask is a tall ship and a star to steer her by,
And the wheel's kick and the wind's song and the white sail's shaking,
And a grey mist on the sea's face, and a grey dawn breaking.
I must go down to the seas again, for the call of the running tide
Is a wild call and a clear call that may not be denied;
And all I ask is a windy day with the white clouds flying,
And the flung spray and the blown spume, and the sea-gulls crying.
I must go down to the seas again, to the vagrant gypsy life,
To the gull's way and the whale's way, where the wind's like a whetted knife;
And all I ask is a merry yarn from a laughing fellow-rover,
And quiet sleep and a sweet dream when the long trick's over.
From SALT-WATER POEMS AND BALLADS, by John Masefield
------------------
Febbre di mare
Devo tornare in mare ancora, nel solitario mare e cielo
tutto quel che chiedo è un veliero e una stella per timonarlo
e il colpo del timone e il canto del vento e lo sbattere della bianca vela
e spruzzi grigi sulla faccia del mare e l'aprirsi di un'alba grigia
Devo tornare ancora in mare, perchè la chiamata della marea che corre
è un richiamo selvaggio e chiaro che non si può ignorare
tutto quel che chiedo è un giorno ventoso e bianche nuvole volanti
e spruzzi scagliati e spuma soffiata e il grido dei gabbiani
Devo tornare ancora in mare, alla vita zingara e vagabonda,
ai percorsi dei gabbiani e delle balene, dove il vento è un coltello affilato;
tutto quel che chiedo è un racconto allegro da un compagno ridente
e un quieto sonno e un dolce sogno quando il lungo turno è finito
Traduzione "alla buona" by A. Cazzaniga
------------------------
La poesia che parla della sferza del vento, delle nuvole, del grigio.... mi ha fatto venire in mente alcune foto... una fatta dalla Luisella anni fa a maggio, mentre si pagaiava assieme al Giglio (il grigio, la sferza...)
l'altra fatta sempre qualche anno fa a settembre in un giorno con nuvole in corsa e cielo azzurro
Che dire... I need to go down to the seas again....
Sea Fever
I must go down to the seas again, to the lonely sea and the sky,
And all I ask is a tall ship and a star to steer her by,
And the wheel's kick and the wind's song and the white sail's shaking,
And a grey mist on the sea's face, and a grey dawn breaking.
I must go down to the seas again, for the call of the running tide
Is a wild call and a clear call that may not be denied;
And all I ask is a windy day with the white clouds flying,
And the flung spray and the blown spume, and the sea-gulls crying.
I must go down to the seas again, to the vagrant gypsy life,
To the gull's way and the whale's way, where the wind's like a whetted knife;
And all I ask is a merry yarn from a laughing fellow-rover,
And quiet sleep and a sweet dream when the long trick's over.
From SALT-WATER POEMS AND BALLADS, by John Masefield
------------------
Febbre di mare
Devo tornare in mare ancora, nel solitario mare e cielo
tutto quel che chiedo è un veliero e una stella per timonarlo
e il colpo del timone e il canto del vento e lo sbattere della bianca vela
e spruzzi grigi sulla faccia del mare e l'aprirsi di un'alba grigia
Devo tornare ancora in mare, perchè la chiamata della marea che corre
è un richiamo selvaggio e chiaro che non si può ignorare
tutto quel che chiedo è un giorno ventoso e bianche nuvole volanti
e spruzzi scagliati e spuma soffiata e il grido dei gabbiani
Devo tornare ancora in mare, alla vita zingara e vagabonda,
ai percorsi dei gabbiani e delle balene, dove il vento è un coltello affilato;
tutto quel che chiedo è un racconto allegro da un compagno ridente
e un quieto sonno e un dolce sogno quando il lungo turno è finito
Traduzione "alla buona" by A. Cazzaniga
------------------------
La poesia che parla della sferza del vento, delle nuvole, del grigio.... mi ha fatto venire in mente alcune foto... una fatta dalla Luisella anni fa a maggio, mentre si pagaiava assieme al Giglio (il grigio, la sferza...)
l'altra fatta sempre qualche anno fa a settembre in un giorno con nuvole in corsa e cielo azzurro
Che dire... I need to go down to the seas again....
mercoledì 26 giugno 2013
Un fantastico sabato all'Adda
Reduce da passeggiate speleologiche e irti colli, sabato 22 mi sono goduto il caldo, il sole e la compagnia degli amici del Trezzo Kayak intenta alle lezioni sul fiume giù alla sede sull'Adda
Mi sono presentato sul mio immancabile Baidarka con cui ho seguito il gruppo, l'acqua è ancora un po' freddina ma si è potuto provare diverse manovre e non sono mancati i bagni!
E' un piacere vedere una quindicina di persone in acqua e altri a terra a chiaccherare di kayak, la sede per quanto piccola (è solo un container...) fa il suo bell'effetto.
lunedì 17 giugno 2013
Spaghetti a S. fruttuoso
Cesare, Antonio, Alex... l'IKdM in configurazione quasi minima (Max e Tino assenti giustificati per attività kayakere ulteriori, uno all'Elba, l'altro in Sardegna).
Giornata di alta pressione, solo un po' di brezza termica... si pagaia, si sbarca, si sbraca... si mangia.
E' estate... l'estate dell'IKdM
martedì 9 aprile 2013
Bergeggi again
Domenica pagaiata a Bergeggi con los amigos dell' Ikdm, io, Antonio, Cesare e Massimo. Dalla Lombardia ... mancava solo... chi...? ... *
Que es mi barco mi tesoro,
que es mi dios la libertad,
mi ley, la fuerza y el viento,
mi única patria, la mar.
Ci siamo ritrovati volentieri nonostante più d'uno di noi sentisse una stanchezza profonda, che avrebbe preteso pace, relax e riposo.
Invece eravamo la a battagliare contro un vento moderato, con folate un po' rabbiose, ma molto praticabili.
Per contro abbiamo potuto giocare con onda da dietro per tutto il tratto di mare che dal porto di Vado Ligure sbatte contro le falesie di Capo Noli. Surfatine belle, leggere, continue, facili e medio veloci.
Al ritorno Antonio sul suo Xcite S ha dato ascolto ai suoi ritmi anticipando il rientro stando un po' in costa e a ritmi pacati, Massimo con l' Xplore e Cesare col suo Sirius S chiaccheravano e pagaiavano, io... sempre più "baidarkesco" (come mi schernisce Antonio) ... ho mulinato contro le onde ed il vento, giocando un po' a risalire ed un po' a scendere.
Il feeling era quello descritto da un aforisma di Joseph Conrad "Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza"...
La luce era un po' velata ma pur sempre carica di azzurro, la spiaggia davanti a Bergeggi sempre incantevole per la trasparenza dell'acqua.
(foto da internet...no camera sunday... ma rende l'idea)
Nella migliore tradizione dell' IkdM, Cesare, Max ed io abbiamo concluso degnamente pranzando al sole, fuori da una taverna della vecchia darsena di Savona, con acciughe fritte, frittelle di baccalà, linguine alla pescatrice e prosecco. Peccato solo che Antonio preso da un impegno di lavoro imminente sia dovuto andare via prima e non abbia partecipato. Sarà per la prochaine fois...
(idem)
Arrivederci amigos... un saluto a me caro, dalla "Canciòn del pirata"
que es mi dios la libertad,
mi ley, la fuerza y el viento,
mi única patria, la mar.
**********************
* PS: chi mancava dalla Lombardia? Il Tino!
sabato 23 marzo 2013
Elba winter closing session
Anche quest'anno i 7 saggi... o meglio i 6 saggi (il Tino non ha potuti esserci)... o più precisamente i 5 saggi + il sottoscritto si sono ritrovati all'Elba prima dell'inizio della primavera per dare addio all'inverno.
Inizio col ringraziare gli amici per avermi sopportato nel mio pessimo poco saggio umore...
L'Elba ci ha accolto con il meglio dei colori e del sole e si è potuto pagaiare in totale relax
Non sono mancate le soste al sole e le consuete mangiate, Gaetano docet con i prodotti della Campania felix!
Ma soprattutto ci ha accolto con la consueta cortesia e simpatia il nostro grande saggio... il Gau a cui vanno i nostri ringraziamenti per due fantastiche cene.
Dunque un saluto all'inverno passato... e un arrivederci a presto!
venerdì 22 marzo 2013
British kayaks, italian kayakers...
Alcuni bei kayak inglesi a riposo...
Some beautiful british kayaks at rest...
(from left to right: Pace 18, XciteS, Anas acuta, Xplore, Baidarka Explorer (2), Xtreme)
e alcuni kayakisti italiani (da merenda) in AZIONE!!!
and some italian kayakers (guormet kayakers?) in ACTION!!!
E' una vitaccia ma qualcuno la deve pur fare..
It's a hard life, but someone has to do it..
Some beautiful british kayaks at rest...
(from left to right: Pace 18, XciteS, Anas acuta, Xplore, Baidarka Explorer (2), Xtreme)
e alcuni kayakisti italiani (da merenda) in AZIONE!!!
and some italian kayakers (guormet kayakers?) in ACTION!!!
E' una vitaccia ma qualcuno la deve pur fare..
It's a hard life, but someone has to do it..
domenica 10 marzo 2013
Pace 18
Domenica abbiamo finalmente potuto provare il Pace 18 della Tide race, la giornata dava mare con un po' di onda (1 m) e pioggia e vento... direi buone condizioni per verificare il comportamento di un kayak.
Un po' di foto del Pace 18 vicino al mio Baidarka.
Si vede come il Pace sia tutto sommato una barca minimale a dispetto della prua che può sembrare massiccia
La linea è filante e per niente alta.
Prua cattivissima:
Ponte ben sfilato per agevolare la pagaiata
Come si può vedere dalle foto c'è stata anche una discreta onda che non ha impensierito più di tanto l'assetto.
Un po' di foto del Pace 18 vicino al mio Baidarka.
Si vede come il Pace sia tutto sommato una barca minimale a dispetto della prua che può sembrare massiccia
La linea è filante e per niente alta.
Prua cattivissima:
La parte dietro al pozzetto è abbastanza larga, abbastanza vicino alla" swede form" che dovrebbe dare buona portanza sull'onda a seguire
La seduta è quella "classica" dei Tide race, bassa e dotata della ampia e robusta fascia regolabile con viti
La pedaliera è basata su pedaline regolabili ed ha il sistema del timone con i leveraggi immediatamente sopra alle pedaline
In acqua la barca si presenta stabile (è pur sempre 53 cm...) ed è molto manovrabile, la prua esce facilmente dall'acqua (con su Antonio che è poco più di 70 kg...)
L'abbiamo portato nel mosso trovandolo un buon seakayak nonostante sia dedicato più alla velocità che non alla navigazione
Come si può vedere dalle foto c'è stata anche una discreta onda che non ha impensierito più di tanto l'assetto.
Avendo testato la barca solo con le pagaie groenlandesi non l'abbiamo "spremuta", e quindi non saprei dare un reale giudizio sulla scorrevolezza.
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