Da tempo volevo prendermi tre / quattro giorni da passare in kayak a zonzo senza fretta, finalmente la scorsa settimana tutti gli impegni si sono messi per il verso giusto, il meteo si preannunciava spettacolarmente bello...
... dunque son potuto partire col mio fido Baidarka in tutta tranquillità.
Giovedì ho messo il kayak in acqua a Sestri e ho pagaiato da solo sino Levanto.
Contrariamente alla mia idea è stata molto dura arrivare in quanto nonostante cappellino, occhiali e il continuo bagnarsi ho sofferto il caldo e mi sono probabilmente "insolato".
Ho sofferto di nausea e di una eccezionale stanchezza, una volta arrivato nella baia di Levanto ero morto e mi sono fermato più di 5 volte prima di attraversarla del tutto ed arrivare a terra.
A terra ho affrontato la "via crucis" di tirare su il kayak pieno e fortunatamente ho trovato posto nell'ottimo campeggio che si trova a soli 100 m dalla spiaggia (san carrellino mi ha aiutato non poco)
Alla sera mi sono un po' ripreso anche se poi mentre mangiavo in pizzeria mi cadeva la testa nel piatto come se fossi ciucco!
Comunque una splendida serata e una notte di sonno mi hanno rimesso a nuovo.
Venerdì mattina colazione in campeggio, ho lasciato li tenda e gran parte del carico e mi sono trovato col N1 per andare sino a Riomaggiore,
Di seguito il racconto di Antonio.
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A volte si parte con in mente una destinazione "mito", una
calamita che attira lontano. Spesso il traguardo giustifica un viaggio
mediocre, noioso, banale.
Con Alessandro siamo partiti da Levanto girando le prue
verso est. Da qui l'Italia snocciola la sua costa fino in.....Calabria.
Chissa', forse un domani, passando a prendere prima Duilio e poi
Gaetano.....dai ragazzi che si va fino a guardare Scilla e Cariddi
Pagaiare senza tempo e senza meta. Lasciare una spiaggia
alle spalle, guardare un orizzonte lontano , strisciare in ogni anfratto
della costa, non perdere niente, assaporare ogni centimetro.
Perdere il senso di luogo, vivere in uno spazio tempo sospeso,
indefinito. Abbandonare la gestione della vita ad un ritmo diverso, che
stordisce, scava dentro, purifica, risana.
Un velista ha scritto di una misteriosa energia che sale
dalle profondità. Non è per tutti , occorre entrare in sintonia con il
mare. Ci deve benvolere, amare, poi ci inonda di questa sua medicina
salvifica. Con il mare non si dialoga, si ascolta. Il suo è un monologo
che racconta qualcosa che sfugge sulla terra ferma. Un misto di amore e
timore, uno stop nello scorrere frenetico della pellicola della vita.
Siamo solo noi due con due affidabili compagni, un Alaw
Bach e u Bajdarka. Siamo un po ' stanchi e felici di ritrovarci lì.
Alessandro con i suoi pensieri, io con i miei. Non è facile
riallacciare un dialogo con tanti tempi morti in mezzo, ma ci si conosce
a fondo e si fa in fretta. Le pagaie scivolano nell'acqua estiva di
Punta Mesco. Le vediamo immergersi nella trasparenza e sotto i raggi del
sole disegnare lance di luce. Ogni luogo ha una sua anima, questa parte
di Liguria è magica.
Sono le 9, 00 ed è già caldo. La Palmaria si intravede galleggiare
nell'aria opaca. I promontori delle 5Terre si contano e la'dietro non si
vede Portovenere. Pensiamo di andare a dargli un'occhiata, ma vedremo
cosa dirà il nostro corpo. L'acqua è dura, forse abbiamo una correntina
contro. Si pagaia e si parla. Sbarchiamo a Riomaggiore, la folla è
quasi una calca da stadio. Si sentono parlare le lingue di mezzo mondo.
Da ragazzo venivamo da queste parti, si respirava
un'assenza, un vuoto. Quattro vecchi , il negozio di alimentari,
un'osteria e tante case zitte. Chi assente, emigrato altrove, chi
partito per sempre. Il sole sempre quello, le case appese, i viottoli
con i gatti, quattro gozzi provati dal tempo. Era un silenzio che
raccontava storie di vite passate, lasciava il tempo per entrare in
armonia con il posto. Viottoli di una bellezza struggente, piccole balze
coltivate a strapiombo, olivi, orti, poche vigne. La fatica di vecchie
braccia si era rifugiata sugli appezzamenti più accessibili. Le 5Terre
vivevano nella loro intimità, vedevano rari stranieri e qualche ligure
romantico, non dovevano temere "le bombe d'acqua".
Sbarcare a Riomaggiore non è semplicissimo, soprattutto
quando si deve fare i conti con delle bagnanti over size e due kayak da 5
metri. Ovunque gente abbarbicata su scogli a picco e su per sentieri
scoscesi. Riusciamo a recuperare un po ' di frutta, pomodori e pane,
quanto basta per starcene su una spiaggia dalle parti di Corniglia.
Siamo sotto una costa disastrata, frane ovunque. Guardare in alto le
ferite della terra fa male, soffro. La bellezza sfregiata racconta di
una fragilità pericolosa, di un futuro precario. Il sole ha la meglio,
il mare con quei massi in trasparenza ipnotizza. Il tempo passa e quando
rientriamo in kayak è ora di ritornare a Levanto. Qualche surfata
occasionale e Punta Mesco passata palmo a palmo....
Grazie Ale, thanks Ing, è stato un piacere stare insieme per mare, in kayak! Alla prossima!
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Il venerdì sera ero di nuovo bello cotto dalla luce e fatta una doccia verso le 19 mi sono messo un attimo in tenda... mi sono svegliato a mezzanotte gusto per lavare i denti e tirare diritto sino alle 8 del giorno dopo.
Sabato kayak di nuovo pieno e via verso Moneglia su un acqua trasparente nel fresco della mattina.
Arrivato a Moneglia mi sono gettato su una pizza del "Pizza a metri"...
Nel pomeriggio ho preso posto al camping Smeraldo dove una esilarante signora russa mi ha chiesto con molta insistenza di provare il Baidarka nonostante fossi davvero perplesso.
Ma alla rassicurazione "io va sempre in fiume di Russia con kayak" mi sono lasciato convincere e le ho lasciato il kayak.
La tizia ha pagaiato un po' e tutto sommato stava su, comunque non si è fatta mancare nulla infatti ha centrato un bimbo che nuotava, è andata a sbattere contro la banchina di cemento, poi si è ribaltata ed è uscita non prima di avere bevuto.
Mi ha divertito molto suo commento fatto con voce allegra "kvesto kayak io no capisce, no gira come kayak di Russia di fiume, però molto belo, grazie, grazie di giro"
Me ne sono poi andato alla punta verso Sestri per incontrare Cesare ed Ingrid che arrivavano niente popodimeno che da Rapallo. Neanche a farlo apposta ho aspettato solo tre minuti e li ho visti arrivare con le inconfondibili pagaie greenland.
Alla sera abbiamo cenato alla pizzeria del campeggio godendoci un fresco eccezionale (il camping è sul mare, fianco montagna girato a levante e alla sera va presto in ombra, il fresco è garantito).
La tenda era su una terrazza con totale vista mare. meglio di un hotel di lusso!
Domenica mattina abbiamo ricaricato tutto nei kayak e con Cesare ed Ingrid siamo ripartiti verso Sestri non prima di una sosta a Moneglia per fare scorta di pizza, farinata e tortini di verdure del mitico forno "pizza a metri"
A mezzogiorno abbiamo parnzato sbarcando in maniera asssassina (per piedi e gel coat) sugli scogli della baietta di Sestri.
Alla ripartenza Cesare ed Ingrid sono andati diritti verso Rapallo mentre io mi sono fermato a Sestri per riprendere la macchina.
Una piacevole sorpresa c'era mio figlio Martino li con la mamma e dunque mi sono fermato sino a sera per mangiare la pizza assieme al conte Max.
Ho ingannato l'attesa riprendendo il mio outrigger parcheggiato alla Lega navale di Sestri e facendoci un po' di pagaiate nel tentativo (poco successfull) di prendere le onde fatte dai motoscafoni che rientravano in porto
Dopo cena una ultima foto del tramonto in baia a Sestri e mi sono rimesso in auto per rientare a casa in Lombardia.
Sono stati 4 giorni fantastici (a parte la botta di sole del primo pomeriggio...) passati sull'acqua, con il kayak, con gli amici a ritmi assolutamente di puro cazzeggio, mare, sole, chiacchere e totale libertà.
Credo questi giorni li ricorderò con molto piacere.