Sto continuando i lavori di restauro del NDK 3 pezzi, ho deciso di togliere le pedaline che però purtroppo avevano le viti ampiamente inchiodate.
Non vedendo un altra possibilità ho applicato la tecnica classica del forare col trapano, avevo un po' di timore di scaldare troppo le viti (e quindi la resina circostante) ma devo dire che facendo trapanate di pochi secondi ed alternando di bagnare con una spugnetta sono riuscito a fare tutto per bene senza danni.
Le rack della pedaliera sono rimaste integre, teoricamente potrei lasciarle a lungo nello Svitol / WD40 e sperare di sbloccare le viti. Questa cosa di usare gli sbloccanti non l'ho fatta nello scafo perchè temo sempre di mettere sullo scafo oli vari che poi vanno a interferire con i lavori di resinatura (resina non attacca e non resiste più come dovrebbe)
Al posto delle pedaline metterò un bel tampone di gomma come su tutti i miei kayak.
Questo WE pensavo di dedicarmi al restauro del NDK 3 pezzi ma poi ho deciso di dare precedenza al sedile del Nordkapp LV che è tranciato su un lato..
Credo la rottura sia avvenuta perché si è spostato lo spessore anteriore e il sedile è rimasto "appeso" al pozzetto, un po' di sforzi e di torsioni e trac! è saltato. Leggendo qua e là nei blog ho scoperto che è un danno frequentissimo.
Mannaggia ai sedili di plastica che si spaccano solo a guardarli... non ne voglio riacquistare uno nuovo perché so che farebbe la stessa fine, ho deciso quindi di provare una riparazione con dei fogli di vetroresina messi sotto "a culla" che oltre a riparare diano una robustezza maggiore.
Il target è risolvere il problema anche "alla radice"
Ho posato una prima striscia trasversale di vtr e poi nella zona delle alette ho ripetuto per tre strati per poi mettere un'ultima striscia trasversale.
Dopo asciugatura devo dire che è venuto sufficientemente robusto.
PS 23/10/2020
Dopo aver lasciato asciugare la prima passata, sempre per amor della robustezza, ho continuato con un'ultima mano in carbonio e fettuccine di matt di vetro.
Una volta asciugato ho rifatto i fori e reinstallato il sedile con un poco di fatica in più, infatti questo va fatto flettere di un paio di cm per riuscire ad entrare nel pozzetto e adesso che è rinforzato non è così agevole.
Ho tirato giù un paio di Santi (:-)) ma alla fine ci sono riuscito e posso dire che il lavoro è venuto OK.
Mi trovo adesso con la stessa bontà del sedile in plastica (design, comodità etc) senza averne più le debolezze (c'è sotto una robusta culla avvolgente in vtr/carbonio)
Quando io e l'Ale DeB abbiamo comperato il Nordkapp LV usato, inaspettatamente, il venditore ci ha dato anche un Tuilik della Reed e, botta di c... è della mia misura.
Oggi l'ho finalmente provato e devo dire che uno dei vantaggi del Tuilik è il fatto che permette una "continuità di microclima" tra il corpo e l'interno del pozzetto: in pratica quando pagai sudi ma gran parte dell'umidità può circolare e toccando lo scafo che è più freddo del corpo la condensa si fa sul fondo e non addosso... non è un dettaglio da poco.
Il ragionamento torna con tutte le accortezze che avevano gli Inuit per evitare che il sudore gli si freddasse addosso, ingegnoso come tanti altri aspetti del kayak artico.
Le braccia e la zona collo rimangono comunque calde, non male per le spalle e per la cervicale ma si potrebbe pensare ad una zip di 20 cm sul petto da aprire nei momenti di calma per areare anche la parte alta.
La cosa che però mi è piaciuta di più è come ti rende "idrodinamico" sott'acqua, grazie all'aria intrappolata e anche per la mancanza del salvagente (giusto per i roll) scivoli sotto il kayak senza resistenza.
L'effetto si vede bene nel primo roll che ho fatto, non mi aspettavo di avere così poca resistenza e son risalito così di slancio che a momenti cadevo dal lato opposto :-)
Un bell'aggeggino, peccato si debba customizzare per il pozzetto e quindi ne servono diversi per diversi kayak... un poco dispendioso direi.
Mi piacerebbe prenderne uno per il mio Greenland ma per ora mi accontento di usare questo del Nordkapp.
Da anni cercavo un kayak diviso in tre pezzi col metodo dei ganci... quest'anno, inaspettatamente, un amico me ne ha segnalato uno in vendita a Basilea, niente di meno che un Nigel Dennis Romany Explorer.
For years I had been looking for a kayak divided into three pieces with the clips method ... this year, unexpectedly, a friend reported one for sale in Basel, nothing less than a Nigel Dennis Romany Explorer.
3 minuti dopo aver avuto la notizia ho scritto al venditore e ho subito concluso l'affare bloccando la barca con un acconto. Appena ho potuto mi sono lanciato su per i monti, ho dormito nel mio fido van subito dopo il Gottardo e alla mattina dopo ero a Basel per il ritiro.
3 minutes after receiving the news I wrote to the seller and I immediately closed the deal by blocking the boat with a deposit. As soon as I could, I threw myself up the mountains, slept in my trusty van immediately after the Gotthard and the next morning I was in Basel for the pick-up.
Anche se avevo le barre e il kayak aveva un po' di anni polvere di garage ... non ho resistito e l'ho caricato dentro la macchina (ottimo viaggiare con niente sul tetto!)
Even though I had the bars and the kayak was dusty after being in the garage for a few years ... I couldn't resist and loaded her into the car (great to travel with nothing on the roof!)
Dalle parole scambiate con il suo ultimo proprietario (un australiano che ci aveva navigato in New Zealand e in Patagonia) ho capito che la barca era stata di un istruttore inglese (Simon Osborne I suppose...) che l'aveva usata per altre spedizioni tra cui il Madagascar... cercando in internet credo di aver trovato il video... tanta storia!
From the words exchanged with her last owner (an Australian guy who paddled her in New Zealand and Patagonia) I understood that the boat had belonged to an English instructor (Simon Osborne I supposed ...) who had used her for other expeditions including Madagascar ... looking on the internet I think I found the video ... so much history!
Data la tanta storia la barca è anche parecchio conciata (saranno botte di navigazione o dentro la carlinga degli aerei??) ma mi sono stupito nel trovare tutti i gavoni stagni (soprattutto quello di poppa con lo skeg!) e il sistema dei ganci ancora molto solido.
Given her so much history, the boat is also quite battered (damages due to navigation or inside aircrafts, who knows?) But I was amazed to find that all hatchesare watertight (especially the stern one with the skeg!) And the clip system again very solid.
In ogni caso la barca dopo tante avventure farà un poco di manutenzione col sottoscritto, ci sta anche perché l'ho avuta ad un prezzo contenuto e ci posso quindi mettere qualche eur di materiali.
In any case, the boat after so many adventures needs a little maintenance from me, it is OK because I purchased at a good price and therefore I can put a few euros of materials into her.
Un vantaggio inaspettato dei tre pezzi è che, anche in una piccola cantina, li puoi mettere a tavolino come un malato sul lettino in sala operatoria, non male!
An unexpected advantage of the three pieces is that, even in a small room, you can place them on a table like a sick person on the bed in the surgery room, not bad!
Spero di riuscire a fare un buon restauro, credo inizierò dal sedile che come su molti dei vecchi Romany Explorer si è craccato in alto vicino al punto di fissaggio.
I hope to be able to do a good restoration, I think I will start with the seat which, like many of the old Romany Explorers, has cracked at the top near the fixing point.
Quest'ultimo WE l'Ale DeB ed io ci siamo trovati a scartare e "sverginare" un bellissimo Voyager della North Shore
Sarà anche perché era appena stato scartato ma lo scafo è apparso di una fattura molto raffinata, gel coat lucido a specchio.
La barca ha il quarto gavone sul ponte anteriore e un pozzetto molto curato (profilo preciso e solido)
Linea del ponte anteriore ricorda abbastanza quella del Tide Race Xplore, parte dal pozzetto piana e regolare, scende all'alloggiamento del tappo molto incassato e prosegue in una prua di nuovo alta e voluminosa.
La bussola è ben piazzata nella scassa dedicata che la tiene al riparo dai colpi, immagino non alzi acqua quando ingavoni (sul lago è difficile da verificare...)
Qui messo a terra in comparazione con il NK low volume
Linea pulita senza eccessivo rocker o slanci e con una prua abbastanza piena
I sedili sono praticamente identici, cambia solo il logo, Valley e North Shore sono in effetti oramai la stessa società.
A dirla tutta il sedile Voyager è posato con un minimo di rialzo che non c'è nel NKLV, cosa possibile dato il maggior volume del pozzetto del Voyager.
In definitiva, gran bella barca da carico costruita con cura e dal gran comfort.
Naviga bene, molto solida (è larga 54 cm) e manovra leggera grazie anche alla innovativa linea di poppa che prevede linee di chiglia svasate.
Ho avuto anni fa un Nordkapp LV, bianco in diolene e mi era piaciuto abbastanza, l'abbiamo usato per fare qualche camping nautico e il giro di Ponza ma poi l'avevo ridato al suo primo proprietario che, pentitosi della vendita, me l'aveva chiesto indietro.
A distanza di diversi anni sono incappato di nuovo in questo modello, il mio amico Ale DeB ne ha trovato uno usato in Svizzera e, forte della buona impressione di anni fa, mi sono lanciato di nuovo e assieme abbiamo fatto la "società anonima del Nordkapp".
Siamo stati fortunati, la barca è in condizioni ottime
Il sedile Valley non scherza è talmente comodo che ho fatto pace col mio mal di schiena, qualche ora di pagaiata e non ricordarsi di avere una schiena.. wonderful.
Il giallo poi è uno dei mie colori preferiti sui kayak, molto accattivante l'accoppiata con i profili rossi.
Quest'anno tra impegni e mal di schiena non penso lo metterò alla frusta più di tanto... ma serbo buone speranze per i mesi invernali!