... non trovo una definizione migliore per una giornata simile quando, nel bel mezzo dell'inverno, c'è il sole, 18 gradi e la gente in spiaggia a prendere la prima tintarella.
Mare calmo e cielo azzurro, abbiamo optato per un tranquillo giretto tra le due baie di Sestri.
Antonio, ha provato la pagaia aleutina che avevo modificato, ecco le sue impressioni:
*** La baia e' assopita con la pelle liquida tirata a lucido, percorsa da qualche raro brivido di brezza. Piatta totale e rare onde appena percettibili, respiro del gigante dormiente. Sopra di noi una trapunta di ovatta ingrigita dalla polvere del cielo. Eravamo solo in 3, mancava il quarto e il solito Mauro. Attorno ai kayak Sonia, Anna e i richiami all'ordine di Martino. Preparativi veloci, movimenti automatici; il piacere di toccare e soppesare le amate attrezzature. Una vestizione medio peso e l'immancabile dry suit a darci liberta' di movimenti e di scelta.
La Mitchell restera' in macchina e faro' onore al genio di Ale, alla leggendaria aleutina N1, modificata di recente, accorciata e con quell' intrigante sagoma a lancia. Mi sento quasi un vero Inuit.
Due pagaiate e....giu'...testa sotto.. ! La Ale/Aleut lasento galleggiare un po' meno della Mitchell, mordere l'acqua con dolcezza, scorrere veloce in superficie. Mi dico che dovrò far attenzione a non fare movimenti
lesti, ma controllati, magari un po' volutamente rallentati, soppesati.
Da la' sotto la luce del mattino mi sembra più' forte e la guardo attraversare la mia visione sfuocata. A testa in giu', sott'acqua, il tempo e' strano, i sensi ovattati, non siamo l'uomo bipede di poco prima e neppure qualcos'altro. In quel mondo diverso vorrei poterci stare quel tanto che mi faccia capire, provare ad essere pesce. Quello stesso tempo fatto di attimi lunghissimi, di colpo si esaurisce e mi chiede urgenza e azione. All'improvviso la pagaia che impugnavo mollemente, ritorna appiglio di salvezza. Questa aleutina ha un'ottima impugnatura, la inclino per cercare di farle mordere l'acqua : direi che e' un po' sfuggente. Non c'e' altro tempo per capire di più' : mi comprimo contro il ponte, allineo le spalle parallele al kayak, guardo quel cielo pieno di acqua e parto in una rotazione che vorrei più' lenta, dando pressione alla pagaia verso il basso, ruotando verso poppa. Scorre, si immerge un po' troppo e a meta' rotazione mi da' qualche timore. Aumento un poco l' angolo e richiamo con urgenza la rotazione del kayak, puntando di brutto il ginocchio dx e richiamando il fianco dx. Sento l'aria sulla faccia, sono ancora inclinato, non e' ancora fatta. Mi inarco con la schiena e sento la testa vicino al ponte dietro, mentre ormai il kayak e' perfettamente ritornato in assetto. L'acqua ricade dappertutto come una cascata e tutte le volte mi chiedo come possa aderire cosi' tanto ad un corpo. Sembra fatta di mille mani microscopiche che non mi vogliono mollare; ero prigioniero e adesso sono un evaso, libero da quel possesso oppressivo...... Non mi sono piaciuto, l'eskimo e' movimento armonico e non mi piace "strapparlo". Tempo due secondi, un'occhiata al verde grigiato del fondo sabbioso, un occhio di fianco e...speriamo che non ci siano meduse. La seconda facciata di freddo mi ha preso la testa in una morsa. Ho da qualche giorno dolori alla cervicale..... Secondo, terzo, quarto...eskimi, appoggi continui... la pagaia c'e' ! ***
Per il resto, a parte girovagare, guardare i fondali, provare qualche eskimo ....non abbiamo fatto un granchè.
Alla baia del silenzio sembrava estate con tanto di bimbi a mezz'acqua e gente a prendere il sole in maglietta o a torso nudo. Sonia ed Anna hanno comperato delle provvidenziali focacce e abbiamo mangiato li, dove ho avuto un bel da fare per tenere buono il mio piccolo Martino con i castelli di sabbia (mestieraccio quando hai su il dry suit mezzo aperto e non ti vuoi insabbiare...)
E così, nel più totale relax, è trascorso anche il resto della giornata.
Come sempre, un arrivederci a presto, in acqua, pagaia alla mano!
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