Sono partito da casa alle 9.00 con il fido Baidarka sul tetto (in compagnia del prototipo Avanaq da restituire a Resinvetro) e poco dopo le 13 ero al camping del Bibione kayak.
Al camping incontro Kai Readisch che mi aiuta a mettere a terra i kayak e faccio conoscenza con Nigel Foster e sua moglie Kristin.
Dopo aver fatto 4 chiacchere l'uscita delle 14.00 incombe e mi ritrovo con il pesante Baidarka lontano dal punto di imbarco.
Chiedo a Nigel aiuto per il trasporto e lui si presta.
Il kayak è pesante e subito mi rendo conto che sono arrivato al cospetto di un istruttore di fama mondiale e gli sto facendo fare da caddy... faccio le dovute scuse da lui accettate con un sorriso e le mani giunte all'orientale e poi tutti assieme ci imbarchiamo.
In quella incontro, di ritorno da una pagaiata, il Tino e l'Ignazio (quest'ultimo divertito nel vedere come ho messo al lavoro il "caddy") e il Tino subito mi spiega che "la fuori ci sono delle onde da non credere...".
Io + Nigel + Kirstin + Maurizia (la moglie di Giorgio) + un altro kayakista pagiaiamo fuori dal canale dietro il camping e arriviamo alla spiaggia .
In effetti il basso fondale di sabbia frastagliato di isolotti e canali dragati era battuto da onde frangenti spinte da un bel vento di mare.
Sbarchiamo su un isolotto, Nigel si guarda un po' in giro e poi parte a spiegarci con grande semplicità la dinamica delle onde attorno a noi.
Maurizia e Kristin optano per una lezione nella zona tranquilla; io + Nigel e l'altro canoista ci imbarchiamo e ci dirigiamo all'esterno.
Le onde la fuori sono toste ma pienamente affrontabili (almeno di prua), prendo qualche "facciata" d'acqua e arriviamo al largo.
Io sono fradicio e Nigel non si è nemmeno bagnato la maglietta....
Nigel ci fa girare e ci dice di tornare verso terra, ricordandoci che questo è un "gentle surf" e che "the waves may look big but they are not".
Una volta che il mare è di poppa le onde mi sembrano comunque grandi, mi innervosisco un po' ma poi, ragionando sul fatto che sono con un istruttore di fama mondiale per capacità ed attenzione, mi convinco che va tutto bene (it's a gentle surf...) e mi concentro sul da farsi.
Parto, arriva un onda, do le 4 pagaiate consigliate da Nigel e subito sento il Baidarka alzarsi in poppa partire, accelera, accelera ancora, metto la pagaia sull'acqua che sembra di cemento (scorre veloce) e mi stupisco nel vedere come sia progressivo e facile rimanere li su quell'onda. La velocità è di un ordine superiore a quelle mai provate da me finora.
In un attimo sono quasi a terra, il fondale è di 20-30 cm, arriva un'altra onda, bassa ma proprio verticale (non c'è fondo) e di nuovo la prendo e schizzo in avanti... mi stupisco di nuovo per la velocità e per non essermi impuntato... un vero "calcinculo" marino.
Mi giro è vedo il terzo canoista che nuota con Nigel che si appresta a recuperarlo.
Passiamo altre due ore così, dopo un po' sono del tutto a mio agio, mi appoggio in continuo a destra e a manca, surfo, esco dalla linea delle onde e lascio che il Baidarka salti all'indietro dell'onda che avanza, altre volte aggancio dei bei frangenti laterali e mi faccio tirare parallelo all'onda per 100-150 m.
Una volta per la velocità vedo all'ultimo momento un palo che segnala un canale dragato e per poco non mi stampo.
Intanto Nigel lavora in continui recuperi dell'altro canoista (che meno a suo agio di me dimostra grande coraggio nel provare e riprovare) oppure mi "gasa" facendomi di quando in quando dei segni di OK o gridandomi "perfect, you are doing it well".
Solo una volta disapprova quando gli dico "sai com'è ... a me il fondale fa paura... infatti ho degli amici che mi vorrebbero portare in fiume ma non ci vado per timore delle rocce".. lui scrolla la testa e mi dice "this is not possible, this is a mistake, it is sooo fun in the river".
Chiude il discorso dicendomi "anyway here is all water and no rocks, you can play relaxed"
Il Baidarka, impressionante per quanto è duro da girare nelle onde, impressiona però anche per come sta in rotta, talvolta faccio 200-300 m sparato con la pagaia alta sopra la testa.
Capisco percè è stato definito "a surfboard you can sit in" (una tavola da surf in cui ti puoi sedere dentro)
Alla fine ritorniamo a spiaggia e Nigel sbarca alzandosi in piedi sul kayak, mi guarda .... e io faccio lo stesso!
Rimane un po' sorpreso ... ma subito gli confesso "ho visto un tuo video dove fai questa manovra e l'ho provata tante volte e adesso ci riesco".
Sorride e dice "... now I understand..."
Faccio ancora due surfate con Kristin che nel frattempo ci ha raggiunto (e subito la perdo perchè la fanciulla risale le onde come un treno).
Poi torniamo tutti assieme verso il camping, nel canale Nigel mostra diversi modi di girare il kayak mettendo il vari punti la pagaia a mo' di perno.
Non capisco bene come faccia ma mi adeguo e sorrido.
In definitiva: un grande istruttore, un grande fifone io che però tirato dalla sua autorevolezza ho potuto finalmente fare surf vero e proprio.
Complimenti a Giorgio Sartori per aver organizzato questo bell'evento.
Speriamo di avere altre occasioni perchè mi sono proprio divertito.
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