martedì 21 aprile 2009
giovedì 2 aprile 2009
Tahe Marine Greenland in the sea
Finalmente ho avuto la possibilità di provare il Greenland della Tahe Marine in mare.... beh il tempo non era un granchè .... ma come sempre ha vinto lo stato d'animo del "chissenefrega!!!"
La barca è veramente minimale e faccio fatica ad entrarci quando è a terra (basta che il fondo fletta un minimo e non ci passo più) in acqua ciò non avviene e ci entro discretamente (chi ha detto che sono un ciccione eh?!)
Una volta in acqua è veramente una piuma e si può fare qualsiasi manovra con la sensazione di pieno controllo.
Credo che questa barca sia quanto di più vicino io abbia potuto provare rispetto ad un kayak skin-on-frame.
La posizione nel pozzetto non mi entusiasma, i pedalini bassi non permettono di spingere con i piedi e ciò mi disorienta oltre a stancarmi un po' (senza un buon appoggio ai pedalini io tendo a contrarre le gambe per agganciare il ponte)
Per il resto lo scafo è veramente buono e risponde a tutte le manovre, impressionante l'appoggio laterale, mi sembra l'Anas acuta o il Greenlander NDK nonostante sia di ben 5 cm più stretto.
L'eskimo con le mani dovrebbe essere facile... qui ero al primo tentativo, un po' distratto e sbagliando la testa l'ho clamorosamente fallito... ma si vede come la barca quasi me lo conceda.
Il kayak è veloce pur avendo un'opera viva non lunghissima (in tutto è 5,50 m ma gli slanci di prua e poppa tolgono molta lunghezza) e pur essendo un "hard-chine".
Uno scafo così profilato e reattivo non avrebbe bisogno di skeg, uno "zicchino" di inclinazione e compensi onda e vento... volendo usarlo lo skeg evita che la prua "sbandieri" eccessivamente mentre si spinge decisi e pertanto è utile a guadagnare velocità e scorrevolezza.
In definitiva il tahe Marine mi è sembrato un gran bel giocattolo per gli "esercizi" in acqua, uno scafo che può appagare chi ricerca la purezza delle imbarcazioni ancestrali e che però richiede un certo spirito di sacrificio a chi come me è 90 kg e nonostante ciò si ostina ad infilarsi in barchini minimali.
La barca è veramente minimale e faccio fatica ad entrarci quando è a terra (basta che il fondo fletta un minimo e non ci passo più) in acqua ciò non avviene e ci entro discretamente (chi ha detto che sono un ciccione eh?!)
Una volta in acqua è veramente una piuma e si può fare qualsiasi manovra con la sensazione di pieno controllo.
Credo che questa barca sia quanto di più vicino io abbia potuto provare rispetto ad un kayak skin-on-frame.
La posizione nel pozzetto non mi entusiasma, i pedalini bassi non permettono di spingere con i piedi e ciò mi disorienta oltre a stancarmi un po' (senza un buon appoggio ai pedalini io tendo a contrarre le gambe per agganciare il ponte)
Per il resto lo scafo è veramente buono e risponde a tutte le manovre, impressionante l'appoggio laterale, mi sembra l'Anas acuta o il Greenlander NDK nonostante sia di ben 5 cm più stretto.
L'eskimo con le mani dovrebbe essere facile... qui ero al primo tentativo, un po' distratto e sbagliando la testa l'ho clamorosamente fallito... ma si vede come la barca quasi me lo conceda.
Il kayak è veloce pur avendo un'opera viva non lunghissima (in tutto è 5,50 m ma gli slanci di prua e poppa tolgono molta lunghezza) e pur essendo un "hard-chine".
Uno scafo così profilato e reattivo non avrebbe bisogno di skeg, uno "zicchino" di inclinazione e compensi onda e vento... volendo usarlo lo skeg evita che la prua "sbandieri" eccessivamente mentre si spinge decisi e pertanto è utile a guadagnare velocità e scorrevolezza.
In definitiva il tahe Marine mi è sembrato un gran bel giocattolo per gli "esercizi" in acqua, uno scafo che può appagare chi ricerca la purezza delle imbarcazioni ancestrali e che però richiede un certo spirito di sacrificio a chi come me è 90 kg e nonostante ciò si ostina ad infilarsi in barchini minimali.
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