martedì 27 dicembre 2011

Taitanic

A Santo Stefano il Tino ed io abbiamo fatto quasi tre ore di pagaiata nella corrente dell'Adda, sole, molto freddo (ghiaccio in partenza), acqua limpida e bassa su cui abbiamo fatto scorrere veloci i nostri Baidarka.

Siamo risaliti alla zona di "ondine statiche" sotto alla centrale e avrei voluto avere la  telecamera di Cesare per filmare il Baidarka del Tino che surfava preciso senza che lui nemmeno mettesse la pagaia in acqua.

Diciamo che la giornata si è chiusa con un pareggio sulle calorie del giorno prima...

All'arrivo due "interessanti imbarcazioni", una con il ghiaccio e, data la presenza di ghiaccio, non poteva mancare il "Taitanic"


giovedì 22 dicembre 2011

Winter time...is kayak time!

Domenica 18 meravigliosa pagaiata di quasi tre ore a zonzo tra Bergeggi e capo Noli.

Abbiamo preso un po' di vento sotto Capo Noli, con aria da N quindi fredda, ma le provvidenziali moffole per le mani (unite a dry-suit e coppola di neoprene) mi hanno permesso di pagaiare al calduccio.

Si era tra i soliti:
Massimo sul suo Xplore
Antonio su Greenland 515
Cesare (resgista e indigeno) su Sirius S
Alessandro su Baidarka

... come sempre è finita "gambe sotto il tavolo" (no news...lo so)

Un po' di immagini grazie all'ottimo filmato di Cesare.


Buon Natale!!


martedì 20 dicembre 2011

Eskimo a pala lunga

E va bene... dopo che me lo avete chiesto tante volte.... cedo e vi mostro come si fa veramente bene un "eskimo a pala lunga"

Si tratta di una tecnica decisamente facile da padroneggiare nelle sue mosse di base.. tuttavia sono possibili infiniti perfezionamenti  e nessuno può credere di essere arrivato al massimo livello.


Qui potete vedere un grado abbastanza avanzato, diciamo 7° brandacujun....

:-))

domenica 18 dicembre 2011

Ultima uscita prima di Natale

Guardo le poche foto che ho fatto stamane, una in particolare è la mia preferita : il Sirius S di Cesare e il mio 515 Cs sono affiancati. Il primo come al solito non è perpendicolare, sta storto, sbilanciato su un fianco; l'altro a pochi cm sembra la sua metà, esile, sottile, inconsistente.


Le loro prue puntano lontano a quel mare di piombo fuso, con striature di argento. Il cielo è pieno di vento e nuvole nere su uno sfondo grigio scuro, minaccioso. è arrivato l'inverno e fa freddo, le mani soffrono. Occasionali bagliori di luce grigia, più' intensa, fanno capire che da qualche parte c'è sole. All'orizzonte un'enorme tromba marina esibisce la sua colonna grigia, grande nonostante  la distanza di oltre 15 miglia; era laggiù che troneggiava in mezzo ad uno squarcio di sereno, magnifica e terrorizzante. Ad occhio la linea del mare all'orizzonte è irrequieta, movimentata dal mare forza 9, non ancora pago di tutta la tempesta dei giorni scorsi !  Sottocosta arriva solo una debole onda di fondo proveniente da ovest e non più' di mezzo metro di onde superficiali, movimentate e pasticciate dal vento in rotazione da nord ovest, a nord est.


I due kayak stanno su quel confine precario tra acqua e sabbia; sembrano nascondere una loro vita e sembrano sapere che tra poco saranno loro i protagonisti. Sembrano corpi immobili in recupero di forze, animati da uno spirito paziente, in attesa della partenza. Mi ricordano quei cavalli sellati che aspettano i fantini; impazienti mordono il morso e con malcelato nervosismo ogni tanto scalciano le mosche, anche se non ci sono
e sbattono la coda come una frusta. Anche gli animali hanno una loro gestualità, un corpo che parla, comunica, racconta, mette in guardia, perdona.

I due kayak se ne stanno immobili, oggetti inanimati che faccio fatica a catalogare come pezzi di plastica, come bacinelle per il bucato. Parlano al mio corpo una lingua che li fa tutti diversi, ognuno con l'anima del progettista, del creatore. Spesso il loro è un racconto d'avventura, altre uno scontro di sfida. Sono armi vulnerabili, minime, poca cosa contro tutto quel mare, quella potenza immensa. Il kayak è un mezzo marino di eccellenza perchè è "furbo", sgusciante, sfreccia, buca; si adatta a tutto col solo limite tecnico di chi si porta dentro.

Li guardo e scopro un mio attaccamento a quelle forme, a quei caratteri, tanto da sentirli vivi, partecipi.

Oggi è il giorno per la prova del Cs 515 su mosso e non so se sarà la gioia di un battesimo, una speranza delusa, un dubbio invalicabile. Non so se sarò capace di stare in groppa a quei 12 kg presi in ostaggio dal mare e dalle sue onde. Chissà ! Ho anche una pagaia nuova di zecca, di cui non so nulla, gemella dell'Alpine che Yannik mi ha sostituito.

Ho sofferto per una mezz'ora e poi è stato gioco e divertimento allo stato puro, giovane. I 12kg del 515 e le sue misure hanno confermato una forma minima, intelligente, ben studiata. Non è mai andato in crisi, anche quando ho scelto rotte dove le onde arrivavano dal tre quarti dietro e di fianco, incrociate ed ideali per sbilanciare. Prua giù nel cavo dell'onda e poppa fuori, con la pancia a farsi massaggiare dalla cresta dell'onda, così mi ha memorizzato Alessandro. Io posso confermare che lo strumento era giusto e il musicante si è  salvato come ha potuto. Lascio il giudizio agl'altri; io mi sono divertito tantissimo. Tutti gli altri li ho visti poco, salvo quando me li sono visti passare davanti (Massimooo!!!), composti, padroni dei loro scafi, belli come cavalieri romantici su destrieri slanciati, con sullo sfondo un cielo da temporale !

Tra il tanto giocare non e' mancato il tempo per le cose serie . Prima di tutto il regista Cesare con la sua micro telecamera impegnato a far riprese e poi "un salvataggio" .... : due windsurfisti in acqua , senza vento e a corto di energie erano in difficolta' evidente . Li abbiamo raggiunti e quindi un traino di due terzi di miglio, quindi spiaggiati tra mille grazie e auguri ....

Ancora poche righe , mi tocca da vecchio della compagnia e lo faccio molto volentieri , di cuore : a nome di tutti gli abituè del IKDM,  caro Luciano , oltre agli auguri anche un grande abbraccio di affetto da estendere al Nesca... a Gau... a Piero... a tutta la famiglia della pagaia e alla tua famiglia !!!!!!!!

Auguri !!!!
Antonio Colantuoni




martedì 13 dicembre 2011

Is kayaking a modern sport?

Una volta alla domenica d'inverno prendevo la macchina e me ne andavo a sciare...

Oggi ancora tiro su la macchina, metto qualcosa sul tetto, guido sino ad una località di vacanza e mi metto a fare sport con quanto mi sono portato addietro.

Con qualche differenza:
- non c'è mai coda per strada
- dove vado ci sono dieci gradi in più di casa mia e non dieci in meno
- non pago lo skipass
- i ristoranti sono sempre liberi

Dunque ho trovato nel kayak da mare una MODERNA soluzione ALTERNATIVA allo sci?

Per l'ALTERNATIVA direi di si... per la MODERNITA'.... giudicate voi.


(photo from "Qayaq" di David Zimmerly, p. 53)

lunedì 5 dicembre 2011

Ciao!!!

E' una parolina minuscola, ha stranamente 3 vocali e una sola consonante. E' tra le più' usate non solo in Italia. La pronuncia scivola sulla "i", per allungarsi su una "a", per dare sfogo all'ultima sonorità della "o". E' il saluto per eccellenza, quello più amichevole e senza i fronzoli e i riccioli di un "arrrrrrrivederci". Detta cosi' sembrerebbe cosa ovvia e vi chederete che senso abbia parlare di "ciao" e non di Wiskie : tempo al tempo, mai precipitare le cose.


Ieri il mare era vivace e alla bocca tra Palmaria e Portovenere a tratti arrivavano per prime cavallerie armate, che oggi daranno grande battaglia. Onde con qualche schiuma e rese irregolari dai rimbalzi, giusto all'imboccatura. Era giorno da surf e divertimento all'adrenalina. In pratica c'era chi navigava, chi cercava di star su' e chi correva dietro a tutte le onde posssibili, a caccia di surf anche sulle increspature. Alessandro, Antonio, Massimo e non solo...che cosa hanno fatto ? Surf...surf...surf..., tanto che devo tacere ogni acciacco che immediatamente....

Eravamo sulla via del ritorno, stavo cercando di non perdere un treno di onde medie, che il Sirius agganciava, se gli davo una mano : tutto avanti in accelerata maxe poi tutto indietro, quasi sdraiato. Godevo di tutto, del movimento, dell'acqua verde, di quella sensazione di velocità e di rapina ! Surfare è rubare qualcosa al mare, è una furberia. Ogni aggancio è un applauso dentro, che ti fa sentire "ganzo" ! Me la stavo godendo al max, non avevo nessuno davanti e mi stavo dicendo "bravo vecchio...te la cavi nonostante tutto..." e mentre vedevo la prua annusare il cavo di un'ondina....sento subito dietro un sibili, non esattamente, una sciabolata..."CIAO!!!!!!" !!! Ma che ka..zzz....ooo ! Maleficioooo, merdaaa ! Massimo, il mio "figliol prodigo", il mio "compare di Tide", spinto a siluro su una cresta, su quella stessa che affannosamente cercavo di agganciare, mi è passato quasi sulla testa come un bombardiere, mi ha sparato una raffica, un CIAOOO...a tradimento e......
Bello quel Ciao, urlato, potente, lo stesso che "sparo" a chi non c'era, con un abbraccio a chi avrebbe dovuto e mancava là in mezzo. Mi sarebbe piaciuto sentire unsecondo "ciao" ! Un abbraccio a tutti e grazie, pardon, Ciaoooo
Antonio Colantuoni

********************




Fino ad oggi è stato così. Lo vedevo, mio mentore, come a cavallo del destriero, spavaldo e padrone, aggirarsi sui suoi poderi fatti di onde e di surf.

Ascoltandolo lo ammiravo per come parlava di ammaestrare kayak e cavalloni. Poi lo vedevo fare le stesse cose, con la stessa semplice perfezione.

Capisce il kayak, capisce l'onda, la vede arrivare, la invita a giocare. Si mette in equilibrio li dove serve e lo mantiene con un piccolo avanti e indietro. E l'insieme uomo, kayak, onda, movimento diventano un lungo, leggero perfetto interminabile invidiabile movimento di surfata.

E mentre io arranco per raggiungerlo, lui sorride e guarda ( belin d'un lombardo...quando imparerai...???).
Ma oggi, dopo aver tanto visto fare i surf da Lui,
Il Tide ha sentito l'onda, ci siamo alzati, ci siamo messi nel punto di cui per tante volte ho sentito parlare...

Ed ecco che ci siamo agganciati a quell'onda all'inseguimento della leggenda, del Maestro, dell'irraggiungibile e.......

CiaoOOooOOoo.....!!!

Ma se ci sono riuscito lo devo a Lui che 
tenta di insegnarmi (belin d'un lombardo...) 
tenta di farmi imparare... 
tenta di farmi capire... 
e mi dice di non cadere nelle Ingegneristiche tentazioni....

Grazie a tutti gli Amici dell'IKDM e.....
Ciao!

Massimo

domenica 4 dicembre 2011

Wiskie 2011

Come ogni anno, nonostante i problemi di alluvione sofferti dalla zona di Ameglia, ci siamo potuti ritrovare per il Wi.s.k.i.e. (Winter Sea Kayak Italian Event) all'Hotel Ala Bianca.

Organizzazione sempre impeccabile da parte di Luciano, hotel già dal venerdì sera, uscita al sabato da Le Grazie, cena in salone dedicato a noi kayakisti ed amici, serata con presentazione del viaggio "Rounditalycruise" di Guido Grugnola (http://www.rounditalycruise.it/), il tutto condito da una infinità di piacevoli chiacchere in materia di kayak e di mare.

Unico neo alla domenica... troppo mare e quindi abbiamo optato per un rientro anticipato. Chi va per mare sa che qualche volta ci sta anche restare a terra.

Qualche foto, per gentile concessione del Komandante Antonio.


Massimiliano mi ha riportato il mio vecchio Baidarka "Wee daffin" giusto una settimana prima del  Wiskie 2011... potevo lasciarlo a casa? Certo che no!




giovedì 1 dicembre 2011

A beautiful day

Quiet paddling around Portofino coast, Italy.

giovedì 10 novembre 2011

Canadesi

Amici canoisti lontani mi segnalano un curioso monumento che pubblico volentieri:


Forte... no?!

Ciao Viviana, ciao Giorgio!

martedì 8 novembre 2011

Light boat

Non c'è che dire... quando osservo le foto del mio Baidarka da 16 kg, sembra quasi non stare nell'acqua, ci si appoggia appena appena, leggero leggero, con la prua che alla minima ondina sfiora l'acqua senza toccarla.


Certo il Baidarka sarebbe una barca da caricare... ma che grazia e leggerezza nel frattempo.

Le mie giunture ringraziano!

giovedì 3 novembre 2011

Argentario

E' tradizione per noi dell'IKdM chiudere e aprire le stagioni con una pagaiata celebrativa.... (per tacer delle cene...)

Quest'anno abbiamo scelto l'Argentario, sia perché era una meta nuova per alcuni di noi, sia perché si trovava in "campo neutro" per quanto riguarda le distanze: di solito i lombardo/piemontesi/liguri guidano 2 ore mentre Gaetano 10... quest'anno abbiamo fatto 5 a testa.

Gli indomiti pagaiatori sono stati:
- Cesare con il Sirius S
- Alessandro con il Baidarka
- Massimo con l' Xplore
- Duilio con il Baidarka
- Paolo(ne) con il Seawolf
- Gaetano con il P&H Delphin (velocissimo nelle SUE mani)
- Giovanni con l'Avanaq agile

Diciamolo subito: il tempo è stato VERGOGNOSAMENTE bello!!! Si faceva fatica a tenere su le magliettine tecniche estive, si schiattava di caldo! Averlo saputo mi sarei portato i figli a godersi la spiaggia.


Abbiamo fatto base al camping della Feniglia che ha degli ottimi bungalow e da li abbiamo fatto  (quasi tutto)  il monte in due escursioni giornaliere.



Impressioni visive magnificamente rappresentate dal grande fratello Cesare


Cheddire delle serate??
Ebbene abbiamo aperto la faccenda al venerdì sera con mangiata di pesce al circolo dei pescatori di Orbetello, ci siamo STRAFOGATI al sabato sera in un spettacolare ristorante a Porto S.Stefano (grazie Giovanna della dritta!!) e abbiamo chiuso in bellezza con serata domenicale a Gustatus, la fiera del gusto di Orbetello.

Comunque non riesco a capire perché io non dimagrisca mai nonostante tutto questo pagaiare... mah!!?

Unica nota negativa non ci ha potuto raggiungere Antonio che era bloccato da una tendinite e non ha voluto rischiare.... peccato perchè era stato uno dei più accesi sostenitori di questo giro.

Come sempre un ringraziamento agli amici che si sono sobbarcati tanti km per pagaiare assieme e un arrivederci a presto.

Alessandro

martedì 25 ottobre 2011

Il Trezzo kayak al mare!!

Carissimi,
Carissimo Presidente,
forse non si voleva dare troppa importanza ad una bella giornata; anche solo per non dare soddisfazione al nostro perfido "Marino" (ovviamente si parla dell'Ing, Tino è Superpartes... si scriverà così?).
Oppure non si trova mai il tempo di fare tutto.

Ricordi vividi:

Ritardo da veri canoisti fluviali ed atteggiamento davvero signorile degli amici marini in attesa sulla spiaggia (per fortuna l'attrazione della giornata, la canoa di Tino, li ha tenuti occupati).


Decisio mentalmente di iscriverci tutti ad un corso di vestizione rapida per canoisti disperati.
Renza che dichiara, dopo 10 minuti di pagaiata di capire l'amore per IKDM ( M intesa come Mare)
Stefano che dopo 10 minuti e 5 secondi dichiara che avrebbe preferito studiare a casa ( si sà che lui sotto il 3° grado si addormenta)
Pasquale eroico con una Tommygun ingovernabile già con leggerissimi vento ed onda di traveso.
I nostri amici salati che ci attendono pazienti, veloci come sono sui loro Bajdarka e ci trainano letteralmente, noi con i nostri plasticoni lenti e pesanti.


La mia Sword n° 25 che in una situazione del genere non cambierei per nulla al mondo ( non ce n'è, è una forma perfetta per pagaiare a lungo).
La scogliera che rimanda da lontano il suono della risacca; sono dimensioni a cui non siamo abituati e che meravigliano i sensi.





Renza che si pente di quanto detto giusto mezz'ora prima............ meglio IKDM (M come Merenda)
Emilia che pare una di loro( i marini), per quanto si trova a suo agio, ed è alla sua prima uscita, inossidabile.
Un paio di km con una canoa a rimorchio, devastanti.
Per fortuna che l'onda non era 10 cm più alta, altrimenti il mio mal di mare........
Il pranzo.
L'happy hour sul lungomare con prosecco e torte di Noris.
Io e Stefano che rendiamo il giusto onore a Donizzetti ( lui rende onore, io penso bene di cantare a bassa voce).
Siamo stati davvero bene, è una stagione bellissima per il mare.
Peccato pensare ai disastri accaduti fra ieri ed oggi.

Ciao.
Marcello

lunedì 24 ottobre 2011

Greenland 515... prime impressioni in mare

La dentro ci andiamo sempre, come quando da ragazzi si aveva un luogo di nessuno, dove ritrovarsi. Erano luoghi non luoghi in cui si stava in una intimità raccolta a parlare per ore, a raccontare fatti e amori adolescenti.

Nella "piscinetta" di Sestri facciamo lo stesso, siamo solo diventati adulti. Cerchiamo di rubare e condividere un momento speciale, da ricordare quando si e' imprigionati nell'ingranaggio del quotidiano.

Nella "piscinetta" ci si entra attraverso un varco stretto che sembra una porta. Si arriva passando tra scogli alti che sembrano chiudersi e superando i tranelli dei rimbalzi della risacca. Davanti si apre uno specchio di acqua piana,trasparente, domestica e rassicurante; acqua chiusa tra una parete di roccia e una struttura che sta tra lo stabilimento balneare ed una colonia dei Salesiani. Pochi istanti, due pagaiate e noi "vecchi ragazzi" diamo il via al rito degli eskimi. Godiamo di quelle trasparenze ed immergendoci guardando il fondo sabbioso a poca profondità. In inverno sono occasionali ospiti i ricci di mare, come a volte lo sono state delle medusine rosse, piccole.

Oggi là dentro c'era qualcosa di molto speciale, la nuvola bluette di avanotti di acciuga. Tutta la piscinetta, grande come una piazzetta, era letteralmente invasa da migliaia e migliaia di avanotti lunghi 3/5 cm, che ad ondate di vita si spostavano al passaggio dei kayak.

Eskimare in quell' acquario naturale e' stato un momento bellissimo.

Ah, già, eskimare ma con che cosa ? Con il 515 nuovo di zecca, che si gira con un tocco leggero come il suo peso piuma. Lui, il 515, non ho potuto metterlo alla prova. Il mare era stirato dal grecale e solo qualche provvidenziale scia ed un'ondina pigra di sottofondo mi sono bastati per capire che potrà essere scafo da veloci surfate, ma solo per chi saprà capire quel suo equilibrio sfuggente.

Ci sono kayak confidenziali, onesti muli da lavoro, animali da fatica. lo dovreste sapere: i muli erano tanto bizzi e scontrosi, quanto fedeli compagni di fatica, ma dovevano essere trattati nel rispetto del loro carattere ruvido. Questo 515 non e' mulo come il Sirius, neppure cavallo come il Tide; il 515 non e' quadrupede.

La stabilità primaria deve fare i conti con le ristrettezze dei suoi 48cm, calmierati da un pezzo di fondo piatto sotto al pozzetto. Quella secondaria puo' solo affidarsi alle superfici laterali inclinate della chiglia. Li' c'e' un angolo che ha bisogno di sdraiarsi in acqua prima di fermasi in una tregua provvisoria.

Non e' kayak per tutti, ma e' uno scafo bellissimo per chi voglia giocare con una media capacità. Richiede reattività non emotiva e carezze al posto di appoggi esagerati e scomposti. L'edging e la spinta del piede
bastano a fare la rotta, ma a patto di portare le spalle un po' avanti, per aiutare con il baricentro lo sgancio della poppa. In alternativa non resta che fare uno dei tanti appoggi bassi, più' o meno pronunciati, a seconda del raggio di curva che si vuol percorrere. Stiamo parlando di 12 kg, per cui la forza necessaria per manovrare e' davvero minima. Proprio per questo e' molto facile che diventi eccesssiva, costringendo lo scafo a reazioni scomposte.

Le libellule spiazzano la fantasia con un volo a tratti irrazionale, che fa cortocircuito su se stesso. Raccolgono aria come gli alianti, spesso troppa e quasi si ribaltano. Lo stesso avviene per il 515, che sembra volerti scaricare in acqua, quando i volumi d'acqua arrivano scomposti, come folate di vento tra le ali . Lo senti che vorrebbe far qualcosa di suo, inventarsi una traiettoria, un'inclinazione, sperimentare un edging impossibile. Occorre capirlo con la sensibilità con cui i Sioux cavalcavano i cavalli senza sella

Ci vorrà un po' di tempo, un po' di uscite bagnate ed un po' di eskimi involontari. Solo cosi' il 515 greenland diventerà uno scafo di cui godere per le 3/4 ore di pagaiata. Aggiungo una nota a parte per l'eskimo, perche' fa parte di quegli scafi nati apposta per....un rolling eccezionale !



Ma oggi era giorno di battesimo del baidarka del Tino. Non ho potuto testarlo che per pochi metri e un paio di eskimi. Troppo poco per poterne raccontare. Sentiremo dal Tino un po' di sensazioni. E' scafo potente ma docile, possente ma scorrevole. Ha buona manovrabilità e direzionalità. Il solo difetto e' il peso, ma non era progettato per fare la libellula.

Un capolavoro figlio di sudore a passione, non di quattro fogli e resine !

Antonio Colantuoni

domenica 16 ottobre 2011

Greenland 515

Questo WE è stato decisamente interessante dal punto di vista dei kayak nuovi ... dopo il Baidarka Manu del Tino varato ieri, oggi ho potuto vedere il nuovo Greenland 515 di CS Canoe.

I dati, presi dal sito www.cscanoe.com, indicano 48 cm x 5,15 m e 195 litri, è un kayak super minimale, per di più questa versione è fatta con scafo in carbonio a vista, tappi a filo ponte e skeg.

Notevole la leggerezza, la pesata di CS Canoe diceva 12 kg ... avendolo sollevato sono abbastanza convinto che il peso indicato sia giusto. 
Visto che comunque il kayak si presenta molto rigido (non flette quando ti siedi sui ponti) è un risultato di tutto rispetto, anche in considerazione dei gavoni con tappo di gomma e skeg.


La fattura dello scafo è liscissima e meritava una foto di dettaglio














Date le caratteristiche credo sia un candidato ideale alle sessioni di rolling e di gioco nelle onde medie, non certo per le lunghe navigazioni con carico al seguito.

E' così basso e chigliato che lo prevedo particolarmente godibile anche nelle giornate di vento (stabilità laterale sotto folata a parte...).

Sono veramente curioso di poterlo provare in mare al più presto!!

sabato 15 ottobre 2011

A new Baidarka is born!!!

Oggi finalmente ho visto dal vero e provato in acqua il nuovo Baidarka del Tino, realizzato con la tecnica strip built.


Per i dettagli di costruzione potete leggere il blog "non solo pagaie" che trovate tra i link... io mi limito a pubblicare delle foto con le mie impressioni.

Innanzitutto la struttura generale: bellissimo esempio di barca aleutina con prua bifida, sezione posteriore molto larga sino in poppa, coda appuntita e disposta per prendere la spinta delle onde.
Mi immagino già la poppa che si alza con la spinta dell'onda, la prua che affonda il "coltello" sino allo slargo di sezione che le da galleggiamento e ...viaaaaa in surfata!!!!

La foto col Tino che pagaia in velocità rende l'idea di come la prua non muova acqua, tipica idrodinamica dei Baidarka.


I dettagli sono stati realizzati in maniera precisa e sono molto "marini", dai tappi kayak sport in gomma a perfetta tenuta sino ai passacima integrati nello scafo.



Quello che mi piace particolarmente è la tecnica costruttiva che crea una estetica impareggiabile e al tempo stesso permette una robustezza superiore ai normali kayak in resina.

Infatti il legno interposto tra fogli di tessuto resinato, oltre a dare robustezza aggiuntiva, permette ai tessuti di lavorare separati tra di loro e di avere una maggiore leva di risposta alle sollecitazioni.

Per fare un esempio: se considerate un pezzettino di struttura (come si fa nella tecnica di calcolo a elementi finiti) vedrete che una volta sottoposto ad una forza di carico, per non deformarsi, ovvero per non ruotare rispetto al pezzettino adiacente, dovrà generare una forza di risposta.

Guardando la geometria (semplificata, lo so..) si vede come la distanza tra i tessuti permetta una leva superiore alla forza di risposta e quindi si genera una forza meno intensa.



Se volete un esempio pratico sarebbe come chiudere una porta spingendola vicino al cardine oppure dalla maniglia: in un caso serve molta forza nell'altro poca.

Se le forze di risposta sono basse, lo stress della struttura rimane contenuto e si arriva più difficilmente al carico di rottura.

Questa tecnica è oggi applicata anche dai kayak che usano tessuti a spessore controllato. Ad esempio nel sito della Tide Race la tecnica costruttiva TCT (TideRace Core Technology ) è descritta come segue:

"TCT works in our kayak laminates by increasing the distance (thickness) between the inner and outer layers of fibre....." (traduz: TCT lavora incrementando la distanza (spessore) tra lo strato interno e quello esterno).
E' chiaro come la tecnica del legno strip built ottenga la stessa cosa. Ovviamente lo strip built non è industrializzabile e alla Tide Race hanno dovuto trovare un equivalente con i tessuti a spessore ed impregnazione controllata.

Tornando al Baidarka del Tino ( MANU come è stata battezzata oggi) possiamo dire che ha una tecnica costruttiva all'avanguardia (nonostante l'aspetto retrò), l'estetica del legno, componenti moderni e marini, il disegno molto ben collaudato del Baidarka aleutino.... veramente una barca ben riuscita.

Complimenti ancora TINO!!

PS: un grazie speciale alla Noris per le buonissime torte!!!!

mercoledì 28 settembre 2011

Loghi e associazioni varie...

L' IKdM (Il Kayak da Mare) è stata una gloriosa associazione che ha gettato le basi per il kayak marino in Italia.
Il suo logo mi piace particolarmente in quanto è basato su un Baidarka (il mio kayak preferito) e su una pagaia groenlandese (la mia preferita)

Visto l'andamento mangereccio che hanno preso certe nostre giornate, assieme all'esimio Antonio (fornitore della immagine sotto) saremmo però intenzionati a dotarci di questo nuovo logo:



Ovviamente non vogliamo usurpare nessun titolo alla gloriosa associazione e mettiamo subito in chiaro che il nostro si chiamerà sempre  IKdM  ma inteso come Il kayak da merenda.
;-))

lunedì 19 settembre 2011

Oggi... autunno... finalmente !

Il levante oggi era sbattuto da uno scirocco a tratti rabbioso, teso; un
bel vento rafficato, pieno di umori umidi e caldi. Nuvole basse, piene,
fumose, cariche, disorientate e scompigliate da tutti quei tuoni e fulmini
che si sono inseguiti nel cielo per tutta la notte. In giro poca gente,
in mare nessuno.  Rari passanti contrariati con i vestiti agitati dal
vento e il disagio addosso per una mattina umida e bagnata, in lotta
perenne con i parapioggia.  In acqua un diportista su una piccola deriva
ha aperto la randa, con l'ansia dentro di chi si misura con un qualcosa
più grande di lui.

La' in mezzo anche noi : Alessandro, Massimo ed io.

Con noi anche loro, i nostri fidi plasticosi, rassicuranti amici, due
Tide Xplore e l'immancabile Baidarka di Ale; tra le mani i legnosi
bastoni, unica arma contro quelle sgroppate schiumose.

Era un bel po' di tempo che non si ripeteva l' abituale visione dei cieli
grigi, la preghiera delle domeniche bagnate, il rito del battesimo delle
onde e del vento. Si inizia a far strada la vaga nostalgia di un'estate
che fugge con un passo un po' più lento del solito e di un tempo che si
compie e non potra' mai più ripetere sè stesso. Altre domande si
arrampicano da dentro, "quanto durera' questo autunno", "quanto sara'
freddo questo inverno", "riusciremo a vederci con la frequenza degli altri
anni"...?

Tempo ! Tempo orologio del divenire e tempo che con il suo ticchettio
impercettibile scandisce il nostro tempo; finchè e fino a quando quel
ticchettio diventa sempre più assordante, per poi dare spazio solo al
silenzio, per sempre.

Oggi di tempo ne avevamo quanto si voleva, ma non c'era abbastanza tempo
per quel mare di media forza, selvatico; non c'era tempo dentro ai nostri
polmoni non abbastanza allenati, disabituati a correre a perdifiato dietro
a quelle tante onde, fatte apposta per dei surf spettacolari ! Peccato
essere indietro con l'allenamento. Oggi quel mare con onde medie, mosso
da un vento di raffiche decise, ma addomesticabili, oggi  era in vena di
regalarci un parco giochi imperdibile.


Aver davanti quei muri d'acqua vivi, mobili, mutevoli, umorali,
sfuggenti, arrembanti, a me incute sempre un timore ancestrale. Le prime
pagaiate mi ricordano quelle prime pedalate che facevo alla base delle
lunghe salite : poco convinte, sbilenche, inefficaci. Ci sono equilibri
che devono ritrovare il loro assetto naturale; i ritmi delle onde devono
ritornare a fissarsi negli occhi , nel cervello e nelle braccia. Io ho
guardato tutta quell'acqua schiumosa, che voleva andare a infrangersi
dappertutto, come si guarda ciò che non si conosce mai abbastanza e mai a
sufficienza per potersene fidare.

L'ultima volta del Xplore S era alla "non elc" di luglio, quella delle
braccia rotte e dell'anima a terra. Oggi è stata una mezza rivincita ed
una verifica. Ci siamo divertiti e tutti abbiamo surfato per lunghe
planate, infinite, lunghissime.

Ho rivissuto emozioni forti, scariche di adrenalina, forse ! Quella è
roba da giovani e per me c'è stata di certo tanta gioia infantile allo
stato puro !

Quando riusciremo a fare un'uscita di gruppo ?

Ciao ragazzi!
Antonio Colantuoni

domenica 28 agosto 2011

Ancora outrigger

Venerdì notte ha fatto un bel vento, si sentivano folate improvvise e forti anche su a Carasco e sabato mattina il mare si presentava con onde imponenti.

Arrivando a Sestri da Lavagna, le gallerie apparivano nella nebbia, mia moglie aveva pensato ad un incendio... erano semplicemente gli spruzzi nebulizzati delle onde che picchiavano sulla scogliera (ah..lo iodio...)

In giornata ho messo comunque il naso in acqua con il mio fido outrigger Allwave Tsunami.

Uscita fotocopia della mareggiata del luglio 2009 (vedi post nel mio blog), imbarco agevole saltando su al volo sulla canoa, una spanciata sulla prima onda non troppo alta (avevo preso un momento di calma), una seconda onda molto ripida in cui mi ero convinto finisse in back-loop... e invece solo una lavata generale, uscita a surfare sulle onde fuori porto forse anche troppo lunghe e morbide, rientro dopo soli 20 minuti perchè il pensiero dello sbarco mi lasciava troppo teso.

Mentro ero fuori sulle onde ho pensato a come fosse rassicurante l'outrigger in mare grosso... mi sono reso conto che forse lo è anche troppo e finirà col tradirmi...

Ad un certo punto ho fatto una surfata in cui mi è venuto istintivo sdraiarmi tutto indietro, con la pagaia fuori in appoggio, avrei voluto avere un gps... sembrava di volare.

Questa volta lo sbarco è andato un po' meno bene, sono saltato giù ancora a diversi metri dalla battigia (surfato onda lunga e alla fine ho intraversato) e la canoa ha fatto il giro nell'onda successiva picchiando a spiaggia in malo modo.
Però la leggerezza del mezzo e la sabbia hanno fatto si che danni fossero nulli.

Una nota simpatica: due tizi (credo guardia costiera) a piedi sul molo di Sestri che si sbracciavano e facevano gesti tipo "dove ..zzo vai?"... mi sono ricordato il "facimme sto' natale in santa pace" di Gaetano e sono stato fuori poco e in posizione sicura rispetto al frangere sul porto

Come sempre non ho molte foto (se non c'è Antonio con la sua macchina impermeabile...) comunque una volta a terra ne ho fatta una da sotto ombrelloni nella zona del porto e si vede come entri ancora onda in una zona normalmente protettissima.


Non mi resta che dire "chapeu" agli indigeni dell'Oceano Pacifico per l'idea dell'outrigger, barca adattissima alle onde grosse e frangenti, d'altronde basta cercare un po' in google per trovare foto di outrigger alle prese con onde incredibili:

 (Daniele Scarpa)

 (Polinesia)

Aloha!

martedì 23 agosto 2011

Tonno!


Qui e' arrivato il Lothar , ospite graditissimo , con la voglia di fare due
pagaiate amichevoli con noi : gentile . Simpatico come sempre , ottimo
kayaker , ha preso in mano i nostri bastoni e anche con quelli ha sfoderato
eskimi impeccabili ...etc...etc... Io con la sua Werner divisibile , bella
e nota pala ...non avevo tanto da fare il furbo e per limitare delusioni ,
mi sono limitato ad un eskimetto a dx e a praticare un "saluto con
scappellamento alla Derek.." , ma niente di più' . L'incrociata mi sta
ostica e con la scusa delle spalle arrugginite ...puo' aspettare ancora un
po' !

Aveva il suo new entry , un Nordkap Lv bianco . Un kayak degno di nota ,
come più' volte scritto da Ermanno . Concordo a pieno con lui su tutto
quello che di buono ci ha trasferito in svariate e.mail . E' certamente un
kayak facile , docile , agile , con ottime performance e divertente da
usare : molto buono il rolling e solidi gli appoggi . Per chi e' una taglia
come la mia , di tutta la grande family Nordkap e' quello da scegliere .

Oggi cielo immobile e mare annoiato dal caldo che non molla . Se ne stava
li' come un cristallo spesso , verde , a giocare con le sue trasparenze ,
con i ti vedo/non ti vedo delle sue profondita' . Luci che come lame lo
attraversavano , lasciando a noi il piacere di giocare tra gli scogli ,
quasi sospesi tra aria e un mondo alla rovescia sotto di noi .





Pesci ? Tantissimi , tra acciughe che saltavano da tutte le parti e
castagnole scure ...era un acquario . Oggi c'era nervosismo in mare .
Troppi salti di pesci dappertutto per essere solo movimenti in relazione al
nostro passaggio . Alla domanda di Lothar se secondo me tutte quelle
acciughe stavano saltando a causa dei kayak ... Ho dato una risposta non
adeguatamente sorretta da prove . Secondo me , quelle dritte a prua e
nell'arco di 50mt , potevano essere salti di acciughe dovute alla
percezione del nostro arrivo , ma tutte le altre , dappertutto ...?!??

Cosi' ho raccontato agli amici di quanto sentito in Tv e letto sui
newspaper locali . I tonni della specie semiprotetta "tonno rosso del
Mediterraneo" , a detta dei pescatori di Sestri Levante , si erano resi
colpevoli di strappi nelle loro reti piene di acciughe . Li avevano
definiti "dei cinghilai del mare" , per i tanti danni alle loro
attrezzature !

Siamo in Italia e si sa , qui da noi la lingua e' lunga e spesso si
attorciglia a sostenere verita' fasulle . Cosi' a quella voce ho dato molto
poco spazio .

Stavamo pagaiando ormai alla fine di una mattinata passata tra giochi e
contemplazione . Il mare uno spettacolo , il caldo lo avevamo gestito con
ripetuti eschimi . I pesci ci avevano movimentato quella piatta ,
stimolando la percezione di una vita nascosta  .






Tra le due baie di Sestri e a pochi metri dalla scogliera e' come essere
seduti in spiaggia . Non parlo di quei giorni in cui ci si balla la rumba ,
ma in queste rare giornate di calma totale ....e' come essere nel salotto
di casa . Con dentro la noia del ritorno , un po' di tristezza perche'
domani non saremo più' li' , ognuno stava cercando di raggiungere la riva
semza fretta , quando .... Hei , hei ..!! Guarda la' ! ...che cosa ?
Boh ? ...io ho visto una pinna sottile , affilata ..io ho l'impressione che
fosse un pesce grosso .... ,(questo Ale) . Dall'altra Lotar , con un
applomb teutonico "..io kredo ke potezze ezzere un Spada..." !!!!  Io lo
sapete , tra i geni genovesi un po' indolenti e scettici e quelli gondoni
del Sud ..."Ma che pescione e pescione...sara' il solito branzino che fa
casino e guizza a prendersi il gusto dell'acciuga per pranzo ! Tuttalpiu'
una ricciola un po' grandina ...

Smentito secco sul mio dire ! Salto disperato di acciughe dappertutto e un
altro sciacquio potente... da bestione ...e quindi una pinna e subito il
dorso lucido di un tonno ... Attimi bellissimi di attesa e ...via di
nuovo ... acciughe che scappano e lui due salti subito dietro , uno basso ,
dove abbiamo visto testa e coda , poi un grande balzo fuori dall'acqua ,
sospeso per un attimo lunghissimo . Era bello , madreperlato e argento .
Una foto come la si vede sulle scatole , ormai sfilettato e pronto per la
pancia . Sara' stato oltre il metro e mezzo ...ma no vorrei fare come fanno
i pescatori , dove l'acciuga era ....di mezzo metro ! Era molto grande ,
bello , vivoooo !!!

Vita e morte , disperazione e ferocia : davanti a noi il mare ci aveva
regalato un fotogramma di vita , che un cretino con gozzo e canna da pesca
ha pensato bene di spegnere il proiettore !

Alla prossima , magari con voi !
Antonio Colantuoni